#startupNOtax, il fiscalista: il prelievo sulle plusvalenze così non va

L’aumento della tassazione sul capital gain sembra improvvisato, dice l’avvocato Antonio Tomassini di DLA Piper. E osserva: andrebbero distinti risparmiatori da speculatori. E per le startup si potrebbe mantenere l’aliquota del 20%

Pubblicato il 30 Mar 2014

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L’aumento dell’aliquota sul capital gain annunciata dal presidente del Consiglio Renzi colpirebbe anche chi cede quote di startup, proprio mentre si incentivano gli investimenti in imprese innovative con agevolazioni fiscali. In un intervento su EconomyUp il venture capitalist Pierluigi Paracchi ha segnalato la contraddizione proponendo di tasssare al 12,5%, come per i Bot, chi investe sull’innovazione. Sulla questione e sulla possibilità di una soluzione del genere EconomyUp ha chiesto l’opinione di un fiscalista, l’avvocato Antonio Tomassini, partner dello studio legale DLA Piper

L'avvocato Antonio Tomassini, partner dello studio legale DLA Piper

I capital gain realizzati sulla cessione di partecipazioni sono tassati in modo diverso a seconda che il cedente sia una persona fisica o una società ed in base alla percentuale di possesso nella società ceduta. In pratica, una persona fisica che realizza una plusvalenza sulla cessione di una partecipazione inferiore al 20% in una società italiana sarà tassato al 26%, mentre se la partecipazione è superiore al 20%, sarà tassato al 43% sul 49,72% dell’ammontare della plusvalenza. Esemplificando: se la plusvalenza è pari a 100 e la partecipazione inferiore o pari al 20%, la tassazione sarà 26. Se invece la partecipazione è qualificata, la tassazione sarà 21,4. Si inverte quindi in modo francamente poco logico l’impatto fiscale tra chi detiene partecipazioni qualificate e non.

Se invece a vendere è una società, la plusvalenza sulla cessione si una società che svolge attività commerciale sarà tassata al 27,5% sull’intero ammontare se la partecipazione è stata detenuta per meno di 1 anno, mentre sarà soggetta al 27,5% solo sul 5% dell’importo della plusvalenza se è stata detenuta per più di 1 anno (cosiddetto regime pex). Quindi: se la società è stata detenuta per più di un anno, la tassazione sarà pari a 1,375%, viceversa sarà pari a 27,5%.

In generale l’innalzamento della tassazione al 26% sembra un po’ improvvisato e figlio della mera necessità di gettito. Peraltro con una tassazione così alta sarebbe quanto meno necessario distinguere tra risparmiatori (ovvero persone che detengono gli investimenti per più anni e subiscono quindi gli effetti dell’inflazione) e speculatori. Inoltre si è ampliato troppo il divario rispetto alla tassazione sui titoli di Stato (ricordo che solo due anni e qualche mese fa, ovvero nel 2011, la tassazione delle rendite era tutta al 12,5%).

E’ corretto quindi che in caso di cessione di una partecipazione in una Startup innovativa (SUI) detenuta da una persona fisica realizzando una plusvalenza di 100, la tassazione sarà pari a 26 – 19 (pari alla detrazione spettante ipotizzando un investimento di 100) = 7 se la partecipazione non è qualificata; ovvero pari a 21,4 – 19 = 2,4 se la partecipazione è qualificata.

In realtà visto il favor che il legislatore ha recentemente riconosciuto alle SUI, potrebbe ipotizzarsi (in sede di adozione delle nuove norme, di cui invero non circolano ancora bozze) che per queste ultimi resti ferma la tassazione al 20% come sembra che qualcuno stia proponendo per i depositi bancari. Altrettanto corretto è l’esempio sui BOT (pago il 12,5% sia sugli interessi sia sui capital gain) e sulle azioni ordinarie (pago il 26% sulla plusvalenza).

Inoltre, altri oneri da considerare per chi cede una quota societaria sono:
· Tobin tax sul prezzo di cessione allo 0,10% se si cedono azioni di una società italiana (non se si cedono quote di Srl, quindi se la SUI è una Srl non pago la Tobin tax)
· Il bollo dello 0,2% sul valore alla fine dell’anno degli strumenti finanziari depositati su un dossier titoli in banca (come ad esempio, azioni quotate, fondi comuni e anche Bot).

* AntonioTomassini è partner dello studio legale DLA Piper, responsabile del dipartimento Tax

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