Politica & Innovazione
Siae, recepita la direttiva Barnier ma si ignorano le startup (per ora)
Il Senato approva il testo europeo sulla liberalizzazione del mercato dei diritti d’autore ma prende in considerazione solo gli “organismi di gestione collettiva”, non gli “enti di gestione indipendenti” come Soundreef o Patamu. Il monopolio quindi sembra intatto. In attesa dei dettagli dei prossimi decreti attuativi
di Luciana Maci
Pubblicato il 28 Lug 2016

►Tutto quello che bisogna sapere per capire lo scandalo Siae
►La vicenda – È da tempo che la Società italiana degli autori ed editori, ente costituito oltre 130 anni fa, è

►Cosa contiene la delega – La legge delega approvata oggi sembra proprio procedere su questa linea. Perché? Basta leggere le prime righe che recitano: “Nell’esercizio della delega per l’attuazione della direttiva 2014/26/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (…) il Governo si attiene (..) anche ai seguenti princìpi e criteri direttivi specifici: assicurare che la Società italiana degli autori ed editori e gli altri organismi di gestione collettiva garantiscano idonei requisiti di trasparenza, efficienza e rappresentatività, comunque adeguati a fornire ai titolari dei diritti una puntuale rendicontazione dell’attività svolta nel loro interesse”. Per chi non conosce la direttiva Barnier potrebbe sembrare che menzionando sia la Siae sia gli organismi di gestione collettiva si stabilisca un’apertura del mercato a soggetti plurimi. Non è così. Nella direttiva Barnier si legge: “I titolari dei diritti dovrebbero essere liberi di poter affidare la gestione dei propri diritti a entità di gestione indipendenti. Tali entità di gestione indipendenti differiscono dagli organismi di gestione collettiva, tra le altre cose perché non sono detenute o controllate dai titolari dei diritti. Tuttavia, nella misura in cui tali entità di gestione indipendenti svolgono le stesse attività degli organismi di gestione collettiva, esse dovrebbero essere tenute a fornire determinate informazioni ai titolari dei diritti che rappresentano, agli organismi di gestione collettiva, agli utilizzatori e al pubblico”. Qui la direttiva europea sul diritto d’autore.

►La reazione – La prima reazione ufficiale arriva proprio da Soundreef, che in una nota scrive: “Certamente il testo della legge che detta i principi al Governo per il recepimento della direttiva Barnier non prevede la liberalizzazione, ma neanche la esclude. Né era la legge di delegazione la sede per decretare la fine formale dell’esclusiva SIAE. I fan del monopolio potrebbero cantare vittoria a una “vittoria di Pirro”. L’appuntamento, col mercato è infatti ineluttabile. Anche perché non è pensabile che, dovendosi comunque consentire l’attività in Italia di altre Società di Gestione di Collettiva dei Compensi ed Enti di Gestione Indipendenti stabilite in altri paesi dell’UE, per non incorrere in violazione del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea, si arrivi al paradosso che solo alle società italiane sia precluso il mercato Italiano. Su questo c’è stata la mobilitazione dell’Authority per la Concorrenza e il Mercato, di migliaia di autori, di moltissimi gruppi d’interesse e di un gruppo trasversale di molte forze politiche, dai Cinque Stelle alla destra allo stesso Pd, che chiedono il rispetto della Direttiva Barnier e del mercato”.
►Cosa succederà in seguito – La vicenda in ogni caso non si chiude qui. Dovranno essere emanati i decreti attuativi: bisognerà vedere cosa conterranno, se confermeranno l’impianto della delega o introdurranno novità. Dopodiché sarà la Commissione europea a verificare che i decreti attuativi siano stati redatti in conformità con la direttiva, altrimenti parte la procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Tutto o quasi potrebbe ancora succedere lungo il cammino.