STARTUP INTELLIGENCE

Innovazione digitale: per le aziende è arrivato il momento di misurare impatti e risultati

Solo il 10% delle grandi imprese italiane ha un modello strutturato per la misurazione degli impatti dell’innovazione, rilevano gli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Polimi. Invece serve un approccio più concreto, basato sui KPI. Un metodo da diffondere in tutta l’organizzazione

Pubblicato il 09 Set 2022

Come misurare l'impatto dell'innovazione digitale

Le sfide riguardanti la transizione ecologica, le opportunità derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la forte incertezza a livello macroeconomico e la volatilità dei mercati rappresentano per imprese, startup e pubbliche amministrazioni elementi di forte attenzione che non riguardano più solamente il futuro prossimo, ma impattano in modo significativo sul presente. In questo panorama, l’innovazione – e in particolare quella digitale – può configurarsi per le imprese come strumento fondamentale per affrontare le sfide e cogliere in modo rapido ed efficace le opportunità derivanti.

Non si tratta quindi più di ragionare su cambiamenti che avranno un impatto sulle prossime generazioni, ma di sfide che devono essere affrontate con urgenza, identificando soluzioni concrete e capaci di stravolgere le attuali logiche di business. Queste premesse rendono sempre più necessario passare da un approccio all’innovazione orientato più all’esplorazione che ai risultati, a una ricerca di maggiore concretezza e impatto. Le imprese hanno forte necessità di poter contare sull’innovazione per identificare in modo rapido nuove soluzioni ed opportunità.

Ciò richiede di conseguenza l’identificazione di adeguati meccanismi atti a misurare e quantificare in modo oggettivo i risultati portati dalle iniziative di innovazione in azienda. I KPI devono essere in grado di supportare le decisioni operative, non limitando lo sviluppo di innovazione ma fungendo al contrario da spinta e da guida nei confronti della direzione strategica intrapresa dall’azienda.

Non si tratta solamente di definire indicatori di tipo economico, solitamente troppo avversi al rischio e da soli poco adatti a stimolare l’innovazione, bensì di introdurre anche KPI utili a misurare gli impatti che l’innovazione ha su aspetti quali la cultura aziendale, le competenze delle persone, il know-how delle funzioni aziendali. Indicatori di questo tipo possono fungere da guida per le persone, definendo la direzione da seguire e facendo percepire la possibilità di portare all’organizzazione – e alla società stessa – impatti concreti e misurabili. Ovviamente, questa capacità deve essere riconosciuta e premiata in modo adeguato.

Queste logiche non devono valere solamente per le persone direttamente incaricate di sviluppare innovazione in azienda, ma possono al contrario essere diffuse in tutta l’organizzazione, come ulteriore motore per la diffusione di cultura imprenditoriale e per favorire la partecipazione e l’ingaggio della popolazione aziendale nelle iniziative di innovazione.

Si tratta di un tema ampio e complesso, che ancora una minoranza delle imprese nel panorama italiano hanno affrontato in modo profondo identificando la ricetta adeguata a rispondere a questi molteplici obiettivi. Dalle rilevazioni svolte dagli Osservatori Startup Intelligence e Digital Transformation Academy del Politecnico di Milano, solo il 10% delle grandi imprese italiane dichiara di avere già un modello strutturato per la misurazione degli impatti dell’innovazione. Nei prossimi mesi gli stessi Osservatori svilupperanno la Survey Innovation 2022, per valutare cosa è cambiato nel corso dell’ultimo anno.

Lo stesso tema sarà anche frutto di approfondimento all’interno della nona edizione dell’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano, in avvio a ottobre. Le oltre 40 imprese partner dell’iniziativa avranno modo di confrontarsi e provare a identificare possibili strade per strutturare sistemi di misurazione realmente efficaci e in grado di supportare il raggiungimento degli obiettivi strategici.

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Filippo Frangi
Filippo Frangi

Ricercatore presso Osservatori Digital Innovation

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