Ecosistema
Quanti mercati per le startup! Ma sono poco frequentati
VentureUp, #ItalyFrontiers,Tech-Marketplace, Innoventually: sono già quattro le piattaforme che dovrebbero favorire l’incontro fra innovatori, investitori e aziende tradizionali. E altri stanno per arrivare. Ma domanda e offerta sono ancora scarse. E in qualche caso mancano persino i siti internet
di Redazione EconomyUp
Pubblicato il 23 Nov 2015

VentureUp è online dal 3 novembre. È un portale online istituzionale creato da da Aifi
Il sito ha diverse aree. Nella sezione “test di autovalutazione”, attraverso una serie di domande a risposta multipla (“L’impresa dispone di un business plan aggiornato?”, “I soci attuali sono disponibili ad accettare l’ingresso di un nuovo socio?”, “L’impresa ha un team eterogeneo di fondatori?”…) le startup possono autovalutarsi e capire alla fine del questionario quale tipo di soggetto può fare al caso loro per crescere, dall’incubatore al venture capitalist.
Un’area denominata “marketplace” dovrebbe essere il cuore pulsante della piattaforma perché è la vetrina in cui dovrebbero esserci le startup: è questa la sezione in cui i finanziatori dovrebbero fare scouting dei progetti imprenditoriali e contattare i team. Al momento, però, non risultano nuove imprese iscritte alla piattaforma. Oppure, se ci sono, sono accessibili soltanto agli investitori e agli stessi startupper iscritti. Quindi, una persona che non si registra come “startup” o come “operatore” non ha accesso ad altri dati del marketplace. Invece, tutte le altre informazioni sono pubbliche e aperte a tutti.
L’utente – e in particolar modo, l’investitore in cerca di una realtà da finanziare – può così navigare in modo smart gli elenchi di startup e Pmi innovative presenti sul sito del Registro delle imprese senza dover necessariamente districarsi tra file excel e pdf.
Ogni scheda contiene la “carta d’identità” di una startup o di una Pmi innovativa: nome, logo, codice fiscale, natura giuridica, Comune in cui risiede la sede legale, codice, divisione e sezione ateco, classe di riferimento per valore di produzione, addetti, capitale sociale, requisiti di innovazione tecnologica che hanno permesso l’accesso in uno dei due registri speciali, profili social, indirizzi mail, descrizione dell’attività della società e del mercato in cui opera e altre informazioni utili per approfondire.
Una mancanza salta all’occhio: nelle schede di startup e Pmi innovative non sempre è indicato il sito internet. EconomyUp ha digitato in modo casuale i nomi di dieci aziende presenti nell’elenco e per nessuna di queste, al 20 novembre, era presente l’indirizzo web.
Tech-Marketplace, lanciata il 17 giugno da Intesa Sanpaolo e Confindustria è una piattaforma che mira a far incontrare domanda e
Il meccanismo è molto intuitivo: da una parte c’è chi vuole comprare, dall’altra chi vuole vendere. Ma anche in questo caso, la lista delle realtà presenti è accessibile solo agli utenti registrati, che stando ai dati forniti sono 7613 al 20 novembre. E, dato che salta all’occhio, i profili di tech offer, ovvero di potenziali fornitori, 507, sono molti di meno rispetto ai potenziali acquirenti, 3678.
Innoventually è un marketplace per fare open innovation. Le aziende che vogliono innovare affidandosi a startup e innovatori esterni possono indicare i loro needs, ovvero le loro esigenze in termini di innovazione, sulla piattaforma oppure lanciare vere e proprie challenge, richieste specifiche di soluzioni in un determinato ambito. Dall’altra parte, nuove imprese e fornitori di tecnologie possono candidarsi per soddisfare i needs delle imprese che vanno a caccia di idee e brevetti.
Al 20 novembre la challenge aperta è una: la richiesta di un piano avanzato di marketing e sales da parte di un’azienda tecnologica. Un’altra “sfida” invece è scaduta da poco e lo sponsor sta valutando le soluzioni ricevute. Per quanto riguarda i needs, nella stessa data di aziende in lista ce n’è soltanto una. La piattaforma, al momento, sembra quindi scarsamente popolata. Innoventually, che ha sede a Trieste, fornisce anche servizi di brokerage tecnologico di proprietà intellettuale e di formazione sull’open innovation.