Tecnologia solidale
Pedius, la startup che mi ricorda l’Archimede di Topolino
Il personaggio di Walt Disney inventava il pettine senza denti per calvi. Quasi come inventare un telefono per sordi. Quel che ha fatto Lorenzo Di Ciaccio. Che fino a tre anni fa era un giovane tecnico informatico. «Le idee non valgono nulla se non hai il coraggio di portarle avanti», dice
di Antonio Palmieri
Pubblicato il 07 Mag 2015

Pedius funziona in modo “semplice”: la persona che non sente scrive in una normale chat e grazie a tecnologie di riconoscimento e sintesi vocale i messaggi sono trasformati in una voce artificiale. A sua volta la risposta diventa da voce un testo scritto, consentendo il dialogo.
Per ricevere Pedius in prova, con le chiamate verso i telefoni fissi gratuite, basta registrarsi sul sito . Funziona, come dimostrano le 4,500 le persone che lo usano e i call center di Tim e Telecom Italia che lo hanno adottato, diventando così accessibili ai non udenti. Per il suo sviluppo, dalla fine dello scorso anno Pedius può contare su 410.000 euro di investimento grazie a TIM Ventures, insieme a Sistema Investimenti e Embed Capital.
Pensare che fino a tre anni fa Lorenzo era “semplicemente” un giovane tecnico informatico, che progettava software per automobili. Una sera vede in Tv la storia di Gabriele, che dopo un incidente stradale notturno deve chiamare i soccorsi stradali, ma non può, perché è sordo e non riesce a dialogare con l’operatore. Questa vicenda scuote Lorenzo, che decide di darsi da fare per impedire che succedano altre disavventure simili.
Per dare corpo alla sua idea, Lorenzo si licenzia, non finisce la tesi specialistica, spende tutta la sua liquidazione tra costi burocratici e inizio del progetto. Le difficoltà e la fatica non lo spaventano, perché, come ama dire, “se hai un progetto valido devi impegnarti fino in fondo. Le idee non valgono nulla, se non hai il coraggio di portarle avanti.”.
Lorenzo è un ragazzo semplice, sorridente, travolgente. Coinvolge due amici, Stefano La Cesa ed Alessandro Gaeta, lavorano come matti, senza sosta. Piovono apprezzamenti, ma non finanziamenti. “Le pacche sulle spalle – ricorda Lorenzo – erano tante, anche troppe, ma niente di più: gli unici soldi che avevo erano quelli della mia liquidazione”. Purtroppo in Italia ci sono ancora pochi investitori e ben pochi sono quelli interessati a finanziare startup sociali. Dai e dai, infine Pedius vince un grant del valore di 25.000 euro da TIM Working Capital di Roma. E’ l’inizio dell’inizio!
Ora che il servizio si sta stabilizzando sempre più in Italia, con la sua serena determinazione Lorenzo Di Ciaccio vuole portare Pedius a espandersi all’estero. Il servizio è già funzionante in Inghilterra e Irlanda ed è pronto il prototipo funzionante in lingua spagnola. L’obiettivo è di far ascoltare chi non può sentire ovunque. Siamo sulla buona strada…
* Antonio Palmieri, deputato Commissione cultura, Forza Italia, @antoniopalmieri