INNOVAZIONE

10 startup italiane dell’automotive da tenere d’occhio nel 2023

Da Kinecar a Carchain, da Megaride a Novac. Dalla smart car all’intelligenza artificiale fino alla blockchain e gli NFT per le quattro ruote. Ecco 10 startup italiane che stanno portando innovazione nell’automotive

Pubblicato il 24 Mag 2022

Startup automotive

Il ruolo delle startup italiane nella trasformazione dell’automotive è diventato sempre più centrale, con le grandi case automobilistiche in gara per accaparrarsi le novità realizzate da queste società. Il settore automotive è infatti in costante evoluzione: le automobili sono diventate mezzi digitalizzati e iperconnessi, aumentano i veicoli elettrici, destinati (dicono gli esperti) a diventare praticamente gli unici circolanti entro due lustri, e si lavora a una serie di innovazioni ancora da sviluppare come la guida autonoma (e semi-autonoma).

Le startup italiane dell’automotive

Sono diverse le startup italiane per up per l’automotive. Ne abbiamo selezionate 10, tenendo conto di una serie di elementi tra cui il livello di innovatività, la possibilità di scalare, la visione imprenditoriale, gli investimenti ottenuti, i riconoscimenti conseguiti.

Startup italiane automotive da tenere d’occhio nel 2022 per la possibilità di consolidarsi o emergere, dopo anni dedicati a ricerca, sviluppo e test. (Chi volesse segnalare altre startup interessanti attive nel comparto automotive può scrivere a redazione@economyup.it)

1. Kineton

Fondata a Napoli dall’ingegnere Giovanni Flengo nel 2016, Kineton è una scaleup hi-tech che nei suoi sei anni di vita ha aperto sedi anche a Milano e Torino, e offre servizi di ingegneria informatica attraverso la realizzazione di soluzioni innovative nei settori tecnologici principali: Media, Automotive, Telco, IoT, Gaming e Aerospace.

Il 95% dei ricavi arriva da questi ambiti (lavori di sviluppo, integrazione e servizi IT), mentre il restante 5% arriva da servizi di integrazione digitale e piattaforme pensate per il settore media in subscription fee, oltre a prodotti per la rivoluzionaria automobile Kinecar.

Contemporaneamente alle altre attività, infatti, la startup ha portato avanti per oltre due anni il progetto per realizzare la sua microcar innovativa full electric, concentrandosi su tre macro-ambiti: innovazione, mobilità sostenibile e sicurezza.

La Kinecar si pone come trait d’union fra il mondo media e quello automotive, superando il concetto di veicolo tradizionale in quanto vero e proprio “laboratorio di sistemi e servizi per la guida connessi e sicuri”: un ecosistema digitale dotato di tecnologie innovative per sicurezza e intrattenimento, che ha come target principale i giovani.

Presentata a dicembre 2021 durante la SMAU di Napoli, la Kinecar è dotata anche di un sistema integrato utile per raccogliere i dati del guidatore, conoscerlo e prevenire incidenti, oltre a monitorare la soglia d’attenzione di chi è al volante.

2. MegaRide

Nata nel 2016 come spin-off accademico della facoltà di ingegneria dell’Università Federico II di Napoli, MegaRide opera in un settore particolare dell’automotive: le gare motociclistiche e automobilistiche. La startup, co-fondata dal CEO Flavio Farroni insieme a Francesco Timpone e Aleksander Sakhnevych, si è immediatamente ritagliata un ruolo  nelle competizioni motoristiche in diversi campionati, affiancando costruttori e produttori di pneumatici come Ducati (anche in MotoGP e Pirelli).

MegaRide, nome solo apparentemente anglofono, va invece pronunciato con l’accento sulla a come in italiano. Questo perché  è stato scelto ispirandosi a uno dei simboli del capoluogo campano: l’isolotto su cui sorge Castel dell’Ovo.

La startup partenopea negli anni ha fatto incetta di premi internazionali, oltre a fatturare “dal primo giorno” senza ricorrere finora a finanziamenti e aumenti di capitale per scelta dei co-founder. Il motivo è semplice: MeGaRide ha realizzato un sistema con algoritmo integrato che raccoglie, elabora e integra i dati completi degli pneumatici studiandone e valutandone l’aderenza a seconda delle condizioni dell’asfalto.

Una soluzione che fornisce indicazioni utili per sfruttare al meglio il “grip”, ovvero l’aderenza al suolo delle gomme senza slittamenti in accelerazione. Uno degli aspetti principali per i successi (o meno) nelle competizioni a due e quattro ruote, che ha permesso a MegaRide di crescere e vincere nel 2020 l’Italian Master Startup Award, diventando una scaleup di successo.

3. VESevo

VESevo, acronimo di Viscoelasticity Evaluation System Evolved e contemporaneamente rimando all’antico nome del Vesuvio, nasce dalle attività di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Industriale della Federico II di Napoli in collaborazione con MegaRide, di cui è spin-off.

Grazie a VESevo l’ambito di ricerca della scaleup partenopea – in precedenza più teorico – ha trovato applicazione pratica diventando un elemento cruciale per il setup di auto e moto da competizione.

Nello specifico, grazie a una combinazione hardware-software sviluppata autonomamente, VESevo raccoglie informazioni sui singoli pneumatici. Dati che, attraverso un algoritmo di elaborazione a posteriori, consentono ai tecnici di ottenere un’analisi dettagliata delle proprietà fisiche delle gomme.

Elementi utilizzati per prevedere come si comporteranno gli pneumatici in condizioni variabili e con usura progressiva in gara, che indirizzano le decisioni delle squadre per migliorare le prestazioni e avere vantaggi ulteriori rispetto a sicurezza e controllo qualità.

Le gomme sono un elemento cruciale per innovare il settore automobilistico, poiché costituiscono l’unico elemento di contatto tra veicoli e fondo stradale e possono modificare drasticamente il comportamento dei veicoli. Evidente quindi come il lavoro di MegaRide e VESevo in futuro troverà applicazione anche nella mobilità quotidiana per migliorare gli standard di sicurezza.

Inoltre, nel 2021 VESevo ha siglato accordi di collaborazione con costruttori e team di Formula 1, Formula E, MotoGP e NASCA, vincendo anche l’Hardware Innovation of the Year all’Automotive Testing Technology International Award: uno dei riconoscimenti più importanti nel settore.

4. Tuc.technology

TUC.technology è una soluzione sviluppata dalla startup TUC – fondata nel 2020 a Torino da Ludovico Campana e Sergio Pininfarina e incubata in I3P – che punta a rivoluzionare e re-inventare il concetto di veicolo grazie alla razionalizzazione e all’efficientamento delle componenti elettroniche.

Il sistema abilita digitalizzazione, personalizzazione e modularità delle auto. TUC.technology è una tecnologia brevettata conforme agli standard automotive (OEM Compliant), che unisce un sistema integrato hardware-software per diversi scopi; il connettore digitale “TUC.plug” (usb della mobilità), un super computer connesso al cloud “TUC.brain” (il cuore del sistema) e una rete di alimentazione e connessione attraverso la fibra ottica che dà vita un network (TUC.network) completamente digitalizzato e connesso.

Il connettore modulare TUC.plug consente di fruire di un plug tecnologico per agganciare in sicurezza, alimentare e connettere tutti i componenti interni del veicolo affinché l’esperienza di mobilità sia “cucita su misura” per i singoli utenti.

La soluzione di TUC permette di abbattere costi e tempi per l’assemblaggio dei veicoli con un’alternativa all’attuale metodologia di costruzione che rispetta le normative vigenti rispetto alla sicurezza.

La startup, inoltre, ha stretto diversi accordi di collaborazione per realizzare componenti plug&play (tra i quali Sabelt, Chicco e Lavazza) e selezionato fornitori “importanti”: Italdesign-Giugiaro (ingegneria); Amet, Intel, Cisco e TIM (tecnologie).

5. Reefilla

Reefilla, startup costituita ad aprile del 2021 da Marco Bevilacqua, Pietro Balda e Gabriele Bergoglio – tutti ex manager di FCA – ha come obiettivo quello di permettere di guidare un veicolo elettrico senza doversi curare della ricerca dei punti di ricarica grazie alle ricariche a domicilio (charge delivery).

L’idea alla base del progetto vuole porre rimedio a quello che attualmente è uno dei limiti principali dei veicoli elettrici in sede d’acquisto: il timore di restare appiedati per “mancanza di elettricità”.

Le tecnologie attuali, infatti, permettono di ricaricare un veicolo elettrico con tempi che oscillano da 30 a 450 volte in più di quanto necessario per un rifornimento di benzina su una vettura tradizionale prendendo in considerazione lo stesso percorso.

Inoltre, mancano i punti di ricarica, e in questo senso la proposta in modalità “as a service” di Reefilla risolve il problema. Poggiando su tecnologie di monitoraggio da remoto che raccolgono i dati sullo stato della batteria e lo stile di guida, Reefilla avverte l’automobilista quando la carica è inferiore al 20% offrendo la ricarica a domicilio. Se il conducente dà l’ok, comunica la posizione e attende l’arrivo del dispositivo e dei tecnici che la eseguiranno.

Una soluzione che poggia su un dispositivo tecnologicamente evoluto, con una piattaforma cloud IoT a gestire l’intero processo. Inoltre, il device ha un sistema di ricarica Fast Charge fino a 26kW, capace di garantire in 25 minuti un’autonomia massima di 120 km.

Incubata da I3P – Politecnico di Torino e accelerata da Motor Valley Accelerator e Plug&Play, Reefilla è attualmente in fase di test e il servizio sarà disponibile a Milano e Torino entro giugno 2022.

6. E-GAP

E-GAP propone un servizio di “charge delivery” per auto elettriche disponibile a Milano e Roma dal 2019 e sbarcato anche a Bologna a fine 2021. La società è nata dalle diverse e molteplici competenze di tre soci: il presidente e fondatore Eugenio de Blasio (pioniere della Green Economy ed ex CEO di gruppi quotati al Nasdaq), Daniele Camponeschi (ex CIO di Independent Power Producers) e Alessandro Di Michele (ex CFO di Borsa Italiana).

Il progetto, realizzato insieme al gruppo MetaSystem, facilita la ricarica delle auto elettriche consentendo all’utente di fruire di un servizio di ricarica che consente di lasciare il mezzo dove desidera. Fatto ciò, mediante un’app dedicata per smartphone è possibile “chiamare” un addetto che, dopo essersi recato sul posto con un mezzo apposito, provvede alla ricarica.

Diventato in breve tempo il primo operatore di ricarica mobile, on-demand e sostenibile per auto elettriche in Europa, E-GAP offre quindi un servizio di ricarica rapida itinerante che si distingue per le emissioni zero generate dai mezzi per la ricarica, ribattezzati e-van.

A breve disponibile anche in altre città italiane ed europee, la realtà italiana propone anche servizi aggiuntivi come, ad esempio, la riattivazione in emergenza del veicolo in autonomia. Ovvero senza bisogno che il richiedente si trovi sul posto, e quindi in modalità “on demand” al 100%.

Per preparare l’espansione e l’internazionalizzazione (partendo da Parigi), dal 2021 E-GAP sta ampliando la flotta dei mezzi utilizzati per fornire il servizio di ricarica elettrica a domicilio. Entro la fine del 2022 è previsto l’acquisto di 100 e-van, puntando poi ad avere una flotta a 500 mezzi per la “charge delivery” entro il 2024.

7. Novac

Novac è una realtà fondata nel 2020 a Modena da quattro under 30 ex studenti di ingegneria presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia con indirizzi focalizzati su veicoli, elettronica e materiali: Matteo Bertocchi (CEO), Loris Bruzzi (COO), Alessandro Fabbri (CIO) e Aldo Girimonte (CTO).

Nel 2018 i quattro co-founder hanno collaborato per realizzare un progetto innovativo in ambito automotive: lo spunto per realizzare un sistema in grado di ottimizzare le prestazioni e allungare il ciclo di vita delle batterie.

Dopo aver immediatamente ottenuto diversi riconoscimenti, Novac è stata selezionata per entrare nel percorso d’accelerazione del Motor Valley Accelerator, organizzato da Plug&Play e CDP Venture Capital.

La startup sta sviluppando una tipologia unica di supercondensatori allo stato solido e modellabili con tecnologia proprietaria. A inizio 2022 ha avviato il lavoro utile a realizzare un primo prototipo, ricevendo subito diverse proposte di partnership da costruttori di supercar.

La tecnologia innovativa di Novac, rivolta a segmenti di fascia alta, ha diversi settori di possibile applicazione: dalle hypercar (elettriche o ibride) a quello aerospaziale, passando per le imbarcazioni elettriche e mezzi di mobilità urbana.

Inoltre, stante l’assenza di liquidi, oltre a proporre supercondensatori ecosostenibili e con performance migliori, Novac risolverà i problemi di quelli già sul mercato, che a causa di costi elevati e potenziali rischi non hanno molto successo.

Candidandosi così a diventare un punto di riferimento in un settore che, secondo le stime di Novac arriverà a valere 2,4 miliardi in poco tempo.

8. 2electron

2electron è una startup fondata nel 2018 a Venaria Reale (TO) come spin-off di Zender (PMI che da oltre 30 anni fornisce servizi e riparazioni nell’automotive collaborando con costruttori come Stellantis, Ferrari, Maserati, Lamborghini, Bosch e Ducati), punta a unire tradizione e innovazione portando nei veicoli elettrici le medesime sensazioni restituite dai veicoli “classici”.

2elecrton ha pertanto sviluppato una tecnologia proprietaria per veicoli full electric in grado di riprodurre le sensazioni di guida tipiche dei motori endotermici rispetto a prestazioni, suoni e vibrazioni. Tanto su due (progetto già avviato) che su quattro ruote.

L’idea è iniziale risponde ad una domanda banale, che rappresenta però un ostacolo per la scelta di un veicolo elettrico: “L’esperienza di guida non è fatta solo di velocità, ma anche di sensazioni”.

Sensazioni che la startup vuole riprodurre favorendo la transizione al full electric grazie ad un team guidato dal CEO e fondatore di Zener, Francesco Spagnolo, e dal CTO della PMI, Jonathan Duò, che alle competenze dei founder aggiunge quelle di diversi professionisti con anni di esperienza nei rispettivi settori.

Poggiando sulla tecnologia proprietaria McFly, 2electron mette insieme la sostenibilità ambientale dei motori elettrici e le emozioni che arrivano dal guidare una moto tradizionale. Nel dettaglio, da un’apposita interfaccia il motociclista può selezionare la modalità di guida più gratificante tra una serie di opzioni che saranno implementate in futuro, aggiungendosi alle due già disponibili.

9. Social Self Driving

Social Self Driving nasce da un’idea dell’ingegnere Luigi Mazzola, che dopo 20 anni in Formula 1 con Ferrari e 14 titoli mondiali vinti lavorando con piloti del calibro di Prost, Schumacher e Raikkonen, nel 2009 ha lasciato il circus scegliendo di diventare imprenditore.

Tra le attività avviate, Mazzola nel 2021 ha co-fondato la nuova startup automotive che punta a sviluppare un marketplace. Un store virtuale che permetterà di acquistare uno stile di guida tra quelli di piloti, celebrità o individui, per poi installarlo come un plugin sul proprio mezzo a guida autonoma (o semi-autonoma).

Con un valore aggiunto, ovvero la possibilità di condividere sui social elementi dell’universo automotive del futuro. Social Self Driving, oltre ad aver avviato conversazioni con possibili investitori, ha messo a punto una tecnologia già completa che prevede l’installazione di un data log per estrarre i dati da qualsiasi vettura.

Fatto ciò, l’intelligenza artificiale crea un profilo di guida identico a quello di sportivi, piloti o semplici amatori (anche il proprio). Per arrivarci, è sufficiente guidare per pochi chilometri, con gli stili da installare successivamente su mezzi a guida autonoma attraverso un’app.

Una scommessa sul futuro: uno studio condotto da McKinsey & Company ritiene che nel 2030 il 15% delle nuove immatricolazioni riguarderà auto a guida autonoma, mentre il 55% interesserà veicoli a guida semi-autonoma.

Situazione che aprirà spazi per commercializzare soluzioni innovative ancora inesplorate, come lo è la proposta di Social Self Driving. Che, forte di un brevetto registrato in esclusiva, non punta solo a registrare lo stile di guida di piloti e celebrità, ma anche a rendere meno “noiosa” l’esperienza di guida di automobili che si marceranno da sole grazie a un’app e all’intelligenza artificiale.

10. Carchain

Carchain, fondata a Trieste nel 2020, è una realtà automotive che intercetta uno degli ultimi trend del settore, ovvero l’applicazione di blockchain e NFT.

Nata con l’intenzione di creare una piattaforma ad hoc per digitalizzare le automobili su blockchain mediante NFT, la startup è stata selezionata per l’edizione inaugurale di Motor Valley Accelerator per poi entrare nel programma di accelerazione B-Hub blockchain for Europe e ottenere il primo investimento.

Alla base dell’iniziativa imprenditoriale partita dal fondatore argentino Lisandro Espindola c’è un problema atavico che caratterizza il mercato delle auto usate: il rischio di incappare in veri e propri “bidoni” quando si sceglie di comprare un veicolo di seconda mano.

Per risolverlo Carchain ha realizzato uno strumento di controllo e verifica dei veicoli usati utile a rendere trasparente le compravendite: una piattaforma che consente di creare un’identità digitale per le automobili su blockchain sfruttando i Non Fungible Token in modo da tracciare e verificare condizioni e valore del veicolo dall’uscita dal concessionario alla rottamazione.

La startup crea un NFT associandolo a un veicolo attraverso il numero identificativo univoco (VIN) dello stesso, per poi collegarvi informazioni e documenti relativi a utilizzo, manutenzione, chilometraggio e altri dettagli.

Carchain permette ai produttori di creare autonomamente identità digitali, mentre i singoli utenti possono farlo con un codice QR da applicare all’automobile che consente di visualizzare le informazioni a un possibile acquirente.

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Federico Bandirali
Federico Bandirali

Giornalista pubblicista dal 2014 e growth hacker dal 2017 con master presso Talent Garden, durante gli studi in comunicazione ho iniziato a collaborare con testate cartacee generaliste dal 2006. Dopo aver scritto articoli in diversi ambiti (cronaca, politica, esteri, economia e sport) e abbandonato il cartaceo, mi sono sempre più focalizzato su tecnologia e innovazione, branded journalism e storytelling aziendale. Nel 2016 ho scritto un libro: una case history relativa alla partnership tra Intesa Sanpaolo ed Expo Milano 2015 poi ripresa da atenei statunitensi.

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