LA SCOMPARSA DEL MANAGER

Marchionne e l’innovazione: tutto quel che c’è nel suo ultimo piano industriale per FCA

Il manager che ha segnato la svolta storica da FIAT a FCA non c’è più. Tra le sue eredità una visione precisa, e a volte controversa, dell’innovazione che si può ritrovare nel Piano 2018-2020. La fine del diesel, le auto connesse ed elettriche, la guida autonoma: ecco come immaginava il futuro prossimo dell’auto

Pubblicato il 25 Lug 2018

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“Una volta Hemingway ha scritto: non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a un’altra persona; la vera nobiltà consiste nell’essere superiori a ciò che eravamo ieri”. Era il 1° giugno e Sergio Marchionne così iniziava la presentazione del piano industriale 2018-2020 di FCA. L’ultimo sotto la sua guida e quello che ha fatto parlare di svolta del gruppo con auto elettrica, addio al diesel, auto a guida autonoma. Proviamo a rileggerlo in chiave Marchionne e l’innovazione”, ora che lui non c’è più.

Martedì 25 luglio Sergio Marchionne è mancato, poco prima che venissero comunicati al mercato i dati del secondo trimestre 2018, quei numeri per cui aveva tanto lavorato. Nel piano industriale il manager ha lasciato una visione chiara della direzione di FCA per i prossimi anni. “Viviamo in un momento in cui la velocità del cambiamento è esponenziale e siamo chiaramente sul soglia della più grande rivoluzione nel trasporto” diceva ancora il Ceo di Fiat Chrysler Automobiles (Fca), consapevole della disruption in atto nel settore automotive. Ma senza paura per nuove sfide che l’innovazione tecnologica sta apportando: “Non sono minacce per noi. La sfida per i leader del settore è di valutare la necessità di adattamento e impiegare le tecnologie per soddisfare la domanda dei consumatori, ma in modo da evitare sprechi di capitale” diceva ancora.

Marchionne, dunque, era consapevole dei cambiamenti in atto. Per questo nell’ultimo piano industriale di FCA ci sono molti riferimenti all’innovazione e al digitale. Ecco quali sono.

Marchionne e l’innovazione: l’auto a guida autonoma

Dal 2020 al 2021 FCA punterà sulla guida autonoma a livello 3, che prevede che in tratti autostradali o su superstrade l’auto possa accelerare, frenare, sterzare e monitorare l’ambiente circostante, ma che l’automobilista debba essere pronto a riprendere il controllo su richiesta del sistema.

Nel piano si parla anche di guida autonoma a livello 4, cioè con un più alto grado di automazione, ma solo tra il 2023 e il 2025.

Proprio in previsione di questi obiettivi, Fca ha potenziato l’alleanza con Waymo per la guida autonoma. E Google dovrebbe aggiungere una sessantina di minivan Chrysler Pacifica Hybrid alla propria flotta di veicoli a guida autonoma a fine anno.

FCA e auto connessa nell’ultimo piano di Marchionne

Nell’ultimo piano di Marchionne c’è spazio anche per l’auto connessa. “La connettività – si legge nel piano – è essenziale e consente al guidatore e ai passeggeri di interagire con la macchina e il mondo che li circonda”.

Nel futuro di FCA, dunque, ci sono auto capaci di dare informazioni all’utente sulla manutenzione, di offrire servizi e informazioni, di garantire una connessione al proprietario anche da casa e in ufficio. Insomma un’auto sempre più intelligente.

Con quali servizi? Eccoli. Nell’ultimo piano di FCA, Marchionne ha già previsto quali servizi portare a bordo: dall’infotainment alla navigazione con informazioni su traffico e tempo alla sicurezza. Il tutto, grazie alla connessione con diversi dispositivi, dallo smartphone allo smartwatch.

Auto elettrica e i nuovi modelli FCA

 Il piano industriale 2018-2020 di FCA prevede l’addio al diesel entro il 2021la partenza dell’elettrificazione, sia con veicoli elettrici puri sia con gli ibridi.

Proprio l’elettrico è stata la svolta più clamorosa di Marchionne. Dopo aver dipinto le auto elettriche come il male assoluto (“È una minaccia all’esistenza stressa del nostro pianeta”), e dopo aver fatto una clamorosa inversione a U per abbracciare la filosofia dell’elettrificazione (“Entro il 2025 i veicoli a gas e a benzina cederanno il passo a quelli ibridi ed elettrici”) annunciando addirittura l’intenzione di produrre una e-Ferrari, Marchionne fa un ulteriore passo avanti proprio nell’ultimo piano industriale di FCA.

Per quanto riguarda i brand, la rivoluzione full electric riguarderà soprattutto Fiat che, lungi dal divenire un brand minoritario, guiderà la svolta.

Svolta che FCA è pronta affrontare con nuovi modelli che risentono dei cambiamenti già presenti sul mercato.

Fiat 500: la piccola di casa sarà l’auto regina delle elettriche.

Panda: per la più classica delle auto si prospetta un futuro da mild hybrid.

Alfa Romeo: abbandonerà completamente il diesel; per il Biscione però non sono previsti modelli full electric, ma dovrà accontentarsi di ibridi plug-in accoppiati a nuovi motori V6 a benzina sviluppati in collaborazione con Ferrari.

Maserati: con lo stop ai motori diesel lancerà la sfida alle supercar elettriche come Tesla, puntando a un coupé di lusso sia in versione 100% elettrica, sia in versione ibrida plug-in, con un’accelerazione da 0 a 100 in 2 secondi.

Jeep: si pone al centro dell’evoluzione Fca perché tutti i futuri modelli avranno anche una variante elettrica, e 5 modelli del marchio americano monteranno, entro il 2021, la guida autonoma di livello 3. E al termine del piano triennale, tutta la gamma di Jeep sarà completamente elettrificata: i modelli saranno soprattutto ibridi, pensati in particolar modo per mercati in espansione come la Cina.

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Concetta Desando
Concetta Desando

Due menzioni speciali al premio di giornalismo M.G. Cutuli, vincitrice del Premio Giuseppe Sciacca 2009, collaboro con testate nazionali.

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