La storia

Barcheyacht, la prima startup che prende il largo con il Fondo di garanzia

Creata da due ex skipper trentenni, è la prima impresa ad aver ottenuto l’accesso al credito bancario attraverso lo strumento del Mise: 150mila euro da Unicredit. Che cosa fa? Mette in contatto chi ha voglia di una vacanza in barca e 700 che la offrono (fra agenzie e privati)

Pubblicato il 06 Ott 2014

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La barca in sé, in fin dei conti, è l’ultimo pensiero. “Da noi si compra l’emozione e la possibilità di fare un viaggio in barca anche se è la prima volta che vi si mette piede sopra”, racconta Nicola Davanzo, 28enne Ceo di Barcheyacht, la startup triestina che in meno di un anno ha creato un sito a metà fra un Airbnb dei mari e un’agenzia di viaggio.

Barcheyacht mette in contatto diretto chi vuole provare l’esperienza di una vacanza sul mare con un network di oltre 700 fra agenzie e privati. Ce n’è per tutti: gli utenti più esperti possono noleggiare un’imbarcazione, a scelta fra oltre diecimila modelli, e fare da sé, mentre chi non si sente sicuro di andare da solo può optare per il noleggio di una barca con equipaggio o scegliere un pacchetto vacanza tutto compreso. Il ricavo del sito viene dalle vacanze acquistate, con una fee dell’8 per cento, e l’utente non deve pagare alcun costo aggiuntivo.

[Idee per cambiare il turismo]

Semplice, in apparenza. Tanto che Nicola Davanzo e Marco Vascotto, vicepresidente e cofondatore, neanche 60 anni in due, hanno avuto l’idea alla base di Barcheyacht nel 2011 e tre anni dopo sono già una cinquantina i siti che propongono un servizio simile o assimilabile. “Alcuni sono andati online anche prima di noi – spiega Davanzo – ma alla fine in barca non vince chi parte prima, ma chi fa il bordo buono”. La soddisfazione è palpabile anche al telefono.

E “il bordo buono” lo fanno l’esperienza e la conoscenza, dall’interno, del mondo della vela. Perché Davanzo e Vascotto hanno sì un passato recente nel campo imprenditoriale, avendo lavorato rispettivamente per Luna Rossa e Nestlé, ma sono velisti e istruttori di vela fin da piccoli e la passione per questo mondo alla fine ha pesato anche più del lavoro stabile. “Siamo nel settore da anni e proprio per questo abbiamo capito che era importante rivolgerci non ai professionisti ma a chi su una barca non ci è mai salito”.

[“I big data sono il futuro del turismo: noi li usiamo così”]

Un settore, quello del turismo legato al mare, potenzialmente infinito e poco battuto che Barcheyacht ha intercettato. Insieme al collegamento diretto con il privato, il sito offre idee, spunti e consigli per chi si sta avvicinando a questo nuovo tipo di turismo attraverso il blog omonimo e i social. Possono esserci vantaggi anche per le aziende e i privati che entrano a far parte del network: servizi, convenzioni e sconti. Come se si entrasse a far parte anche di un grande gruppo d’acquisto.

Prima del governo Monti era impossibile per un privato affittare la propria barca, e chi voleva noleggiarla doveva per forza rivolgersi a un’agenzia specializzata, con costi superiori e lungaggini burocratiche”, osserva il Ceo. “La liberalizzazione del mercato operata dallo Stato ha invece aperto la strada al nostro progetto”.

Uno Stato che, per una volta, non abbandona. “Dopo aver avuto l’idea ci siamo rivolti ad Area Science Park, uno dei principali parchi scientifici e

Nicola Davanzo, Ceo di Barcheyacht

tecnologici a livello internazionale gestito dallo Stato, che ci ha aiutato a tramutare l’idea in azienda ed è diventato nostro socio al 20 per cento”. Ma non finisce qui.

Barcheyacht è infatti la prima startup ad aver usufruito del Fondo di Garanzia, un’agevolazione del Ministero dello Sviluppo economico per l’accesso al credito bancario che dal giugno 2013 è aperto anche alle startup innovative e agli incubatori certificati. “Abbiamo ottenuto la garanzia per l’80% dei fondi necessari ad attivare una linea di credito con Unicredit, nel nostro caso 150 mila euro, dall’Unicredit di Trieste coprendo personalmente il 20% con una garanzia personale”, continua Davanzo.

[Quando lo Stato garantisce per le startup: come funziona il Fondo di Garanzia]

“Unicredit ha analizzato l’idea di business, richiedendo un prospetto economico concreto e credibile. Qualcuno ci aveva consigliato di rendere i numeri del nostro piano meno conservativi e dunque più ‘sexy’, ma abbiamo preferito adottare un approccio quanto più realistico possibile, e, a distanza di alcuni mesi, gli obiettivi che ci eravamo posti sono stati raggiunti e in parte superati”.

In meno di un anno (il sito è online da gennaio 2014) sono stati prenotati oltre 850 giorni di vacanza e si è aggiunto un nuovo partner ogni giorno e mezzo: sono state attivate partnership commerciali con colossi del settore come Lastminute.com, eDreams, Wwf e Dove Viaggi. Il prossimo passo, al quale il team composto da 11 persone sta già lavorando, è l’internazionalizzazione. “Sbarcheremo a breve in nuovi mercati ad alto valore potenziale come Germania e Austria, adattando il modello di marketing”.

[Fondo di Garanzia, al via la prima alleanza con un incubatore]

Il posizionamento online, neanche a dirlo, è efficace: basta digitare qualsiasi cosa riguardante il mare e Barcheyacht c’è, spesso tra i primi risultati, anche se si digita “cosa mettere in valigia” o “rimedi contro il mal di mare”. Quanto sono sexy i risultati.

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