BLOCKCHAIN & NFT

13 startup europee del web 3.0

Gli investitori sono sempre più attratti dalle startup del Web 3.0, tipologia di web innovativa basata sulla blockchain che, grazie a protocolli decentralizzati, garantisce maggiore autonomia agli utenti e minor controllo da parte di terzi. Ecco una lista di startup del Web 3.0 che stanno crescendo in Europa

Pubblicato il 25 Ago 2022

Startup del Web 3.0

Nonostante negli ultimi tempi ci sia stata una diminuzione degli investimenti nel settore tecnologico, un’area che sta ancora attirando l’attenzione degli investitori è quella delle startup del Web 3.0, principalmente in Francia, Regno Unito e Svezia.

Il Web 3.0 è una tipologia di web innovativa e inclusiva, che si basa sulla tecnologia della blockchain, che permette ai protocolli di essere decentralizzati, garantendo maggiore autonomia e libertà per gli utenti e minor controllo da parte di terzi. La maggior parte dei servizi che si stanno sviluppando nel Web 3.0 comprendono l’utilizzo di NFT e del metaverso. Il concetto si contrappone alle piattaforme centralizzate come Facebook e Google.

Quali startup del Web 3.0 sono tenere d’occhio secondo gli investitori

Per capire su quali nuove startup del Web 30 è opportuno scommettere, Sifted ha condotto una ricerca coinvolgendo quattro investitori. A loro è stato chiesto di dire quali società stanno tenendo d’occhio, ovviamente che non appartengano al loro portfolio.
Ecco chi sono i quattro giudici di questa iniziativa:

  • Ollie Forsyth, di Antler VC, una società mondiale di venture capital con un portfolio globale di 2 miliardi di dollari e più di 500 compagnie sparse per tutto il globo, incluse Honeycoin, un portafoglio crypto, Alpha Impact, una piattaforma di criptovalute e Peccala, un robo investor;
  • Jonas Wenke, di CommerzVentures, società di venture capital indipendente con un focus sul fintech in Europa, America e Africa. Il suo portfolio include Elwood Technologies, una piattaforma crypto, eToro, una comunità di investimento e PayKey, una fintech.
  • Jack Wang, di Project A, un venture capital con uffici a Berlino e a Londra che si è specializzato nell’investire in “aziende digitali che sfidano lo status quo delle loro industrie”. Il suo portfolio include Butter, una piattaforma online che è un incubatore di idee; Catawiki, una piattaforma d’asta e WorldRemit, un servizio di trasferimento di denaro.
  • Irina Haivas, di Atomico, che ha la propria sede principale a Londra e altri uffici europei a Parigi e Stoccolma.

Le startup del Web 3.0

Ollie Forsyth ha segnalato Crowdpad e Goals; Jonas Wenke ha selezionato Atlendis, Kiln, Nayms, Credix e Arf; Jack Wang ha puntato invece su Playmint, Tiny Rebel Games e Tacter; Irina Haivas ha individuato Arweave, Aztec e Cryptio.

Crowdpad (Londra)

Fondata nel 2021, ultimo round di investimento nel 2022, questa startup del Web 3.0 ha raccolto $2.62 milioni. Crowdpad vede nei community token un nuovo strumento per i creator per interagire coi propri fan, rendendo disponibili contenuti esclusivi, esperienze dietro le quinte e persino diritti d’autore. Nonostante Crowdpad sia ancora agli inizi, è opinione comune che ci sarà una vera e propria rivoluzione dello spazio comunitario: nel futuro la maggior parte delle comunità sarà tokenizzata, permettendo ai membri di essere ricompensati del loro tempo e contributo.

Goals (Stoccolma)

Fondata nel 2021, ultimo round di investimento nel 2022, ha raccolto $15 milioni.
Goals è una piattaforma play-to-earn. Visto che il mondo del gaming costituisce un mercato più grande di quello cinematografico e discografico combinati, si tratta di un’opportunità enorme. Il futuro del gaming sarà nel rendere il giocatore più padrone delle sue azioni a discapito delle autorità centrali che attualmente governano questo settore: in questo modo il player potrà comprare degli asset nel gioco e potrà utilizzarli e scambiarli anche in altri giochi, non confinandoli ad uno solo.

Atlendis (online)

Fondata nel 2021, ultimo round di investimento nel 2021, ha raccolto $4.4 milioni nell’ultimo round. Il totale degli investimenti è sconosciuto. Atlendis è un progetto agli albori nello spazio istituzionale DeFi (finanza decentralizzata). Il team sta sviluppando un protocollo per garantire dei prestiti di criprovalute senza garanzia, in modo specifico per debitori istituzionali che vogliono liquidità sulla blockchain. Nel mondo reale, i prestiti sono comparabili a linee di credito rinnovabili. I co-fondatori sono Alexis Masseron e Stéphane Coquet, entrambi ex-ConsenSys.

Kiln (Parigi)

Fondata nel 2018, ultimo round di investimento nel 2022, ha raccolto $5 milioni.
Un’altra startup con focus sullo spazio istituzionale DeFi è Kiln, precedentemente chiamata SkillZ. Offre una piattaforma di staking a livello aziendale per clienti istituzionali, che stiano cercando di finanziare oppure di offrire finanziamenti ai loro clienti.

Nayms (Parigi)

Fondata nel 2019, ultimo round di investimento nel 2021, ha raccolto $8.4 milioni.
Nayms è un progetto che unisce DeFi e TradFi (finanza tradizionale). Sul suo marketplace i diversi utenti possono collocare e coprire rischi e transazioni in token nativi. Le assicurazioni sulle criptovalute native sono un settore ancora sottovalutato all’interno del Web3, ma l’approccio che mira alla regolamentazione di Namys costituisce una buona base per ribaltare la situazione.

Credix (Antwerp, Belgio)

Fondata nel 2021, ultimo round di investimento nel 2021, ha raccolto $2.5 milioni.
Credix è un altra sperimentazione che unisce DeFi e TradFi. Riesce a creare un ponte tra i prestatori istituzionali e i debitori nei mercati in espansione. Spesso questi debitori fanno fatica a rifinanziare il proprio libro contabile per problemi di inefficienza del mercato di debito locale, da cui i prestasoldi si arricchiscono grazie ad azioni calcolate.
Se la strategia funziona, Credix contribuirà a un mercato di credito globale più giusto ed efficiente e creerà un impatto positivo specialmente nei paesi in via di sviluppo.

Arf (Zug, Svizzera)

Fondata nel 2019, ultimo round di investimento nel 2021, ha raccolto tra $1.1 e $1.6 milioni. Arf sta costruendo una rete di pagamenti internazionali basati su monete stabili che potrebbero rimpiazzare l’attuale catena di corrispondenti, lenta e costosa, che oggi regola i pagamenti internazionali. La startup vende differenti soluzioni DeFi a business che cercano accordi più veloci ed economici per i loro pagamenti. Il team è una combinazione di esperti in ambito finanziario e tecnico ed è sulla buona strada per diventare un attore centrale nel mercato dei pagamenti internazionali.

Tiny Rebel Games (Cardiff)

Fondata nel 2013, ultimo round di investimento nel 2022, ha raccolto $7 milioni.
Tiny Rebel Games unisce il gioco elettronico portatile giapponese del Tamagotchi al Web3 con il progetto Pentaverso, che vuole rivoluzionare il mondo dei “digital pet”, ovvero degli animali da compagnia virtuali. La visione di Susan Cummings, CEO e co-founder di Tiny Rebel Games, è quella di creare uno spazio molto più interattivo rispetto a CryptoKitties, che combini la proprietà digitale, l’interoperabilità e la realtà aumentata, cosicché i proprietari possano vedere i loro animali domestici interagire con loro nel mondo reale. I membri del team sono esperti dell’industria europea del gaming e sono supportati da Liberty City Ventures, uno dei migliori venture capital criptonativo.

Tacter (Madrid)

Fondata nel 2020, ultimo round di investimento nel 2020, non sono stati resi pubblici i fondi raccolti.
Tacter è un’app per smartphone che aiuta i gamer a massimizzare la loro performance nei giochi pay-to-earn come Axie Infinity e Gods Unchained. La sfida più grande per queste applicazioni di allenamento è l’economia unitaria: possono davvero permettersi di ingaggiare dei gamer ad un costo ragionevole, e soprattutto, possono mantenerli? Ci sono sempre più opportunità nel play-to-earn, anche perché l’asticella si è alzata visto che i gamer vengono pagati e perché si creano opportunità di B2B (business-to-business) coi giocatori.
Tacter è guidato da un team di gamer appassionati sia di giochi tradizionali che di giochi Web3.

Playmint (Brighton)

Fondata nel 2021, ultimo round di investimento nel 2022, ha raccolto $4 milioni.
Playmint è una startup che scinde i paradigmi del gaming tradizionale aggiungendo strumenti del Web 3.0. Guidata da David Amor, un esperto sviluppatore di videogiochi inglese, Playmint non sta cercando di costruire il nuovo metaverso MMORPG (massively multiplayer online role-playing game: gioco di ruolo online multiplayer), ma sta creando contenuti di piccole dimensioni nativi del Web 3.0 che, una volta aggregati, daranno vita a un’esperienza di gioco base inserita nel contesto Web 3.0: il primo minigioco creato si chiamava The Crypt, ed era un dungeon composto da mini livelli, ognuno dei quali corrispondeva a un NFT drop. Tutti i livelli si completano in meno di 20 minuti.

Aztec (Londra)

Fondata nel 2017, ultimo round di investimento nel 2021, ha raccolto $19.1 milioni.
Aztec è una startup che garantisce la privacy grazie a soluzioni di scaling Layer-2 (usare una blockchain secondaria legata alla prima in modo tale da non appesantirla). Tutte le transazioni verranno poi registrate anche sulla prima blockchain, risparmiando però tempo e denaro. L’unico problema del Layer 2 è che i le cripto che sono sulla sidechain, ovvero sulla blockchain secondaria, non sono vere e proprie cripto finché non vengono validate dalla prima, sono solo debiti e crediti.

Cryptio (Parigi)

Fondata nel 2017, ultimo round di investimento nel 2022, ha raccolto $11.2 milioni.
Cryptio è una piattaforma che si occupa di tasse e contabilità per asset digitali. I suoi prodotti costituiscono un ponte tra le aziende Web2 che vogliono entrare nel Web3, in modo da rendere il Web3 più accessibile.

Arweave (Parigi)

Fondata nel 2017, ultimo round di investimento nel 2020, ha raccolto $13.3 milioni.
Arweave sta sviluppando un protocollo di blockchain per l’immagazzinamento permanente di dati, in questo modo rende possibile una funzione prima impraticabile.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Cecilia Federici
Cecilia Federici

Studia Storia dell'Arte ma è appassionata di innovazione e tecnologia.

Articoli correlati

Articolo 1 di 4