Cisco Investments: «Faremo presto nuovi investimenti su fondi che puntano su startup italiane»

Vin Lingathoti, manager per l’Europa occidentale, racconta come funziona il corporate venture capital della multinazionale IT. E anticipa due nuove operazioni in Italia. «Nel vostro Paese sta nascendo una nuova generazione di imprenditori: deve essere sostenuta»

Pubblicato il 09 Nov 2016

lingathoti-cropped-161030181340

Vin Lingathoti, manager di Cisco Investments (area Europa occidentale)

Cisco Investments sta valutando la possibilità di fare un paio di nuovi investimenti, nei prossimi sei mesi, in fondi di venture capital che a loro volta investano su startup in Italia. Non è ancora certo, ma se decidessimo di farlo, le cifre sarebbero dello stesso ordine di grandezza di quelle che abbiamo già investito in Invitalia Ventures (5 milioni di euro sul fondo Invitalia Venture I, ndr)”. L’ipotesi è di Vin Lingathoti, manager per l’Europa occidentale del corporate venture capital di Cisco, che a EconomyUp dà alcune anticipazioni su come proseguirà la strategia di investimento dei 100 milioni di euro che la multinazionale americana attiva in ambito IT si è impegnata a puntare sul nostro Paese. “In Italia sta nascendo una nuova generazione di imprenditori – afferma Lingathoti – e si sta creando un ambiente startup friendly favorito anche dalla politica e dai programmi per l’innovazione messi in atto da grandi aziende e da altri soggetti. Servono fondi innovativi che diano risorse a questi startupper e contribuiscano a creare un ecosistema ancora più forte. E noi di Cisco vogliamo fare la nostra parte”.

Cisco Investments finora non ha ancora investito direttamente su nessuna startup italiana. Per il momento la scelta è di finanziarle indirettamente attraverso i venture capital che meglio conoscono le realtà innovative. Anche se – precisa Lingatothi – “ci è capitato diverse volte di parlare con alcune nuove imprese: in genere, siamo sempre interessati a fare investimenti diretti”.

Se il cvc di Cisco iniettasse capitali in una startup italiana non ci sarebbe però da sorprendersi, dal momento che Cisco Investments ha già effettuato 8 investimenti in Europa, tra Regno Unito, Francia, Germania, Spagna e Irlanda, e 105 a livello globale: nel complesso, la società ha investito circa 2 miliardi di dollari.

“La divisione investimenti di Cisco fa parte del corporate development della società insieme al ramo M&A e ha un team di 45 persone che lavora nel complesso in 25 Paesi”, spiega Lingathoti. “Ha adottato il nome Cisco investments e assunto un’identità propria circa cinque anni fa ma effettua investimenti venture da almeno 23 anni”. Stando a Cb Insights, il cvc di Cisco risulta essere uno dei più attivi dal 1993. Nel 2014 era il secondo al mondo per numero di exit messe a segno dal 2009 dopo Intel Capital ma davanti a a Motorola Solutions Venture Capital, Google Ventures e Qualcomm Ventures. Mentre nel 2015 figura al decimo posto per numero di operazioni.

Agli investimenti si vanno ad aggiungere le acquisizioni, che sono state quasi 200 in più di venti anni, con una media di dieci aziende comprate all’anno. In Europa, dal 2012, Cisco ha comprato 12 startup.

Cisco investe non solo sui settori legati solo al proprio core business – gli apparati di networking – ma si allarga anche alle aree su cui più si stanno concentrando gli investitori in ambito IT: Internet delle cose (“il nostro principale campo di investimenti negli ultimi anni”, dice il manager), cybersecurity, big data, data center, enterprise collaboration.

La filosofia di open innovation portata avanti da Cisco prevede che alcune startup su cui la società ha scommesso abbiano accesso diretto ad alcune risorse interne dell’azienda. “Le società su cui abbiamo investito che rispettano alcuni nostri criteri di elegibilità possono accedere a diverse business unit della società, tra cui il team di engineering e quello di sales, per migliorare i propri prodotti e arrivare più facilmente sul mercato”.

Secondo Lingathoti è questo uno dei principali punti di forza di un corporate venture capital: “Possiamo mettere a disposizione più risorse rispetto a un fondo di VC non legato a un’azienda”.

Molte delle operazioni che Cisco Investments compie su scala globale rientrano all’interno di un piano denominato CDA (Country Digitization Acceleration), un’iniziativa creata dal presidente John Chambers per accelerare il processo di digitalizzazione in diversi Paesi.

In Italia, il programma specifico in area innovazione e startup è il programma Digitaliani ed è diretto da Enrico Mercadante, Cloud Leader e Systems Engineering Leader di Cisco (area Europa Sud), e prevede la collaborazione con una serie di protagonisti dell’ecosistema, tra cui alcuni acceleratori e incubatori come Luiss Enlabs, H-Farm e Talent Garden.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4