LA STORIA

Tink, storia della piattaforma di open banking svedese che vuole conquistare l’Europa

Nata a Stoccolma nel 2012, Tink è diventata una delle maggiori piattaforme di open banking in Europa, con partnership con importanti istituti di credito e diverse acquisizioni. In Italia dalla fine del 2019, ha accordi con Enel X, BNL ed è stata finanziata da Poste. Ecco che cosa fa

Pubblicato il 11 Dic 2020

Daniel Kjellén e Fredrik Hedberg, co-founders di Tink

Nata a Stoccolma nel 2012, Tink è una delle maggiori piattaforme di open banking in Europa. È nata con l’obiettivo di “costruire il futuro dei servizi finanziari” e offre una vasta gamma di dati finanziari da una rete integrata di banche in tutta Europa attraverso un’unica API.

Dalle sue origini all’arrivo in Italia, fino a diventare quello che è oggi: ecco come è nata Tink, che cosa fa e come ha costruito il suo network di oltre 2.500 banche.

Tink, la startup di open banking nata a Stoccolma

Tink è una piattaforma di open banking svedese, che offre una gamma di servizi finanziari innovativi verso un modello di finanza integrato e digitale. Tramite un’API, Tink consente ai clienti di gestire i propri conti da un’unica app, effettuare pagamenti, trasformare i dati grezzi in informazioni tangibili e controllare meglio la propria vita finanziaria.

Ad oggi, ha costruito una rete di oltre 2.500 banche e istituzione integrate, più di 250 milioni di clienti bancari raggiunti in tutta Europa e oltre 10 miliardi di transazioni processati ogni anno. La sua piattaforma basata su cloud serve 14 mercati europei con 13 sedi e oltre 350 dipendenti. La sede principale si trova a Stoccolma, e da dicembre 2019 ha una sede italiana a Milano.

Tink è regolata e supervisionata dalla Swedish Financial Supervisory Authority per offrire i suoi servizi a grandi banche, unicorni fintech e startup. Tra i suoi partner figurano importanti nomi quali ABN-AMRO, PayPal, BNP Paribas Fortis, Nordea e Klarna.

Tra le banche presenti in Italia, fanno parte della rete Tink: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Milano, Gruppo Credem, Fineco Bank, Ing Direct, Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio, American Express, Revolut, Widiba e BNL.

Come funziona la piattaforma di open banking di Tink

Tink ha sviluppato una piattaforma di open banking che offre una gamma di prodotti finanziari digitali basati su cloud, utilizzabili singolarmente o integrabili tra loro. La sua offerta include servizi di Account Aggregation (che consente ai clienti di gestire i propri conti da un’unica app), Data Enrichment (che trasforma i dati grezzi in informazioni tangibili, estraendo il reale valore dai dati finanziari), Payment Initiation (che permette di effettuare pagamenti e trasferire denaro tra conti bancari di istituti diversi) e Personal Finance Management (che offre ai clienti gli strumenti e le informazioni personalizzate di cui hanno bisogno per controllare meglio la propria vita finanziaria).

I suoi strumenti possono essere usati per sviluppare servizi ex novo, o per potenziare applicazioni di banking esistenti, accompagnandole verso una trasformazione digitale più completa.

L’integrazione avviene su piattaforma cloud-based attreverso un’unica API. Tink mette inoltre a disposizione la sua licenza PSD2 regolamentata, permettendo di utilizzare i suoi strumenti anche a chi non ne abbia una propria.

Tink, la storia dal 2012 a oggi

La fondazione

Tink viene fondata nel 2012 a Stoccolma da Daniel Kjellén, investment banker, e Fredrik Hedberg, founder della compagnia di telecomunicazioni Telavox, con l’intento di “costruire il futuro dei servizi finanziari”. Dal suo lancio, Tink opera per consentire a banche, fintech e startup di creare servizi finanziari intelligenti basati sui dati.

Riceve negli anni seguenti alla sua fondazione 5 diversi round d’investimento, guidati da attori quali Heartcore Capital, Creades AB, e Insight Partners, e da ultimo Paypal, che nel giugno 2019 dello stesso anno vi investe 10 milioni.

L’arrivo in Italia

Tink apre un headquarter a Milano a fine 2019, qualche mese dopo l’investimento ottenuto da Paypal. Sbarca così sul mercato italiano, dove ha già oltre 33 milioni di utenti finali.

A guidarne le attività in Italia in qualità di country manager, Marie Johansson, che dopo aver completato i propri studi in Ingegneria tra il Royal Institute of Technology di Stoccolma e il Politecnico di Milano ha lavorato per oltre dieci anni con alcune tra le principali aziende tecnologiche sul mercato, tra cui EasyPark.

Marie Johansson, Country Manager Italia di Tink

Il mega round da 90 milioni (con Poste Italiane)

Segue nel gennaio 2020 un megaround da 90 milioni, il più corposo ad oggi, partecipato anche da Poste Italiane come parte del suo percorso di open innovation. Il megaround è co-guidato da Insight Partners, venture capital specializzata nel software B2B, Dawn Capital, società di investment management, e HMI Capital, venture capital americano. Partecipa anche Tech Ventures, fondo di venture capital di BNP Paribas.

Con questo sesto round, Tink ha raccolto finora un finanziamento totale di oltre 205 milioni di dollari, con una valutazione post-money di 415 milioni di euro.

La Partnership con BNL

Sempre nel mese di gennaio, Tink stringe una partnership strategica con BNL. Si tratta di un’estensione della partnership già siglata con BNP Paribas in Belgio, grazie alla quale BNL entra nella rete di oltre 2.500 banche della piattaforma di open banking svedese. La partnership strategica tra BNP Paribas e Tink è supportata dall’investimento di minoranza di Tech Ventures in occasione dell’ultimo round.

L’acquisto di Eurobits, Istantor e OpenWrks

Nel corso dell’anno 2020, Tink si espande in Europa con l’acquisizione di Eurobits Technologies, service provider di account aggregation spagnola che offre i propri servizi ad oltre 50 banche e fintech. Tink aumenta così connettività bancaria e delle istituzioni finanziarie in 17 mercati, principalmente in Europa e in America Latina.

Riceve poi un nuovo investimento da Paypal, collegato al round da 90 milioni di gennaio, per supportare la sua crescita nell’anno a venire e oltre.

Nel luglio 2020 Tink continua la sua espansione con l’acquisto di Instantor, fornitore svedese di soluzioni per la valutazione del rischio di credito basate su tecnologia open banking. Il software di Istantor viene così integrato nella piattaforma di Tink.

Segue a settembre anche l’acquisizione e aggregazione dell’inglese OpenWrks, provider di soluzioni open banking nel mercato UK. Grazie all’operazione, entrano nel portafoglio clienti di Tink fintech e SME quali Xero, Liberis Finance e Snoop.

La partnership con Enel X

Dopo Poste Italiane e BNL, Tink continua a rafforzare il suo segmento italiano siglando a settembre 2020 una partnership con Enel X, la business line del Gruppo Enel, che sceglie la piattaforma di Tink come proprio fornitore di tecnologia di open banking. L’operazione ha l’obiettivo di consentire a Enel X Financial Services, la società di Enel specializzata in soluzioni di pagamento, di sviluppare soluzioni finanziarie digitali rivolte ai propri clienti in Italia e in Europa.

L’estensione del megaround a 175 milioni

A dicembre 2020, Tink ha ottenuto l’estensione di altri 85 milioni al suo megaround di gennaio, per un totale di 175 milioni. Il round di investimento è stato co-guidato da un nuovo investitore, Eurazeo Growth, e dall’attuale investitore Dawn Capital, con la partecipazione degli investitori esistenti PayPal Ventures, HMI Capital, Heartcore, ABN AMRO Ventures, Poste Italiane e Opera Tech Ventures, fondo di venture capital di BNP Paribas.

Open banking, il colpo di Visa: compra la piattaforma svedese Tink per 1,8 miliardi di euro

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Maura Valentini
Maura Valentini

Laureata in lingue orientali, sono un'amante di Giappone e innovazione. Parte del gruppo Digital360 dal 2020, scrivo per le testate EconomyUp, InsuranceUp e Proptech360.

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