SOSTENIBILITÀ

Innovacarbon: la startup che rivoluziona la depurazione delle acque rispettando l’ambiente

Produrre un innovativo materiale da inserire nei filtri per la depurazione delle acque: è questa la scommessa di Innovacarbon, che ha lanciato una campagna su BacktoWork, superando l’obiettivo e raccogliendo più di 250mila euro. La soluzione evita di lasciare in circolazione le sostanze inquinanti eliminate

Pubblicato il 09 Apr 2020

Photo by Aaron Burden on Unsplash

Una campagna di equity crowdfunding per produrre un innovativo materiale da inserire nei filtri per la depurazione delle acque. È questa la scommessa di Innovacarbon, startup con sede a Milano nata grazie all’iniziativa di Danilo Vuono, Roberto Basiliano, Diana Calderazzo e Laura Lamonica.

La campagna di Innovacarbon, avviata a metà marzo sul sito BacktoWork, è già un successo: in poche settimane ha raggiunto il 282% dell’obiettivo minimo, raccogliendo più di 250mila euro.

Ma cos’è Innovacarbon? Lo spiega a Economy Up Danilo Vuono, CEO e responsabile dell’area Produzione, Ricerca e Sviluppo.

La depurazione delle acque

Oggi la depurazione delle acque di scarico è tema dolente per aziende di ogni tipo: “Gli scarichi industriali devono rientrare in normative nazionali ed europee molto restrittive. Questo determina uno sforzo economico da parte delle aziende, che devono assicurare i loro effluenti all’interno delle leggi vigenti per non incorrere in pesanti sanzioni civili e penali” ha detto Vuono.

Un settore di mercato tanto inesplorato quanto promettente: il volume globale del segmento Global Water and Wastewater Treatment Technologies è stato valutato in 38 di miliardi di dollari nel 2015, e potrebbe raggiungere i $54 miliardi entro la fine del 2020.

Innovacarbon: il materiale assorbente rivoluzionario

Il prodotto di Innovacarbon si inserisce proprio in questo contesto: punto di forza è uno speciale mezzo adsorbente a base di nanotubi di carbonio che aderiscono ad un materiale inerte per depurare le acque reflue e gli scarichi inquinanti. Un’idea innovativa: “I nanotubi in carbonio sono uno dei nanomateriali più interessanti e importanti di tutto il panorama ‘nanotecnologie’, ma il loro uso in campo ambientale non si è mai potuto concretizzare a causa di pesanti limiti tecnici” racconta il Ceo.

L’azione filtrante ottenuta tramite i nanotubi permette di recuperare la sostanza adsorbita e riutilizzarla, eliminando così il rischio di lasciare in circolazione sostanze nocive per l’uomo e per l’ambiente. Come ci ha spiegato Vuono, “in termini industriali questo significa recuperare i coloranti che altrimenti verrebbero persi per sempre negli effluenti tessili o recuperare importanti composti dell’industria petrolchimica che potrebbero essere riutilizzati nei processi produttivi”.

Il filtro Innovacarbon è anche totalmente rigenerabile e riutilizzabile decine di volte senza rinunciare ad affidabilità e performance. Una caratteristica che pochi prodotti possono vantare nel campo della depurazione delle acque, e un grande vantaggio a livello di sostenibilità.

VIDEO – IL FOUNDER DANILO VUONO RACCONTA IL PROGETTO INNOVACARBON

INNOVACARBON | Campagna di equity crowdfunding

INNOVACARBON | Campagna di equity crowdfunding

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I benefici economici della soluzione Innovacarbon

Una tecnologia che fa bene all’ambiente, quindi, ma non solo. Sul lungo periodo, la possibilità di riutilizzare il filtro permette di tagliare i costi operativi. Vuono precisa che “utilizzando un filtro con materiale Innovacarbon non è necessario comprare a distanza di tempo nuove ricariche di materiale adsorbente, come succede per i carboni attivi; non è necessario acquistare in continuazione quantità significative di reagenti, come nel caso degli agenti flocculanti per l’abbattimento dei coloranti tessili industriali”.

Il recupero dei materiali di scarto, poi, rappresenta per le aziende “una riduzione dei costi relativi alle materie prime” e apre alla possibilità di reinserire le sostanze organiche perse con le acque reflue nella filiera delle vendite, senza alcun tipo di modifica nelle loro proprietà chimico-fisiche.

Le applicazioni

Le possibilità applicative del materiale filtrante sono numerosissime, in quanto è stato ottimizzato per abbattere una vasta gamma di sostanze organiche. Le più comuni sono i coloranti derivanti dagli scarichi dell’industria tessile o gli idrocarburi e i residui del settore petrolchimico, ma a questi si aggiungono “gli scarichi dell’industria farmaceutica, quelli dell’industria alimentare, gli erbicidi, i pesticidi e i fitofarmaci presenti anche in tracce”.

Un’idea premiata in numerose competizioni

Innovacarbon ha ricevuto riconoscimenti in diversi ambiti: finalista al Premio Marzotto, agli Everis Awards e al Web Marketing Festival, ha vinto il primo premio per la Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore e il Premio Nazionale per l’Innovazione 2018 nel settore CleanTech & Energy. “Quello che ci ha inorgoglito di più — ha detto Vuono — è stato l’assegnazione del “Premio dei Premi” che abbiamo ricevuto dal Presidente del Senato [Maria Elisabetta Alberti Casellati] poco più di un anno fa”.

Il crowdfunding per dare il via alla produzione

La campagna di equity crowdfunding avviata da Innovacarbon su BacktoWork ha già raccolto più di 250mila euro. L’obiettivo è avviare la produzione vera e propria e inserirsi immediatamente nel mercato. “Con tali fondi potremo coprire i costi per il personale, quelli relativi al marketing, potremo creare un numero maggiore di linee di produzione ed essere subito operativi e produttivi” afferma il Ceo, colpito ma non spaventato dal successo dell’iniziativa: “La velocità degli eventi non ci spaventa, siamo pronti ed, anzi, scalpitiamo per cominciare a produrre e presentare al mondo i nanomateriali di Innovacarbon”.

Il futuro? La biomedicina

Innovacarbon non intende fermarsi alla depurazione delle acque. Mantenendo una forte vocazione per la ricerca, la startup allarga gli orizzonti verso nuovi ambiti: “Sono già allo studio nuovi prodotti che potrebbero trovare valide applicazioni in campo biomedico e sanitario, per esempio” conclude Vuono. Una promessa più che mai attuale.

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Laura Loguercio
Laura Loguercio

Primo ho studiato Filosofia, poi ho scoperto il mondo del digitale. Scrivo di società, ma con un occhio per l’innovazione.

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