Il caso

Kickstarter e la startup Zano, anatomia di un fallimento

Ha raccolto ben 3,2 milioni di dollari online la società che proponeva un micro-drone in grado di scattare selfie aerei. Ma il progetto è stato annullato. La piattaforma ha assunto un giornalista per indagare sul caso: sono emersi una serie di errori, dal mancato rispetto delle scadenze alla comunicazione assente o menzognera

Pubblicato il 26 Gen 2016

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Anche il crowdfunding può clamorosamente fallire: è quello che è successo al Torquing Group, società britannica che proponeva Zano, un microdrone in grado di scattare selfie aerei. Apparso su Kickstarter, una delle piattaforme di crowdfunding più note al mondo, nel dicembre 2014, era diventato il progetto europeo di maggior successo grazie alla raccolta online di ben 3,2 milioni di dollari. Alla gente era piaciuta molto l’idea di un robottino che ti vola sopra la testa, ti segue e ti scatta foto con le angolazioni più improbabili. Ma il progetto Zano è stato successivamente annullato.

Kickstarter ha assunto un giornalista lo scorso dicembre per indagare su quello che ormai è uno dei più eclatanti fallimenti nella storia della raccolta fondi su Internet. E ha scoperto tutta una serie di errori che, chi si rivolge a questa innovativa modalità di fundraising su Internet, deve assolutamente evitare.

Innanzitutto cos’è, anzi cos’era, Zano: un minuscolo quadricottero di soli 6,3 x 6,3 centimetri per un peso di 55 grammi, ma con una fotocamera stabilizzata da 5 megapixel in grado di registrare anche filmati in HD, il GPS e un sensore a infrarossi per evitare gli ostacoli. L’oggetto ideale per scattarsi magnifici selfie da prospettive inedite. Anche per questo è piaciuto così tanto alla Rete: 7mila sostenitori hanno dato in tutto 2,3 milioni di sterline, pari a 3,2 milioni di dollari. Ma non hanno mai ricevuto il prototipo promess.

Mark Harris, il giornalista assunto da Kickstarter, che ha scritto per The Economist e Wired, ha pubblicato su Medium frutto del suo lavoro investigativo.

Harris ha scoperto innanzitutto che, alla cifra raccolta online, andavano aggiunti altri 282mila dollari raccolti da Zano, versati in gran parte da un imprenditore locale, che li ha persi tutti.

Il progetto, ha svelato Harris, è fallito per vari motivi:

  • La campagna di Kickstarter era stata di tale successo (la società inizialmente aveva chiesto 200mila sterline) che i fondatori sono stati sommersi dagli ordini e si sono rivelati incapaci di gestirli

  • Questo ha portato a commettere errori, come puntare dritto verso la produzione di massa invece di iniziare con un piccolo gruppo di droni “di prova”.

  • Non rispettare la serie di scadenze fissate sulla pagine di Kickstarter ha fatto sì che la società sprofondasse gradualmente nel panico

  • I dipendenti di Zano non erano a conoscenza della gravità della situazione. Due dipendenti che hanno parlato con il giornalista hanno detto di non essere stati informati di niente fino alle ultime settimane, quando il Ceo Ivan Reedman se ne è andato

  • Durante l’esposizione al Ces, fiera mondiale dell’innovazione, sono state dette una serie di menzogne sul motivo per cui Zano non era in grado di volare

  • Una parte del denaro raccolto durante la campagna sarebbe stato speso per costosi Mac, una nuova Bmw per il figlio di uno degli investitori (non su Kickstarter) e altri beni superflui

  • Il video sulla pagina di Kickstarter, dove si faceva vedere uno Zano in funzione, potrebbe aver depistato i sostenitori: le autorità stanno indagando su questo

  • PayPal, strumento finanziario utilizzato per la campagna, ha rifiutato di erogare il denaro fino a che le promesse di contribuzione non fossero state rispettate (la normale procedura per evitare frodi), così il denaro è stato erogato e immediatamente ritirato per risarcire gli acquirenti insoddisfatti

  • Sorprendentemente, anche se la company non avesse fatto niente di male, avrebbe comunque 1,4 milioni di dollari di debiti dopo aver soddisfatto tutti gli ordini

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