Non solo venture

Francesco Micheli: «Ho sempre fatto startup nella mia vita»

L’imprenditore milanese, tra gli uomini più ricchi del mondo, lo ha detto in un’intervista a Virus. Lo chiamano spesso “finanziere”. Ma sostiene che la finanza è «un utensile per le aziende». E invita a «buttarsi comunque»: «Certe volte se si salta, se si corre, ci si riesce»

Pubblicato il 02 Mar 2015

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Francesco Micheli intervistato da Nicola Porro a Virus

«Tenga conto che ho sempre fatto start-up nella mia vita».
Parto da qui. Mi hanno avvisato che Francesco Micheli ha rilasciato lo scorso 26 febbraio un’intervista tv, cosa rara, a Virus – Il contagio delle Idee, trasmissione condotta dal giornalista Nicola Porro su RaiDue.

Sul portale Rai ho rivisto in streaming. L’intervista è interessante nonostante l’incalzare di domande del giornalista che non permette all’intervistato di scaricare in video tutti i cavalli di cui è dotato.

Qui puoi rivedere l’intervista a Francesco Micheli

Ma partiamo dalle start-up. Micheli ha storia lunga, senza andare troppo indietro merita ricordare che nel 1999 è stato co-fondatore con Silvio Scaglia di quel che oggi è nota come Fastweb e nel 2004 di Genextra, società di investimento nelle biotecnologie.

Fastweb è una delle poche storie di successo italiane della fu new economy targata 2000; Genextra ha finanziato, tra altre, Intercept Pharmaceuticals, startup biotech, che al Nasdaq vale ora circa 5 miliardi di dollari.

Lo “startupparo” italiano Micheli Francesco è a buon diritto nella classifica di Forbes tra gli uomini più ricchi del pianeta.

Si può fare. Anche da qui.

1. Per prima cosa è apprezzabile che la parola start-up sia stata utilizzata per descrivere successi, imprese, innovazioni e valore economico; spesso oggi è abusata per etichettare quanto il tasso di disoccupazione non motiva.

2. Secondo, spesso Micheli viene definito come finanziere ma in realtà è un imprenditore; mette insieme con sapiente regia dei talenti. La finanza e soprattutto la cultura finanziaria, però, sono elementi centrali dell’intrapresa moderna, sia quando questa è rivolta al settore digitale piuttosto che alle biotecnologie. Senza dimenticare comunque che «la finanza è un utensile per le aziende”.

Micheli cita, infatti, la Classe Creativa del professor Richard Florida: «Se collaborano uomini di scienza, delle arti, del pensiero, e imprenditori c’è migliore qualità di vita e aumenta la produttività».

E come non condividere:
· «In questo Paese si perde tantissimo tempo»
· «Buttarsi comunque. È l’opposto dell’approccio intellettuale. Certe volte se si salta, se si corre, ci si riesce»
· «Quelli che si sono fatti prendere da una comoda situazione di protezione in un modo o nell’altro sono finiti»
· «Questo Paese ha dei valori straordinari nella scienza».

Insomma, la cultura è ciò che differenzia un imprenditore mediocre da uno visionario; si devono osservare e ascoltare Larry Page di Google, Mark Zuckerberg di Facebook, Elon Musk di Tesla e Nick Leschly di BlueBirdBio, ma anche trarre ispirazioni senza necessariamente attraversare gli oceani o vedere un TED.

* Pierluigi Paracchi è Chairman & CEO Genenta Science @pigiparacchi

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