Bilanci

#2015Up: i fondi internazionali hanno riscoperto l’Italia

Anche se le risorse sono ancora poche, l’attenzione dei VC globali per l’ecosistema italiano fa ben sperare, scrive Lorenzo Franchini. Che dà alla cessione di King la palma di operazione dell’anno e indica in MotorK, Musement e Beintoo le scaleup italiane più rappresentative dell’anno

Pubblicato il 15 Dic 2015

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Lorenzo Franchini, ideatore di ScaleIt

Facciamo due fotografie del 2015. Quella quantitativa, asettica, ci mostra purtroppo che quest’anno non è stato diverso dai precedenti: gli investimenti sono rimasti intorno ai 100 milioni di euro, non si è visto il risveglio che ci si aspetta da molti anni, e in sostanza si è trattato di un altro anno perso. A livello istituzionale e governativo si continua a dire che l’imprenditoria innovativa è importante ma non si destinano le risorse necessarie e non si danno abbastanza facilitazioni agli investitori: servirebbe un fondo di fondi di almeno un miliardo di euro e una detassazione per gli investimenti superiore a quella del mercato UK per esempio, altrimenti non si capisce perché un investitore dovrebbe scegliere un mercato meno sviluppato e in cui le agevolazioni sono inferiori. Parliamoci chiaro: se i governi non sono pronti a investire un miliardo su questo settore, è perché non lo ritengono abbastanza importante.

La seconda fotografia, più definita, invece evidenzia i dettagli e ci può far vedere dei germogli di cambiamento confortanti: dopo dodici anni senza l’investimento di un fondo internazionale di venture capital su una società tech in fase growth (l’ultimo, nel 2003, era stato quello di Balderton Capital – all’epoca Benchmark Europe – sul nostro unicorno Yoox), negli ultimi mesi dell’anno sono stati messi a segno due investimenti che vedono coinvolti grossi investitori internazionali: il round da 10 milioni di euro per DoveConviene in cui ha partecipato Highland Capital Partners Europe e quello da 16 milioni di euro su MoneyFarm in cui è entrato il fondo Cabot Square Capital.

Allo stesso tempo, la partecipazione di alcuni importanti fondi internazionali di VC a ScaleIT e la reazione positiva di questi fondi alle società presentate fa sperare che nei primi quarter del 2016 ci possano essere altri importanti investimenti su scaleup italiane. C’è la sensazione che i fondi internazionali stiano prendendo confidenza con un mercato interessante a cui vale la pena dedicare tempo e per noi è fondamentale che arrivi un elemento esogeno di questo tipo per fare il salto di qualità di cui abbiamo bisogno.

Da investitore, credo che l’operazione più importante dell’anno che coinvolge un italiano sia l’acquisizione della King Digital Entertainment del nostro Riccardo Zacconi – che considero anche il personaggio dell’anno – da parte del colosso Activision: è la testimonianza che noi italiani siamo in grado di fare società tech di alto livello. Purtroppo, l’ecosistema italiano è ancora immaturo e spesso imprenditori del nostro Paese sono dovuti andare fuori per fare iniziative di successo. Come ho detto più volte, forse è il caso di smettere di parlare di aziende italiane ma di aziende fondate da italiani sperabilmente con il cuore in Italia ma testa spesso altrove: questo è il modello vincente.

A dimostrazione del fatto che in Italia sappiamo creare scaleup di successo, indico le tre società che mi hanno impressionato di più quest’anno: MotorK, azienda che si è finanziata totalmente in bootstrapping, non ha ricevuto finanziamenti da VC, cresce del 100% anno su anno negli ultimi tre anni, ha raggiunto 7 milioni di euro di fatturato e ha riscosso grande successo durante ScaleIT, sia da fondi italiani che internazionali. Non era conosciutissima e ora è entrata nel radar delle società a cui fare attenzione, anche grazie all’evento che abbiamo organizzato; Musement, che sta crescendo a ritmi impressionanti, ha un’offerta di prodotto globale, un grande team e ha riscosso grandissima attenzione da parte dei fondi internazionali: mi stupirei se non mettessero a segno un round series B attorno alla metà del prossimo anno; Beintoo, che ha attratto moltissima attenzione con un nuovo modello di business mirato sulla tracciabilità del consumatore offline.

L’innovazione del 2015 che vorrei premiare è Copernico, un posto che ha aiutato gli operatori dell’ecosistema ad aggregarsi e ad intensificare le sinergie: un modello che se non è innovativo in senso assoluto, lo è sicuramente per l’ecosistema italiano, che ne trae e ne trarrà benefici tangibili.

* Lorenzo Franchini, investitore e imprenditore, è founder di ScaleIT

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