INNOVAZIONE & POLITICA

Startup online, anche Confindustria contro il monopolio ai notai. 5 motivi per cui è una forzatura da evitare

Il presidente di Confidustria Carlo Bonomi critica pesantemente la scelta del Governo di affidare alla piattaforma digitale dei notai l’esclusiva della costituzione digitale delle srl. Ecco le ragioni per cui sarebbe una forzatura secondo il deputato Luca Carabetta, relatore del decreto in attesa del parere del Parlamento

Pubblicato il 23 Set 2021

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Dopo Confcommercio e Unioncamere contro il monopolio dei notai nella costituzione digitale delle srl, e quindi delle startup, scende in campo anche Confindustria. E lo fa con il suo numero uno, il presidente Carlo Bonomi. Ecco che cosa ha detto all’Assemblea di Confindustria tenuta questa mattina, giovedì 23 settembre: “Richiamiamo l’attenzione del Governo sul fatto che, in tema di transizione digitale, numerosi Ordini Professionali, Casse di previdenza e società pubbliche controllate in house stiano usando proprie risorse, a ben altro destinate, per realizzare piattaforme digitali esclusive in chiara violazione della concorrenza, mentre l’offerta di servizi digitali da parte delle imprese private di settore offre una vastissima gamma di soluzioni già testate e disponibili sul mercato”.

I notai, ovviamente, non vengono mai citati ma il riferimento alla piattaforma creata da Notartel, società controllata dal Notariato, è chiaro ed è altrettanta chiara la bocciatura dell’orientamento manifestato dal Governo con il decreto della Presidenza del Consiglio dei Minisntri di fine agosto, che accogliendo la direttiva europea in materia di diritto societario digitale ha “forzato” la mano affidando l’esclusiva della costituzione di srl on line ai notai e alla loro piattaforma.

Il presidente Bonomi Bonomi evoca la violazione della concorrenza ed è questo uno degli argomenti di cui si discute in  anche Parlamento.  Sono cominciati i lavori nelle commissioni parlamentari per preparare il parere sul decreto del Consiglio dei ministri di fine agosto che di fatto ha esteso il monopolio dei notai sulla costituzione delle srl alla dimensione digitale, escludendo quindi anche le startup dalla possibilità di costituirsi online e a costi molto ma molto più bassi, come previsto da una legge del 2016 bloccata dal Consiglio di Stato la scorsa primavera.

Il Governo aveva chiesto il parere entro il 16 settembre, ma è stato concesso un rinvio di 15 giorni per riuscire a trovare una posizione comune in un momento in cui la maggioranza di Governo è attraversata da numerose tensioni. Intanto si sono fatte sentire le voce di diverse associazioni di categoria, come Assintel (Confcommercio), AssoSoftware (Confindustria), AssoProfessioni e Unioncamere Veneto.

Nel suo intervento alle Commissioni riunite Giustizia e Attività produttive  Luca Carabetta , deputato del Movimento 5 Stelle, relatore del Decreto Legislativo che recepisce le disposizioni della Legge di Delegazione Europea in materia di costituzione online di nuove società (il famigerato decreto di fine agosto), raccogliendo le segnalazioni e i rilievi arrivati da diverse parti ha sintetizzato in 5 punti le ragioni per cui il monopolio digitale dei notai per la costituzione di una srl è una forzatura che va evitata, ricordando  che “il principio della legge n. 53 del 2021 riguardante il recepimento della direttiva (UE) 2019/1151 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, recante modifica della direttiva (UE) 2017/1132 per quanto concerne l’uso di strumenti e processi digitali nel diritto societario, che chiede che le società SRL/SRLS possano essere costituite online con atto pubblico grazie all’utilizzo di una piattaforma telematica. Evidenzia come la direttiva medesima non richiami in nessun modo ulteriori fattispecie”

Il parlamentare 5Stelle Luca Carabetta
Ecco i 5 motivi per cui l’esclusiva dei notai per la costituzione digitale di una società a responsabilità limitata, e quindi di una startup, è sbagliata, controproducente e persino contraria alle regole europee.

1. L’affidamento diretto ai notai è in contrasto con la disciplina antistrus europea

Appare forzato l’affidamento diretto, senza procedure a evidenza pubblica e in via esclusiva, della realizzazione e della gestione della piattaforma telematica in oggetto al Consiglio Nazionale del Notariato, tramite Notartel SpA. Ricorda che su questo punto diverse rappresentanze hanno evidenziato un rischio di monopolio, in contrasto con la disciplina antitrust europea.

2. Non è chiara la responsabilità del notaio su vigilanza e antiriciclaggio.

Sempre relativamente all’operatività della piattaforma, l’attuale testo dello schema di decreto legislativo in esame non è sufficientemente chiaro nell’attribuire alla figura del notaio le responsabilità in campo di vigilanza e antiriciclaggio.

3. Il vincolo territoriale è contrario alla libertà di concorrenza

Lo schema di decreto legislativo introduce il «vincolo territoriale» che prevede che, per la procedura telematica, possa essere interessato solamente un notaio competente nell’area di residenza o di sede legale di almeno una delle parti. Ciò appare limitante in termini di libertà di concorrenza, specie se riferita a procedure telematiche.

4. Startup online, la legge primarie è ancora in vigore

Per le startup innovative dal 2016 al 2021 è stato possibile costituirsi online in forma semplificata, in alternativa al passaggio dal notaio. Questa pratica è stata sospesa a causa della bocciatura del relativo decreto attuativo da parte del Consiglio di Stato, la bocciatura non ha però riguardato la norma primaria che è ancora in vigore. In questo senso, l’applicazione delle disposizioni del decreto del Consiglio dei Ministri andrebbe in conflitto con i principi generali di cui all’articolo 32 della legge n. 234 del 2012, che dispone che gli atti di recepimento di direttive dell’Unione europea non possano prevedere l’introduzione o il mantenimento di sanzioni, procedure o meccanismi operativi più gravosi o complessi di quelli strettamente necessari per l’attuazione delle direttive.

5. La direttiva europea parla di atto pubblico, che può essere svolto anche dalle Camere di Commercio

Risulta contestabile il vincolo a sfruttare esclusivamente l’atto notarile per la costituzione di nuove società, in quanto la direttiva specifica che ci si debba riferire a un «atto pubblico» e non, specificamente, a un «atto notarile». Ricorda che, in questo senso, i pubblici ufficiali delle Camere di Commercio hanno già provveduto a svolgere pratiche simili proprio relativamente a startup innovative dal 2016 al 2021, senza riscontro di problematiche antiriciclaggio o di altro genere.

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