OPEN INNOVATION

Mattia Voltaggio: ecco perché ENI, con lo chef Niko Romito, cerca startup e PMI innovative del food



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Innovare la proposta delle stazioni di servizio di ENIlive: Mattia Voltaggio, Head of ENI Joule, racconta la nuova call foodtech e come è possibile portare l’innovazione nelle filiere e nei territori

Pubblicato il 29 ott 2025



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Mattia Voltaggio, Program Manager Officer di ENI e Head of ENI Joule

“Quando sono entrato in ENI, quasi vent’anni fa, non avrei mai immaginato che un giorno mi sarei occupato di food”, dice Mattia Voltaggio, Head of Joule, la scuola di ENI per l’impresa che ha lanciato una nuova sfida per startup del settore food, appunto, dopo che il gruppo dell’energia ha avviato – due anni fa – una collaborazione con lo chef tristellato Niko Romito per la trasformazione delle aree di servizio in “stazioni del gusto”.

Il progetto si chiama MEAL (le candidature per startup e PMI innovative sono aperte fino al 28 novembre) e conferma come l’innovazione può portare le aziende a esplorare territori insoliti o comunque distanti dal tradizionale core business.

MEAL, l’innovazione nelle stazioni di servizio

Mattia Voltaggio da pochi giorni ha presentato a Ravenna i risultati dell’attività di Open Innovation territoriale sviluppata sulla filiera oil & gas con Mind The Bridge (ne abbiamo parlato nell‘ultima puntata di InnovationWeekly), destinata a essere esportata, ma con Joule gli orizzonti sono più ampi: sostenere la nuova imprenditoria innovativa per trovare e portare all’interno del gruppo opportunità di innovazione.

MEAL nasce dalla necessità/opportunità di ripensare gli spazi delle pompe di benzina, che nasce da un cambio di abitudini: “La diffusione della mobilità condivisa porta a frequentare sempre meno i luoghi di rifornimento che si stanno trasformando da stazioni servizio sta diventando in stazione di servizi – un luogo di esperienza”, spiega Voltaggio.

È in questo scenario che nasce infatti l’attività per Enilive, la società che gestisce la rete del gruppo EN e sta ripensando la propria offerta con il progetto ALT-Stazione del Gusto-Esperienze gastronomiche in collaborazione con Niko Romito, chef di Casa Reale a Castel di Sangro, tre stelle Michelin e una grande esperienza internazionale oltre che didattica con la sua Accademia creata all’interno di un antico convento.

Con MEAL si aggiunge la leva dell’innovazione con un’iniziativa che mette insieme una grande azienda, uno chef stellato, startup e una rete di distribuzione per trasformare il foodtech in opportunità di mercato.

Voltaggio lo sintetizza così: “Abbiamo pensato un modello in cui l’idea diventa prodotto, e il prodotto diventa consumo quotidiano grazie alla nostra capacità distributiva attraverso i 600 punti di Enilive. MEAL non è un incubatore, né un acceleratore ma un lab to market in cui un grande chef come Niko Romito mette a disposizione la sua expertise per arrivare da un semilavorato a un prodotto qualità pronto ad andare sul mercato ed ENI la sua rete di punti vendita e la sua esperienza commerciale”.

MEAL, le aree di innovazione

La call lanciata da Joule è globale. “Non avremo un focus solo italiano, anche certamente privilegeremo ingredienti e prodotti made in Italy. Ma per le tecnologie, dalle fermentazioni ai packaging sostenibili ai nuovi prodotti ad alta funzionalità guarderemo in tutto il mondo”
Le aree strategiche su cui le startup sono chiamate a competere sono tre:

l’uso di ingredienti innovativi, in termini di salute e sostenibilità (ad esempio farine di legumi per prodotti da forno senza glutine, paste vegetali fermentate, riuso degli scarti).

lo sviluppo di prodotti d’avanguardia, ovvero alimenti che uniscano gusto, salute, sostenibilità e lunga conservazione.

la concezione di packaging sostenibile, con imballaggi riciclabili compatibili con processi industriali di stabilizzazione. )

Il percorso con lo chef Niko Romito e con Enilive

Il percorso di selezione e sviluppo dura sei mesi e si articola in due fasi: incubazione & mentoring (affiancamento personalizzato curato da Enilive e dall’Accademia Niko Romito) e poi testing & definizioni degli use case per integrare i prototipi nei format commerciali della rete Enilive.

Le attività si svolgeranno in due hub complementari: il polo di innovazione al Gazometro Ostiense a Roma e l’Accademia di Castel di Sangro.
Commenta Voltaggio: “Con MEAL vogliamo trasformare l’innovazione in esecuzione concreta, non solo idea, e contiamo di avere i primi prototipi entro quest’anno per andare poi in distribuzione nel 2026. Con lo chef e il suo team ci siamo dati come obiettivo di arrivare quanto prima possibile sul mercato”.

L’innovazione che arriva sui territori

Nel progetto MEAL c’è l’idea di ENIlive come canale di innovazione con ALT-Stazione del Gusto, i Café e gli Shop (“Quasi 600 punti vendita pronti a ospitare e testare i prodotti,riducendo drasticamente il time-to-market e validando le soluzioni in scala reale”, dice Voltaggio). Un’idea che è al centro del progetto sviluppato a partire dal 2022 con il comune di Ravenna e Mind the bridge, ORa!

“È un caso di Open Innovation territoriale”, spiega Voltaggio. “Sappiamo che l’innovazione non si fa da soli, che serve collaborazione tra startup, PMI, filiere e grandi aziende. Abbiamo scelto di superare il classico modello one-to-one tra corporate e startup per portare l’open innovation a livello di sistema e di filiera. A Ravenna abbiamo dimostrato che si può fare e i risultati lo confermano”. E adesso il modello potrebbe essere esportato in Italia ma anche altrove, come per esempio in Africa dove ENI ha attività in diversi territori.

In tre anni sono state coinvolte oltre 700 startup provenienti da tutto il mondo, selezionate per collaborare con circa 30 piccole e medie imprese italiane del distretto oil & gas e della logistica. Da questi incontri sono nati 15 tavoli di progettualità concreta, su tecnologie cross-industriali che vanno dalla digitalizzazione alla sostenibilità dei processi produttivi.

Il risultato? Un’inedita rete di collaborazione tra aziende ravennati e startup internazionali, dall’Australia alla Svezia. “Abbiamo superato i bias che spesso frenano la collaborazione tra mondi diversi – osserva Voltaggio – e scoperto che la piccola impresa, quando entra in un sistema guidato, si muove con una rapidità sorprendente”

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