La proposta
#StartupNOtax, cresce su Twitter e apre il dibattito
L’allarme lanciato da Economyup sta ottenendo i suoi effetti. La richiesta di non aumentare, ma di ridurre, il prelievo fiscale sulla rendita finanziaria delle startup sta incontrando sempre più consensi. Dal Corriere della Sera a Italia Startup
di Redazione EconomyUp
17 Apr 2014

Con lo slogan #StartupNOtax, l’hashtag che abbiamo ideato su Twitter per stimolare l’ecosistema, abbiamo proposto al premier Matteo Renzi e al suo governo di riconsiderare l’idea di aumentare indiscretamente la tassazione sulle rendite finanziarie dal 20 al 26 per cento e a fare un’eccezione per le startup innovative.
Davanti ai toni categorici di Pierluigi Paracchi sulla piattaforma di microblogging: “No aumento capital gain su startup innovative, più investimenti privati #startupNOtax”, il segretario dell’associazione no profit che dà voce all’ecosistema delle startup italiane ha risposto: “Concordo. Proseguiamo sulla strada virtuosa avviata con Crescita 2.0”. A dimostrazione che la richiesta di diminuire l’aliquota, o quantomeno di non aumentarla, non viene dal nulla ma è l’ideale continuazione di un percorso normativo a favore delle startup che è già cominciato durante i governi Monti e Letta e ha favorito una crescente attenzione da parte di media e opinione pubblica su un tema, quello delle nuove imprese, che fino a poco tempo era pressoché ignorato.
A sottolineare la contraddizione del prevedere agevolazioni fiscali per chi investe in startup e poi “punirli” tassando di più le rendite è stata anche la stampa nazionale. Sul Corriere della Sera del 16 aprile, Massimo Sideri ha prima ricordato che “l’azione congiunta del governo Monti e Letta ha permesso d’introdurre delle detrazioni fiscali Irpef del 19% fino a mezzo milione d’investimento nelle startup”. Una mossa – scrive il giornalista del quotidiano di via Solferino – “capace di alimentare un circolo virtuoso”. Tuttavia, ha notato Sideri, aumentare l’aliquota sul capital gain rischierebbe di trasformarsi in “tassa sull’innovazione” che renderebbe vani i benefici introdotti con le norme precedenti.
Il dibattito che abbiamo lanciato sta avendo effetto. In Rete, #startupNOtax è diventato il sinonimo di tutti gli interventi normativi che andrebbero fatti per favorire la crescita dell’ecosistema. Lo startupper Michele Petrone (@micpet1977) ha twittato: “#startupNOtax Fondo dei fondi in tutta italia + stimolare mercato exit”. Emiliano Nesti (@EmilianoNesti) ha ricordato il 15 aprile che “far pagare meno conviene a tutti”. La fondazione Sicilian Venture (@fondazionesvp) ha sposato “la proposta di cambiare #DEF su rendita finanziaria @EconomyUp”.
Officine Formative (@OFFlab), la scuola per nuove imprese di Intesa Sanpaolo, senza mezza termini, ha cinguettato così: “#startupNOtax: abbassiamo le #tasse alle #startup”. David.G (@Ghostwriter37), che su Twitter si autodefinisce ghost-writer e comunicatore, evidenziava l’importanza di un intervento come quello che abbiamo proposto alla luce dei numeri diffusi dall’AIFI sugli investimenti in early stage nel 2013: “#startupNOtax, solo 81 milioni investiti in #startup nel 2013: ecco perché dobbiamo abbassare le tasse (non alzarle!)”. Sintetico, chiaro, diretto. Così come EconomyUp vuole esserlo ancora una volta: presidente Renzi, le tasse non alzarle. Almeno sulle startup. (m.d.l.)