Professioni
Jobmetoo, come trovare lavoro (anche) se si è disabili
Disabilità e innovazione nel campo della ricerca del lavoro: questo è Jobmetoo, la prima agenzia online che dà visibilità alle cosiddette categorie protette. Riconosciuta dal ministero del Lavoro, è attiva in tutta Italia
di Redazione EconomyUp
Pubblicato il 08 Feb 2016

Ad ovviare a questo problema è Jobmetoo.com, la prima agenzia online che opera in questo campo il cui team è composto da persone con e senza disabilità, per dimostrare come l’integrazione proprio all’interno dell’azienda possa essere quel quid che porta all’eccellenza.
L’agenzia è riconosciuta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed opera in tutta Italia offrendo opportunità lavorative da Nord a Sud in ogni campo professionale tra cui bancario, lusso e moda, produzione, no profit, ingegneria, internet service & it, turistico alberghiero e ristorazione. Le posizioni più ricercate al momento sono quelle di contabile, controller, addetto vendita, programmatore e disegnatore tecnico.
Oltre a rappresentare un motore di ricerca per il lavoro, Jobmetoo è fonte di informazione quotidiana tramite il suo blog, attraverso il quale aggiorna i suoi utenti sulle tematiche riguardanti la disabilità. Il portale è concepito in responsive design ed è in linea con le tendenze tecnologiche nel campo dell’accessibilità e nella sicurezza e gestione dei dati.
Lo scopo è quello di presentare i candidati con disabilità e appartenenti alle categorie protette favorendo la loro più ampia visibilità presso il mondo del lavoro e le aziende.
L’iscrizione alla piattaforma è gratuita. Una volta iscritto il candidato potrà creare online il curriculum vitae, ricevere messaggi personalizzati di job alert e informazioni che lo aiuteranno nella ricerca del lavoro, ricercare le posizioni aperte nella bacheca, compatibili con il proprio profilo con le proprie aspirazioni e con la disponibilità a lavorare in un’altra città.
Lo stesso team di Jobmetoo afferma: “Il nostro obiettivo è quello di rappresentare un reale contributo al problema della disoccupazione dei disabili, affinché la persona disabile non diventi solo una risorsa per l’impresa ma, attraverso la propria autodeterminazione, anche un motore dell’economia e una nuova linfa per la società”.