Politica economica

Identikit dell’estremista pragmatico a capo della segreteria tecnica del Mise

Si definisce così nel suo profilo Twitter Carlo Stagnaro, già consulente del ministro Federica Guidi, che prende il posto di Stefano Firpo. È un ingegnere esperto di ambiente, co-fondatore dell’Istituto Bruno Leoni e “rottamatore” dell’articolo 18

Pubblicato il 08 Apr 2015

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Carlo Stagnaro, neo-responsabile della segreteria tecnica del Mise

Alla segreteria tecnica del Ministero dello Sviluppo economico, da anni impegnata nella policy governativa per le startup innovative, arriva un ingegnere liberista esperto anche e soprattutto di energia: il nuovo capo è Carlo Stagnaro, già consigliere del ministro Federica Guidi e senior fellow dell’Istituto Bruno Leoni (Ibl), think tank di pensatori liberisti. Prende il posto di Stefano Firpo, che a fine gennaio era stato nominato direttore generale per la politica industriale, la competitività e le Pmi e finora aveva mantenuto entrambi gli incarichi. L’annuncio è stato dato dallo stesso Firpo su Twitter.

Nato nel 1977 a Sestri Levante (Genova), Stagnaro si è laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio presso l’Università di Genova e ha conseguito un dottorato di ricerca in “Economia, mercati, istituzioni” presso IMT Alti Studi–Lucca, istituto statale di istruzione universitaria nato nel 2005 attraverso un consorzio formato da Politecnico di Milano, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università degli studi di Pisa (in seguito uscita) e Luiss di Roma – insieme alla Fondazione lucchese per l’alta formazione e la ricerca (Flafr). Tra i presidenti dell’Imt c’è stato Gaetano Quagliariello, oggi coordinatore del Nuovo Centrodestra. Attuale direttore è Alberto Bemporad. La tesi con cui Stagnaro ha conseguito il dottorato si intitolava “Three Essays on the Economics of Climate Change”.

Il neo capo della segreteria tecnica del Mise è stato, con Alberto Mingardi e Carlo Lottieri, co-fondatore dell’Istituto Bruno Leoni. Nato nel 2003, l’Ibl è un serbatoio di giovani pensatori (loro ci tengono a sottolineare che il 60% ha meno di 40 anni) definito a più riprese “liberale”, “liberista”, “mercatista”, ma che – precisano i suoi membri – non fa che ispirarsi al pensiero di Bruno Leoni, grande filosofo del diritto. Considerato anche una lobby piuttosto potente, l’Istituto è sostenuto da individui, imprese, associazioni e fondazioni. Attualmente Stagnaro si occupa del coordinamento delle attività di ricerca di Ibl. I suoi interessi sono nel campo dell’economia dell’energia e dell’economia dei servizi pubblici, temi sui quali ha pubblicato articoli e curato libri.

È diventato consulente del ministro Guidi circa un anno fa, in particolare sui temi dell’energia. Sull’argomento vanta un curriculum ben nutrito. È componente del comitato scientifico del Festival dell’Energia. È membro del Corso di Alta Formazione in Energy Finance organizzato dal Politecnico di Milano e dal Gme. Fa parte della redazione della rivista Energia, fondata nel 1980 da Romano Prodi, poi Presidente del Consiglio, ed Alberto Clô, poi ministro dell’Industria e del Commercio Estero. È inoltre socio dell’Associazione Italiana degli Economisti dell’Energia e della Società Italiana di Fisica.

Altri titoli: è Fellow dell’International Council for Capital Formation (Bruxelles) e Honorary Fellow del Copenaghen Institute (Copenaghen). È stato Fellow dell’International Policy Network (Londra). È inoltre membro della Società italiana di fisica, presieduta da Luisa Cifarelli, e dell’Associazione “Galileo 2001 – Per la libertà e la dignità della scienza”, presieduta da Renato Angelo Ricci. È stato tra i fondatori della rivista Endore, diretta da Franco Manni.

Sposato, padre di due figli, sul profilo Twitter si definisce “Estremista pragmatico” e “rivoluzionario incrementale”.

Interessante per capire le sue teorie politico-economiche un articolo scritto per “Il Foglio” lo scorso ottobre e intitolato “Tutti i punti di contatto tra il Nobel Tirole e la Renzinomics”, in cui parla appunto di Jean Tirole, fresco vincitore del Premio Nobel per l’Economia 2014, descrivendolo come uno che “pur non essendo in alcun modo definibile come un ‘liberista’, ha finito per assumere posizioni assai nette su una serie di questioni”. Stagnaro prosegue: “Parlando della Francia a poche ore dal Premio, per esempio, ha detto: ‘Non abbiamo adottato riforme del mercato del lavoro simili a quelle tedesca e scandinava. Né abbiamo ridotto il peso dello stato. Io sono molto favorevole al nostro modello sociale, ma non è sostenibile se lo stato è troppo grosso’. In un’intervista al Foglio nel 2012, sull’Italia, si era spinto a proporre la rottamazione dell’articolo 18, prevedendo delle forme di compensazione a carico dell’azienda. Il succo è appunto quello di lasciare libere le imprese di gestire la propria forza lavoro, definendo però una sorta di onere finanziario quando contribuiscono a produrre ‘esternalità negative’ per il paese attraverso l’aumento della disoccupazione”.

Argomenti dei suoi articoli più recenti: la necessità di avere una Energy Union a livello europeo; l’importanza di riavviare il Mercato Unico della Ue; la necessità di liberalizzare il mercato energetico retail dell’Unione; una riflessione sulla bolletta elettrica, “trattata, negli ultimi vent’anni e a dispetto del profondo processo di riforma che ha investito il settore, alla stregua di un bancomat”. Ma anche un intervento su “Il Foglio” a proposito dello scandalo di Roma Capitale e della corruzione. Corruzione letta attraverso il suo sguardo di economista liberalista, della quale scrive: “può esistere sia nel settore privato sia nel pubblico, ma è solo nel pubblico che produce conseguenze sistemiche”.

In passato Stagnaro ha anche pubblicato alcuni contributi piuttosto critici sulla Strategia energetica nazionale che era stata predisposta dall’ex ministro Corrado Passera.

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