Leitner, il made in Italy che muove il Sudamerica con funivie green

Il gruppo altoatesino (717 milioni di fatturato) ha installato cabinovie urbane in metropoli come Rio de Janeiro e Medellin e ha appena vinto la gara per un impianto a Città del Messico. Il presidente Seeber: “Con questi mezzi a basso impatto ambientale colleghiamo quartieri quasi irraggiungibili e creiamo lavoro”

Pubblicato il 03 Ott 2014

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In questo momento molti abitanti di Medellin, in Colombia, si stanno spostando da montagna a valle sorvolando comodamente la loro città ed evitando il traffico. Un lusso che presto potrà concedersi anche chi vive a Città del Messico: merito di una impresa della provincia di Bolzano, il gruppo Leitner, che proprio nella capitale messicana ha vinto la gara per la realizzazione di una funivia urbana, un sistema di trasporto su cabinovie che in Sudamerica sta rivoluzionando il modo di spostarsi all’interno dei centri abitati.

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L’idea di adattare ai trasporti pubblici urbani un mezzo nato per collegare gli impianti sciistici piace a quelle amministrazioni che combattono con la gestione del traffico o sono formate da quartieri che è quasi impossibile raggiungere senza auto. Città del Messico è una di queste realtà, fatta di oltre 8 milioni di abitanti e una estensione irregolare del territorio che complica moltissimo la pianificazione degli spostamenti.

«Il nostro sistema non è la soluzione definitiva al traffico e al congestionamento dei centri urbani, ma certamente è un mezzo che facilita e assiste i flussi», spiega il presidente del gruppo Leitner, Michael Seeber, che crede nella sostenibilità delle funivie a partire dal modo in cui vengono progettate.

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«In Sudamerica – precisa – abbiamo realizzato impianti partendo sempre da qualche stazione ferroviaria esistente: in questo modo a Rio de Janeiro la nostra funivia ha permesso di collegare una favela che prima era tagliata fuori dal centro cittadino, sfruttando una stazione già presente mentre a Medellin ogni anno in media 14 milioni di persone utilizzano questo mezzo di trasporto a basso impatto ambientale».

Seeber guida un gruppo nato nel 1888 dall”intuizione di un meccanico di Vipiteno e che oggi conta ben sei aziende specializzate anche in impianti a energia eolica. Ogni anno Leitner investe oltre 20 milioni di euro in ricerca e sviluppo, ma gli sforzi sono ben ripagati: solo nel 2013 le imprese del gruppo hanno fatturato complessivamente circa 717 milioni di euro rendendo felici i loro tremila dipendenti.

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Ma come si fa a collegare due o più punti di una città con una funivia? «Studiando molto la conformazione e la struttura del territorio e soprattutto realizzando progetti su progetti ancora prima di vincere una commessa», spiega il presidente di Leitner che non nasconde come ai forti guadagni corrispondano molti investimenti a perdere: «Oggi strumenti come Google Earth aiutano, ma occorre sempre effettuare sopralluoghi, misurazioni, insomma essere presenti sul posto per produrre un progetto degno di vincere una gara o essere accettato dal potenziale cliente: è il nostro rischio di impresa, ma il gioco vale la candela».

Avete realizzato impianti anche in Italia? «Sì, per esempio a Perugia». E invece città come Roma le hanno mai chiesto un progetto? «Sì, su Roma abbiamo realizzato dei progetti, uno in particolare studiato per sorvolare il Tevere. Purtroppo per ora resta tutto su carta: sono le amministrazioni che devono decidere se investire in una funivia urbana». Tutti vogliono un impianto, dunque, ma pochi in Italia al momento scommettono sulla sua realizzazione.

Eppure nel resto del mondo gli impianti a fune, nati come infrastrutture per la montagna, e ancor oggi prevalentemente utilizzati nel settore del turismo invernale, stanno diventando un sistema alternativo di trasporto sempre più richiesto. Uno dei massimi esperti mondiali di funivie urbane, l’urbanista Steven Dale, ha dato vita al Creative Urban Projects: un programma dedicato allo sviluppo di soluzioni specifiche di trasporto su cabinovie. La realizzazione di questo sistema di spostamento, infatti, è già considerato meno costoso di quello necessario per una metropolitana.

Senza contare che in futuro lo sviluppo di funivie in città potrebbe creare anche nuovi posti di lavoro. Come testimonia Seeber, «la presenza di tecnici manutentori e di personale “di bordo” è necessaria molto più negli impianti di città che non in quelli di montagna, perché nei centri urbani l’utilizzo del mezzo è massiccio e più frequente e richiede una manutenzione e un controllo costanti».

Al momento gruppi come Leitner stanno lavorando proprio per migliorare le prestazioni dei loro impianti, aumentandone la portata oraria, la velocità, e l’assistenza tecnica. «Un po’ come è accaduto con gli ascensori», conclude Seeber, «all’inizio installati e basta e ora veri e propri centri di assistenza per condomini e passeggeri».

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