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Ricarica auto elettrica: Tesla apre per la prima volta la sua rete ai concorrenti

Il programma sarà testato in 10 località nei Paesi Bassi: anche i conducenti di veicoli elettrici non Tesla potranno accedere alle stazioni Tesla, o Supercharger, attraverso l’app dell’azienda. Previsti costi aggiuntivi, ma ridotti se si stipula un abbonamento. Obiettivo finale: rendere l’auto elettrica mainstream

Pubblicato il 03 Nov 2021

I punti di ricarica Tesla nei Paesi Bassi

Tesla, la casa automobilistica di Elon Musk che di recente ha superato la soglia del trilione di dollari di valore di mercato, prende una decisione che, ancora una volta la contraddistingue, dagli altri attori del settore, aprendo per la prima volta la sua rete di ricarica ad altre auto elettriche.

Il programma parte dall’Europa: sarà testato, infatti,  in 10 località nei Paesi Bassi. Lo ha riferito la casa automobilistica il 1 novembre 2021, specificando che i conducenti olandesi di veicoli elettrici non Tesla potranno accedere alle stazioni Tesla, o Supercharger, attraverso l’app Tesla.

Naturalmente chi guida un veicolo Tesla potrà continuare a utilizzare queste stazioni. L’azienda monitorerà attentamente ogni sito per evitare congestioni di traffico.

Obiettivo dell’azienda da poco entrata nel club esclusivo delle società pluri-miliardarie capitanato da Apple, Amazon, Microsoft e Alphabet, è chiaramente quello di cerca di portare i veicoli elettrici nel mainstream.

Come funziona la ricarica elettrica di Tesla

Tesla gestisce più di 25.000 Supercharger in tutto il mondo, mentre altre case automobilistiche hanno formato alleanze o investito in startup per poter proseguire nei loro piani di produzione e commercializzazione di auto elettriche.

I Supercharger sono aperti alle auto con il Combined Charging System (CCS) favorito da BMW, Mercedes-Benz Daimler, Ford e Volkswagen, che comprende Audi e Porsche. Tesla utilizza lo standard CCS in Europa, consentendo a una vasta gamma di automezzi di ricaricarsi in stazione  senza necessità di un adattatore.

Per i conducenti non Tesla sono previsti costi di ricarica aggiuntivi, ma il prezzo da addebitare può essere abbassato a seguito della stipula di un abbonamento,

“Questa mossa supporta direttamente la nostra missione di accelerare la transizione mondiale verso l’energia sostenibile“, ha affermato la società.

Da quando è stata fondata nel 2003 a Palo Alto (California), Tesla ha continuato a vincere molte scommesse. La società ha conquistato i riflettori sfornando la prima automobile elettrica, la Tesla Roadster, un modello sportivo. Il secondo modello, la Model S, rivolto al mercato luxury, è stato costruito nella Tesla Factory in California nel 2012: nel 2015 è risultato il veicolo elettrico più venduto e a novembre 2016 ha toccato il record di 150mila unità vendute. Intanto a febbraio 2012 era uscito il terzo prodotto dell’azienda: la Tesla Model X, che si presenta come un SUV. Il 31 marzo 2016 è stata presentata la Tesla Model 3, primo modello della casa destinato ad un pubblico più vasto. Nel periodo della pandemia l’azienda statunitense ha dovuto sfidare i problemi della catena di approvvigionamento e la carenza globale di chip, per poi arrivare a segnare un trimestre record per le consegne di auto, mentre la domanda aumenta e i suoi investimenti in nuove fabbriche risultano fruttuosi.

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