Negli ultimi anni la digitalizzazione si è tramutata da fattore per la sopravvivenza delle aziende a opportunità da sfruttare al meglio per competere sul mercato. Così, anche nel 2022, il mercato digitale italiano ha continuato a crescere, anche se a un ritmo meno sostenuto rispetto ai precedenti dodici mesi.
È quanto emerge dalla pubblicazione annuale sull’andamento del digitale in Italia di Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’ICT, condotta in collaborazione con NetConsulting cube e presentata il 4 luglio a Roma. Il rallentamento, si legge nel rapporto, è da imputare principalmente alla riduzione della spesa nel segmento Consumer, più che compensata però dagli aumenti nel settore Business, nel tasso di occupazione e nella spesa digitale per occupato. Nel 2022 è aumentato il numero complessivo delle aziende che hanno effettuato investimenti in tecnologie e macchinari, anche se il saldo netto tra le imprese che prevedono di aumentare gli investimenti e quelle che intendono diminuirli è calato rispetto al 2021. Inoltre, poco meno dei tre quarti delle aziende italiane hanno raggiunto un “livello base” di digitalizzazione, che sfiora quasi il 100% tra quelle con 250 o più addetti.
QUI è possibile scaricare il Rapporto “Il Digitale in Italia”.
Vediamo meglio i dati contenuti nella pubblicazione.
2022: il mercato digitale in Italia cresce del 2,4%
Nel 2022 il mercato digitale ha fatto registrare una crescita del 2,4%, per un valore complessivo di 77,1 miliardi di euro, con andamenti differenziati tra i diversi segmenti. Nel 2023 la crescita del mercato digitale aumenterà (+3,1%) e nel 2024 (+4,3%) tornerà a essere superiore a quella dell’economia nel suo complesso. Questa dinamica sarà guidata dalla diffusione delle tecnologie digitali e da un’innovazione che corre sempre più veloce.
Digitale Italia: i settori in aumento
L’aumento più rilevante ha riguardato i Servizi ICT (+8,5% e 14,8 miliardi di euro), sostenuto principalmente dai servizi di Cloud Computing e di Cybersecurity. Andamenti particolarmente positivi si sono avuti nel segmento dei Contenuti e Pubblicità Digitali (+6,3% e 14,5 miliardi di euro) e in quello del Software e Soluzioni ICT (+6,2% e 8,6 miliardi di euro). Il mercato relativo a Dispositivi e Sistemi ha evidenziato una netta inversione di tendenza dopo la crescita consistente registrata nel 2021. Infatti, nel corso del 2022 ha subito un calo dell’1%. È infine proseguito il trend negativo dei Servizi di Rete TLC (-2,7%). Se il progresso del mercato digitale è in parte frenato dalle componenti tecnologiche più mature, sarà invece trainato dai prodotti e servizi più innovativi, ovvero Digital Enabler e Transformer, il cui incremento medio annuo nel periodo 2022-2026 dovrebbe attestarsi sul 12,8%.
Tecnologie: l’accelerazione arrivata da ChatGPT
Nei singoli comparti tecnologici, il mercato dei Dispositivi e Sistemi è stato penalizzato dall’andamento degli Home & Office Device, soprattutto PC Desktop e apparecchi TV; per questi ultimi è cessato l’effetto dello switch-off del sistema di trasmissione digitale terrestre. Di segno diametralmente opposto è stato l’impatto che i servizi Cloud hanno avuto all’interno del comparto dei servizi ICT. Tra i Digital Enabler, Cloud Computing, Mobile Business e Internet of Things si sono confermati ai primi posti per valore assoluto. Le aziende stanno adottando in misura sempre maggiore piani di Cloud transformation, riconoscendone i molteplici vantaggi. La crescita ha riguardato tutti gli ambiti, in special modo Blockchain e Intelligenza Artificiale. Se nel primo caso il mercato ha ancora dimensioni modeste, nel secondo si è avuta un’accelerazione grazie alla diffusione di strumenti di IA generativa, come Chat GPT.
Piccole e medie imprese: ancora in ritardo rispetto alle grandi
Il trend di crescita degli investimenti in digitale delle piccole e medie imprese italiane permane più lento rispetto a quanto registrato dalle grandi imprese. Nel 2022 c’è stato un incremento del 2,5% per le piccole imprese, del 4,1% per le medie e del 5,9% per le grandi, a conferma della correlazione tra dimensioni aziendali e spesa digitale: più i contesti organizzativi aumentano di dimensioni, maggiore è la spesa destinata alla digitalizzazione.
L’analisi geografica del mercato digitale italiano identifica invece nelle Regioni del Nord Ovest e del Centro le aree caratterizzate da una maggiore capacità di spesa in tecnologia, rappresentando quasi il 62% della spesa complessiva. A livello nazionale, nel 2023 il mercato è previsto comunque ancora in crescita (+3,1%). Le stime relative ai tre anni successivi (2024-2025-2026) sono orientate a una crescita ancora più sostenuta e si basano sull’ipotesi di un minore impatto dell’inflazione e su un maggiore impiego delle risorse economiche messe a disposizione dal PNRR per la digitalizzazione. Si prevede pertanto una crescita media annua del mercato digitale nel periodo 2022-2026 del 4,5%, fino a raggiungere quasi i 92 miliardi di euro nel 2026.
Cybersicurezza: più investimenti per proteggere sanità e PA
Negli ultimi anni sono aumentati significativamente sia il numero degli attacchi informatici a livello mondiale che la gravità degli stessi. All’intensificarsi e al cambiamento globale degli attacchi Cyber, non è corrisposto un adeguato potenziamento delle contromisure. Queste tendenze hanno riguardato anche l’Italia, dove le piccole e medie imprese paiono essere impreparate ad affrontare la crescente pressione degli attacchi. La spesa per la Cybersecurity in Italia è tuttavia in costante aumento e si prevede che cresca ulteriormente soprattutto in due ambiti oggetto di continue incursioni informatiche, che hanno comportato in alcuni casi l’interruzione del servizio e la pubblicazione di dati nel dark web: si tratta di Pubblica Amministrazione e Sanità. L’Intelligenza Artificiale generativa rappresenta un esempio classico in cui la tecnologia può essere utilizzata sia come arma a disposizione degli hacker che come strumento di difesa.
Startup ICT: crescita contenuta nel 2022
Tra il 2020 e il 2021, secondo le ultime rilevazioni dell’ISTAT, il numero di imprese attive nel settore ICT italiano è cresciuto, anche se con un trend in lieve calo. Se è diminuito il numero di aziende dei segmenti Commercio all’ingrosso, Hardware e Telecomunicazioni, l’andamento è stato positivo nei comparti Software e Servizi. Contestualmente si è avuta una crescita complessiva anche dell’occupazione, soprattutto nei settori Software, Servizi e Hardware, anche se tra le imprese persiste un gap significativo di competenze in molteplici ambiti tecnologici. A fine 2022, il Registro delle Startup Innovative ha segnato una crescita di iscrizioni molto contenuta se paragonata a quanto avvenuto negli anni precedenti. La gran parte delle Startup e PMI Innovative ICT continua a essere concentrata nel Nord Italia, la cui offerta riguarda prevalentemente prodotti o servizi basati sui principali Digital Enabler.
Il futuro delle supply chain
Negli ultimi anni, prima l’emergenza sanitaria e ora la guerra russo-ucraina hanno fatto affiorare alcune criticità nelle catene di approvvigionamento. Al fine di garantire continuità di business, si legge nel documento di Anitec-Assinform, le imprese devono adeguare rapidamente il modello operativo della Supply Chain per rispondere ai vari cambiamenti di scenario. In un contesto caratterizzato da delicati equilibri geopolitici e da una connettività sempre più marcata, risultano necessarie competenze trasversali e multidisciplinari, in particolare sia conoscenze giuridiche e regolative a livello internazionale che digitali. La risposta per governare le nuove complessità è rappresentata dal modello di Supply Chain disaccoppiata, regionale, circolare ma al contempo connessa, secondo il paradigma di ESG Driven & Connected Enterprise. Il passaggio da singole aziende, caratterizzate da modelli lineari e organizzate per silos, a ecosistemi connessi costituisce il cambio di paradigma per rimanere competitivi sul mercato.
Mercato digitale in Italia: che cosa fare adesso
La combinazione di più tecnologie digitali e di una maggiore velocità dell’innovazione rispetto al passato sta disegnando un’industria completamente diversa, conclude il rapporto. Nello stesso tempo permangono però elementi di debolezza, quali l’eterogeneità nella diffusione delle tecnologie tra classi dimensionali di impresa e tra territori. In questo scenario diventa strategico il contributo di nuove tecnologie quali la Blockchain, l’Intelligenza Artificiale e il Quantum Computing. Per favorire gli investimenti in questa fase di transizione, un ruolo importante lo avranno anche le politiche pubbliche, attraverso un aumento degli incentivi e una loro rimodulazione a favore dei nuovi scenari del digitale. Ma le determinanti dell’adozione delle tecnologie digitali più avanzate non sono estranee nemmeno alle competenze del capitale umano e all’organizzazione del lavoro.
“La combinazione di più tecnologie digitali e di una maggiore velocità dell’innovazione rispetto al passato – ha dichiarato Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform – sta disegnando un’industria completamente diversa, che vedrà filiere e Supply Chain sempre più connesse e circolari. Fondamentale è il ruolo abilitante dei Digital Enabler nel trasformare produzione e processi, nel creare nuovi modelli di business, sfide competitive, come pure nuovi mercati. Non a caso stiamo assistendo a dinamiche a doppia cifra nella crescita di Digital Enabler e Transformer: dal Cloud Computing, alle piattaforme di Cybersecurity, alle soluzioni di Big Data management, essenziali per organizzare e gestire l’architettura del patrimonio informativo di imprese e istituzioni pubbliche e pertanto presupposto per l’adozione di strumenti per l’analisi evoluta e la valorizzazione dei dati, tra cui spiccano soluzioni di Intelligenza Artificiale e Blockchain”.
“Un uso efficiente dei fondi messi a disposizione dal PNRR è il primo passo in questa direzione – conclude Gay – ma c’è bisogno di una politica industriale che promuova la competitività delle imprese, che aumenti la loro produttività e rafforzi la collaborazione all’interno della filiera. Inoltre, sono necessari interventi di regolazione pro-concorrenziali che spingano l’innovazione, sostengano la formazione del capitale umano e sostengano la collaborazione tra imprese per aumentare scala e durabilità degli investimenti. Sono queste le leve che possono consentire al mercato digitale di crescere, alle tecnologie di essere abilitatori della trasformazione, ai giovani di essere protagonisti del mondo di oggi e di quello che verrà”.