La strategia

Innovazione, i 5 motivi per cui Milano può diventare una città “in”

È la strategia del Comune, che punta a sostenere l’ecosistema concedendo spazi e risorse finanzarie per startup, incubatori, iniziative di sharing economy e tecnologia wireless. Con un occhio sempre attento al mondo del sociale

Pubblicato il 23 Feb 2015

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Milano punta ad essere una città “in” sul fronte dell’innovazione e dell’inclusione in Italia. Innovazione perché sta scommettendo molto, sia in termini di strategie politiche sia di risorse finanziarie, su startup, incubatori, FabLab, sharing economy. Inclusione perché, grazie all’economia collaborativa, intende creare un tessuto sociale più solidale. Questi i temi affrontati qualche giorno fa dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dall’assessore alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico e Ricerca Cristina Tajani in occasione di “Milano è in”, la prima giornata-incontro organizzata dall’Assessorato alle Politiche del Lavoro del Comune con i principali protagonisti dell’economia condivisa, dell’innovazione e della sharing economy presenti sul territorio. Dall’incontro sono emersi almeno 5 motivi per cui il capoluogo lombardo sembra avere tutte le carte in regola per diventare “in”.

1) Ha il maggior numero di startup d’Italia – Dall’ultima indagine Unioncamere è emerso che, delle 3200 startup nate finora nel Paese, con le sue 470 censite nel 2014 Milano è il primo laboratorio nazionale seguito da Roma con 270, Torino 174 e a seguire Trento e Napoli con 96. Solo nell’ultimo anno nel capoluogo lombardo sono nate 171 startup. È sempre Milano e la Lombardia a guidare la classifica delle aree che ospitano il maggior numero di startup a vocazione sociale. Negli ultimi due anni sono stati inoltre attivati 4 incubatori d’impresa. In totale sono 5 gli incubatori che vedono la partecipazione attiva del Comune: FabriQ, il primo incubatore nato per promuovere e incentivare la nascita di imprese a forte vocazione sociale, Alimenta2Talent, PoliHub, SpeedMiUp e A.I.R (l’acceleratore delle imprese nate negli istituti penitenziari). A questi dal 2015 se ne aggiungeranno altri 3 con lo spazio di via D’Azelio, Ex Ansaldo e lo Smart City Lab. Tutto questo si traduce in un investimento complessivo da parte dell’amministrazione sulle idee dei giovani milanesi pari a oltre 18 milioni di euro. “Creare una città in grado di rispondere alle esigenze di chi vuole fare impresa, di chi vuole fare innovazione, di chi vuole avviare nuovi progetti è l’obiettivo che ci siamo dati in questi anni e che abbiamo perseguito con decisione” ha dichiarato il primo cittadino. “L’esperienza di Milano in materia di nuova imprenditoria, sia tecnologica che sociale, agenda digitale e riuso produttivo degli spazi urbani, ci dice che l’innovazione produce inclusione sociale” ha aggiunto l’assessore Tajani.

2) Sta aprendo nuovi spazi dedicati all’innovazione – Sono oltre 12mila i metri quadri su 5 aree della città, da Tortona ai Navigli sino a Corso Como, che l’amministrazione ha destinato allo sviluppo di questo nuovo settore, a cominciare da due aree già messe a bando lo scorso anno. L’Ex Ansaldo con i suoi 6000 mq ospiterà attività e progetti fortemente legati allo sviluppo della creatività, sia culturale che imprenditoriale, mentre via D’Azeglio doterà la città di un moderno Fab lab e di servizi appositamente rivolti ai nuovi artigiani digitali. Un fenomeno in crescita che oggi chiede spazi per esprimersi. Lo Smart City Lab di via Ripamonti, realtà nata anche grazie ai finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico, è un’area di circa 4000 mq dove si potranno incubare imprese innovative ad alto valore tecnologico, con un’area dedicata allo showroom delle tecnologie prodotte, co-working e sala conferenze. In vicolo Calusca e via D’Annunzio nasceranno due aree attigue di 300 mq complessivi per il primo “micro distretto” della sharing economy, una vera e propria “casa dell’innovazione” dove ospitare dibattiti, incontri e momenti di confronto tra operatori e tutti colori che vogliono avvicinarsi al mondo della nuova economia. “C’è la volontà – ha detto Pisapia – di valorizzare le specificità e le vocazioni peculiari di tutti i quartieri della città, come abbiamo fatto con progetti specifici alla Bovisa, all’area Tortona-ex Ansaldo al quartiere Palmanova. Milano è una città che vuole innovare sempre di più ed è la città più smart d’Italia, come dimostrato dalla classifica di ICity Rate. Questo vuol dire affrontare la crisi con coraggio e dare una spinta innovativa alla ripresa economica”.

3) Sta investendo risorse economiche nell’innovazione Sono oltre 1,5 milioni di euro le risorse messe a disposizione,solo negli ultimi 3 mesi, per far conoscere e sostenere il rinnovamento del modo di intendere il lavoro a cominciare dallo stanziamento di 500mila euro a favore del co-working, 400 per interventi a miglioramento dei 33 spazi attualmente accreditati e 100mila per la creazione di voucher per le spese dei co-worker. Favorito, poi, con 300mila euro lo sviluppo dei Fab lab,i nuovi laboratori artigiani 2.0, per l’acquisto di macchinari e investimenti sulla salute e sicurezza dei makers che vi operano. Infine, 400mila euro per sostenere iniziative imprenditoriali dal basso attraverso le donazioni dei milanesi grazie alla sperimentazione del primo crowdfunding civico che vede il Comune impegnato a raddoppiare le elargizioni che copriranno almeno il 50% degli investimenti per far partire i progetti.

4) Ha creato la prima rete di operatori della sharing economy – A gennaio Palazzo Marino ha approvato una delibera d’indirizzo per “promuovere e governare lo sviluppo delle economie di condivisione e collaborazione” sull’esempio di altre città del mondo (Amsterdam, Hong Kong, Sidney). Sul fronte della mobilità lo sharing è ampiamente adottato nel capoluogo lombardo. Iniziato con il bike sharing (10 mila utilizzi al giorno), si è poi esteso alle auto (2.000 circa tra i servizi Enjoy, Car2go, GuidaMi, E-vai, Twist). Le novità per Expo saranno scooter e biciclette a pedalata assistite. Altro punto forte sono i coworking, uffici condivisi dove i liberi professionisti affittano una scrivania, e i fab-lab, piccole officine artigiane d’innovazione. I co-working, a Milano, sono 30, i fab-lab sette disseminati in tutta la città.

5) È una città wireless Grazie a OpenWi-fi Milano, la rete di connessione per navigare gratuitamente e ad alta velocità, l’innovazione passa anche attraverso la tecnologia. Più di 600 access point consentono a 300mila utenti (con 400 nuove registrazioni ogni giorno) di collegarsi alla rete gratuita del Comune per accedere ai suoi servizi gratuiti nonché agli oltre 237 set open data disponibili per cittadini e imprese. Attive anche 30 Isole Digitali presenti in tutte le nove Zone della città.

Il modo tutto milanese di coniugare innovazione e inclusione in vari ambiti ha portato l’Amministrazione a istituire il riconoscimento “Milano In – 30 e lode” .Un premio che intende valorizzare le 30 esperienze che enfatizzano il concetto di sviluppo legato alla condivisione. Un’iniziativa nata per far emergere le realtà più innovative a livello metropolitano e che possono costituire veri e propri esempi replicabili sull’intero territorio nazionale. A questo si affiancherà anche la prima call volta a creare una rete multidisciplinare di docenti e ricercatori universitari che sono impegnati sui temi dell’innovazione, della condivisione e dell’inclusione.

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