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Auto a idrogeno: che cos’è, come funziona e quali prospettive ha in Italia e in Europa



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Come funziona l’auto a idrogeno? Quanto costa? Quali modelli sono disponibili? Criticità e vantaggi di un’innovazione ancora agli albori

Aggiornato il 14 nov 2025



auto a idrogeno

L’idrogeno è uno dei perni della strategia per la rivoluzione verde e l’auto a idrogeno è uno dei grandi trend del settore automotive. Tuttavia, se il mercato dell’auto elettrica è in rapida espansione, quello dell’idrogeno sta  ancora muovendo i suoi primi passi, ostacolato dalla mancanza di infrastruttura e dagli ingenti costi di produzione che scoraggiano i player della filiera.

Tuttavia qualche progetto comincia a profilarsi all’orizzonte. In occasione del CES Las Vegas 2024, l’evento di riferimento a livello nazionale per l’innovazione tecnologia, Bosch ha annunciato che sta sviluppando le componenti di un innovativo motore termico alimentato a idrogeno, che intende lanciare sul mercato entro la fine dell’anno.

A settembre 2024 Toyota e BMW hanno firmato un nuovo memorandum d’intesa, con l’obiettivo comune di offrire un’alternativa all’auto elettrica grazie, appunto, a un veicolo ad idrogeno.

Ma vediamo intanto come funziona un’automobile a idrogeno, cosa c’è oggi sul mercato e quali sono le prospettive future.

Breve storia del motore a idrogeno

La tecnologia del motore ad idrogeno è più antica di quanto si possa pensare: il primo esempio risale addirittura al 1807. Si trattava di un prototipo realizzato dallo svizzero Francois Isaac de Rivaz e dotato di motore a combustione interna – un tipo di tecnologia che in tempi più recenti è stata scartata a favore dei veicoli a celle di combustibile (FCV), fino all’80% più efficienti.

Il primo motore a celle di combustibile fa la sua apparizione nel 1959. È un trattore agricolo convertito, opera di Harry Karl Ihrig, contenente 1.008 piccole celle a combustibile alcaline.

È General Motors a creare la prima automobile FCV da passeggeri, nell’anno 1966, con il suo GM Electrovan. Da allora, le sperimentazioni sono proseguite all’insegna di sempre maggiori prestazioni ed efficienza.

Come funziona un’auto a idrogeno?

Come funziona la tecnologia di un moderno veicolo a idrogeno?

Le automobili immagazzinano il gas in bombole ad alta pressione, e lo immettono poi in una pila a combustibile, la cosiddetta fuel cell. Questa è considerata il cuore delle auto a idrogeno, al cui interno avviene una reazione elettrochimica che, ionizzando il combustibile (gli atomi d’idrogeno), genera elettricità e produce come scarto nient’altro che acqua.

Le automobili a idrogeno sono quindi tecnicamente veicoli elettrici, perché l’elettricità così prodotta aziona un motore elettrico collegato alle ruote. Hanno anche una batteria ad alta tensione che immagazzina l’energia prodotta dal motore in frenata, come fanno le ibride e le elettriche convenzionali.

Idrogeno grigio, blu e verde, qual è la differenza?

Parlando di veicoli ad idrogeno, capita di imbattersi nelle parole “idrogeno verde”, “idrogeno blu” o “idrogeno grigio”. Che cosa si intende?

L’idrogeno puro è molto raro da trovare in natura, quindi il “combustibile” per i motori ad idrogeno viene ricavato tramite estrazione da altre molecole. Per quanto il prodotto finale sia di fatto lo stesso, in base alla tecnica di estrazione è qualificato con diversi colori.

L’idrogeno “blu” è ottenuto tramite lo stesso processo, con la differenza che la CO2 liberata viene catturata e stoccata, ed è quindi una tecnica d’estrazione con minore impatto ambientale.

Il rapporto International Energy Agency (IEA) 2025 indica che la produzione di idrogeno a basse emissioni (green/blue) è ancora meno dell’ 1% della produzione totale, ma l’intero panorama è cambiato.

Anche se meno conosciuti, esistono poi l’idrogeno “nero”, estratto dall’acqua utilizzando energia prodotta da centrali a carbone, e il “viola”, estratto dall’acqua utilizzando energia nucleare.

L’idrogeno “verde”, infine, è ricavato con la tecnica meno inquinante di tutte: è ottenuto tramite l’idrolisi dell’acqua (il processo di separazione degli atomi di idrogeno e ossigeno), utilizzando corrente elettrica generata da fonti rinnovabili, e non genera anidride carbonica.

Ad oggi a livello mondiale si producono 73,9 milioni di tonnellate di idrogeno. Di queste, circa il 96% è costituito da idrogeno ottenuto da idrocarburi, con solo il 4% di idrogeno verde. È tuttavia su quest’ultimo che le grandi aziende energetiche stanno puntando, nella convinzione che possa diventare il vettore energetico di riferimento nel lungo termine.

Quali sono le auto a idrogeno sul mercato?

Il mercato del motore ad idrogeno per veicoli commerciali è ancora molto ristretto, nonostante la tecnologia sia da decenni presentata come un’alternativa ai combustibili fossili. Ad oggi, le uniche grandi case automobilistiche a commercializzare auto a idrogeno sono Toyota con la Mirai e Hyundai con la Nexo.

Maggiori sono le prospettive di sviluppo nel comparto dei veicoli commerciali e industriali, dove i grandi produttori di camion spingono sulla transizione verso l’idrogeno tra joint-venture e partnership, tra cui quella di Daimler Truck-Volvo e quella di Iveco-Nikola.

Veicoli a idrogeno in Italia

Hydro, l’auto a idrogeno italiana

Se i veicoli ad idrogeno disponibili sul mercato sono al momento molto limitati, non significa che manchino i progetti in fase di sperimentazione. Tra i prototipi di auto a idrogeno ad alta tecnologia c’è anche un progetto italiano: Hydro, auto elettrica, connessa, condivisa e a guida autonoma sviluppata dal Gruppo Adler, in partnership con Uniparthenope e Medio Credito Centrale, nella provincia di Benevento.

L’iniziativa, che ha lo scopo di individuare e sviluppare soluzioni innovative per veicoli hybrid ad impatto ambientale zero, vuole spingere il ruolo dell’Italia e della sua produzione automotive nella sfida dell’idrogeno.

La flotta di bus a idrogeno a Bolzano

Bolzano ha presentato a maggio 2021 nuovi ecobus per il trasporto urbano. Dopo i prototipi attivi da qualche anno in città, entrarà in circolo sulle strade una flotta di 12 mezzi targata SASA, società in-house della Provincia Autonoma di Bolzano e gestore per il trasporto pubblico su strada, che può così considerarsi la prima del Paese (e tra le più cospicue d’Europa) ad essere alimentata a idrogeno verde.

I bus, realizzati dall’azienda Solaris, si andranno ad aggiungere ai prototipi a celle a combustibile di EvoBus in servizio dal 2013. In collegamento con l’arrivo della nuova flotta di mezzi green, la Provincia Autonoma di Bolzano ha deciso di cofinanziare nell’ambito del progetto MEHRLIN la costruzione di una nuova stazione di rifornimento di idrogeno direttamente presso il deposito autobus di SASA a Bolzano Sud.

Auto a idrogeno, i costi

Una delle obiezioni spesso sollevate riguardo all’adozione dei veicoli ad idrogeno sono i costi. Questi variano a seconda delle tecnologie d’estrazione: l’idrogeno grigio è il più economico, mentre per il blu il costo d’impianto aumenta a causa della necessità di cattura dell’anidride carbonica.

Il costo dell’idrogeno varia nel tempo e tra paesi/regioni. Al 2025 potrebbero esserci stati cambiamenti nei costi di produzione, tassazione, incentivazione.


Costi e tecnologia

Il rapporto IEA 2025 conferma che la produzione globale di idrogeno a basse emissioni — quindi verde o blu — rappresenta ancora meno dell’1% del totale, segno di una filiera che cresce ma non ha ancora raggiunto la scala necessaria per incidere sui mercati energetici. Alla fine del 2024 la capacità mondiale di elettrolisi si attestava intorno ai 2 GW, con la Cina in posizione dominante e responsabile di circa due terzi del totale installato.

Sul fronte economico, il costo dell’idrogeno verde continua a diminuire grazie al miglioramento delle tecnologie e alla maggiore disponibilità di rinnovabili, ma resta comunque più alto rispetto all’idrogeno ottenuto da fonti fossili. Il divario, pur in riduzione, impone valutazioni più caute sugli scenari di breve periodo.

In Italia, un segnale concreto arriva da Industrie De Nora, che sta realizzando una gigafactory di elettrolizzatori con una capacità prevista di circa 2 GW, la cui entrata in funzione è programmata tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Un progetto che potrebbe contribuire in modo significativo alla filiera nazionale dell’idrogeno verde.


Quindi quanto costa fare il pieno con un’auto a idrogeno?

Per sapere quanto costi concretamente muoversi con un’auto ad idrogeno, non sono molti i dati ad oggi disponibili, specialmente in Italia, dove esistono pochi distributori attivi.

Auto a idrogeno, quali gli ostacoli?

Oggi il maggiore ostacolo nella diffusione di veicolo ad idrogeno è l’assenza di un’adeguata infrastruttura per il rifornimento. Come accennato, in Italia ce ne sono pochi.

Inoltre, i costi dell’idrogeno, per quanto in rapida discesa, sono ancora elevati a causa del complesso processo produttivo e delle tecnologie ad oggi utilizzate, che hanno bisogno di grandi quantità di energia: si tratta nel complesso di un sistema poco efficiente rispetto all’alternativa elettrica già sul mercato.

Perché l’auto a idrogeno diventi una realtà capace di rivaleggiare con la classica auto elettrica c’è quindi bisogno di drastici interventi sistemici. Ma prima di gettare la spugna sulla tecnologia, è importante considerare il grande interesse a livello europeo (e mondiale) nello sviluppo della produzione di idrogeno come fonte di energia pulita.

Il ruolo dell’idrogeno per il cambiamento climatico: il piano UE

All’idrogeno, nello specifico l’idrogeno blu e soprattutto verde, è stato riconosciuto un ruolo fondamentale nella riduzione delle emissioni nella strategia di decarbonizzazione dell’Unione Europea, con obiettivo zero emissioni entro il 2050.

Secondo il piano, la transizione all’idrogeno servirà a de-carbonizzare interi comparti che oggi basano il loro funzionamento su combustibili fossili, da trasporto e industria pesante al riscaldamento degli edifici. Il piano prevede la produzione di idrogeno ecosostenibile utilizzando energia solare nei paesi caldi, eolica nei paesi costieri e da reforming del metano nei paesi ricchi di gas, combinato a sistemi di cattura della CO2.

L’8 luglio 2020 la Commissione Europea ha definito una strategia operativa con un massiccio piano di investimenti, che punta a spingere la produzione di idrogeno verde dal 2% al 14% in 30 anni, con la produzione di un milione di tonnellate entro il 2024, dieci milioni entro il 2030, con entro il 2050 di un quarto delle energie rinnovabili totali impiegate nella produzione di idrogeno verde da utilizzare su larga scala.

Per implementare la sua strategia, la Commissione Europea ha presentato l’European Clean Hydrogen Alliance, un’iniziativa pubblico-privata che unisce leader industriali, la società civile, i ministri nazionali e regionali e la Banca Europea per gli Investimenti, con l’obiettivo di identificare le esigenze tecnologiche, le opportunità e i fattori abilitanti dell’idrogeno. Questo ente avrà il compito di definire il dettaglio operativo della prima fase e lavorerà su sei pilastri (applicazioni residenziali, trasmissione e distribuzione, mobilità, produzione, applicazioni industriali, settore energetico), coordinando fornitori e consumatori di idrogeno green.

Idrogeno, la strategia in Italia

Il 26 novembre 2024 il governo ha pubblicato la nuova Strategia nazionale per l’idrogeno, un documento che aggiorna in modo significativo il quadro di riferimento per lo sviluppo di questa filiera in Italia. La roadmap fissa obiettivi chiari: installare almeno 5 GW di elettrolizzatori entro il 2030, avviare la creazione di vere e proprie Hydrogen Valleys, integrare maggiormente l’idrogeno nelle infrastrutture energetiche già esistenti e potenziare le importazioni da Paesi terzi — in particolare dal Nord Africa — attraverso il progetto SoutH2 Corridor.

La Strategia rafforza inoltre una visione ormai condivisa a livello europeo: posizionare l’Italia come hub dell’idrogeno nel Mediterraneo, valorizzando sia la sua collocazione geografica sia la capillarità della rete metanifera nazionale, che può diventare una dorsale per il trasporto del nuovo vettore energetico.


Infrastrutture e progetti italiani

Sul fronte delle infrastrutture, uno dei progetti più strategici è il SoutH2 Corridor, il gasdotto dedicato all’idrogeno che collegherà Nord Africa, Italia, Austria e Germania per favorire l’importazione e la distribuzione di idrogeno rinnovabile lungo l’asse mediterraneo ed europeo. Si tratta di un’infrastruttura chiave per trasformare l’Italia in un nodo di transito e scambio energetico di rilevanza continentale.

Parallelamente, nel Paese stanno prendendo forma nuove stazioni di rifornimento e applicazioni sperimentali. Tra i progetti più avanzati c’è quello dei treni a idrogeno in Valle Camonica, con l’introduzione di una flotta di 14 convogli prevista entro il 2025: una delle prime esperienze italiane di mobilità ferroviaria a emissioni zero su tratte non elettrificate.

A completare il quadro, nel gennaio 2025 l’Italia ha firmato un accordo di cooperazione energetica con l’Arabia Saudita, che include collaborazioni su idrogeno e ammoniaca verde, aprendo nuove opportunità per investimenti e scambi tecnologici nel settore.



Qual è il futuro dell’auto a idrogeno: il mercato

Il mercato delle auto a celle a combustibile continua a crescere lentamente e resta nettamente indietro rispetto alla mobilità elettrica a batteria. Il rapporto IEA 2025 evidenzia come diversi progetti siano stati rallentati o addirittura cancellati, segno di una tecnologia che, almeno nel settore delle auto passeggeri, fatica ancora a trovare un proprio spazio commerciale.

Molte case automobilistiche hanno infatti ridimensionato gli investimenti sull’idrogeno per il mercato consumer, concentrandosi invece su segmenti dove il vettore ha un vantaggio competitivo più evidente: industria pesante, trasporti a lunga distanza, treni e navigazione.

In Italia la situazione è ancora più contenuta: pochi modelli disponibili, infrastrutture scarse e una rete di rifornimento non ancora adeguata limitano fortemente la diffusione delle auto a idrogeno sul territorio.


Vuoi saperne di più?
Leggi l’intervento di Alessandro Abbotto, professore all’Università di Milano-Bicocca e autore del libro Idrogeno. Tutti colori dell’energia
.

(Aggiornato il 14/11/2025)

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