Incubatori

Perché Breed Reply scommette sull’Internet of Things

L’Internet degli Oggetti è un mercato che vale dai 4,8 trilioni di dollari del 2012 ai 7,3 trilioni nel 2017 e che rivoluzionerà la vita quotidiana. Ecco perché Reply ha lanciato un incubatore per startup che operano in questo settore, spiega Emanuele Angelidis, ad di Breed Reply

Pubblicato il 29 Ott 2014

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Emanuele Angelidis, amministratore delegato di Breed Reply

Un futuro nel quale decine di miliardi di oggetti saranno collegati tra di loro e parleranno lo stesso “linguaggio” non è più fantascienza ma potrebbe realizzarsi già fra tre- quattro anni. L’Internet of Things, l’Internet degli Oggetti, definito come la rete fissa o mobile che connette qualunque tipo di dispositivo (ad esempio gli elettrodomestici), è un fenomeno in rapida espansione e con possibilità di sviluppo in tantissimi settori, dalla domotica alla sanità, dallo sport all’industria. Reply, società specializzata nella progettazione e implementazione di soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali, ha investito in un incubatore avanzato, Breed Reply, rivolto proprio alle startup che hanno idee e offrono servizi nell’ambito dell’IoT. Basato a Londra, con sedi operative in Italia e Germania, l’incubatore vuol supportare, economicamente e strategicamente, imprenditori e giovani talenti, provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti, e accompagnarli nella fase di ingresso nel mercato. “Da tempo Reply – spiega Emanuele Angelidis, amministratore delegato di Breed Reply – ha scommesso sull’IoT come proprio business, ma considerando la crescente frammentazione di questo mercato è impossibile seguire gli sviluppi in tutti i settori, allora con Breed Reply abbiamo creato una finestra per avere una vista completa su questo mondo, uno sguardo su tutte le novità. L’obiettivo principale di Reply è di essere sempre alla frontiera dell’innovazione, un passo in avanti su quelli che sono i nuovi trend e le migliori idee nel mercato della IoT”.

Una scelta di sicuro lungimirante, dato che lInternet degli Oggetti è la “next big thing” dell’ICT, con un fatturato per tecnologie e servizi dedicati che può crescere dai 4,8 trilioni di dollari del 2012 ai 7,3 trilioni nel 2017, secondo le stime dell’International Data Corporation. È soprattutto l’impatto sulla vita quotidiana ad essere rivoluzionario: “Si prevede che l’IoT sarà un fenomeno della stessa portata di quello che gli smartphone sono stati per il settore mobile – spiega Angelidis – che cambierà il nostro modo di navigare, vivere, avere relazioni, con decine di miliardi di oggetti connessi alla rete nei prossimi 3-4 anni. Esempi significativi si trovano in tutti i settori. Nello sport, ad esempio, abbiamo investito in Xmetrics che, tramite sensori, componenti elettroniche e software, basati su dispositivi mobili, consente di gestire gli allenamenti di nuotatori professionisti e dilettanti. In ambito sanitario potranno essere utilizzati i dispositivi e le soluzioni wearable, come quelli forniti dalla società nord-americana Sensoria, partecipata da Reply. E si pensi alle potenzialità derivanti dalle connessioni di elettrodomestici in casa o di tutti i sistemi di controllo nelle industrie. Anche il marketing potrà beneficiare dei sensori di prossimità che consentiranno di inviare offerte e promozioni personalizzate”.

Breed Reply nasce per trasformare idee vincenti in business di successo e “diversamente da altri incubatori – precisa Angelidis -, oltre al funding, viene offerto un tipo di supporto aggiuntivo e personalizzato per consentire alle startup l’affermazione nei mercati di riferimento. Essendo stato dall’altra parte della barricata posso dire che i soldi per finanziare un’idea sono sicuramente importanti, ma quando si tratta di una startup è anche difficile trovare le competenze e i contatti per avere accesso al mercato”. E di startup Angelidis se ne intende, dato che ha partecipato allo sviluppo di Omnitel (poi Vodafone Italia) e, nel 1999, ha co-fondato ed è stato ceo di Fastweb.

Il modello di incubatore prevede: finanziamenti a livello “seed” e “early stage” a fronte di una partecipazione minima nel capitale societario; trasferimento di know how da parte del team di esperti in sales, marketing e vendite, tecnologia, finanza, logistica; supporto nel go-to-market, ovvero un servizio che va oltre i 12 mesi di programma, per facilitare l’accesso al mercato sia in termini geografici, dato che Reply è presente in tutta Europa e negli Usa, sia come contatti con i clienti, sfruttando il suo network.

La selezione sarà effettuata tra startup che presenteranno soluzioni IoT in aree chiave come sport e benessere, sanità, domotica, trasporti, energia e settore manifatturiero. “Non abbiamo un numero prestabilito di posti – specifica Angelidis – perché non ci avvaliamo di un fondo esterno ma utilizziamo risorse di Reply. Le startup che sceglieremo saranno valutate in base alla qualità del team e alle competenze in esso presenti, perché le persone fanno la differenza, e in base all’idea e al mercato di riferimento”. La scelta di Londra è logistica, per le connessioni con il mondo finanziario e industriale, ma l’Internet degli Oggetti è ormai una realtà in tutta Europa e “mentre in passato chi aveva belle idee tendeva a trasferirsi negli Usa – dice il ceo di Breed Reply – negli ultimi 3-4, tende a rimanere nel Paese di origine e svilupparle, grazie a una serie di iniziative positive delle realtà istituzionali”.

Il primo progetto è “IoT Best in Breed” che permette a chi ha delle idee nell’Internet degli Oggetti, a diversi livelli di maturazione, di metterle alla prova e di presentarle al team di Breed Reply, entro il 14 novembre. Le migliori iniziative selezionate potranno accedere al percorso di crescita all’interno dell’incubatore.

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