INTERNAZIONALIZZAZIONE

Il PoliHub in Cina: diario di viaggio nel nuovo centro globale dell’innovazione

Dalla Silicon Valley di Pechino alla città di Alibaba, passando dal più bel campus dell’Asia, quello della Tsinghua University. La general manager e il responsabile del China Projects raccontano il viaggio del PoliHub in Cina, che si sta candidando sempre più ad essere un centro globale d’innovazione

Pubblicato il 22 Lug 2019

Stefano Mizio con Giacomo Frigo del PoliHub, Felice Wang di TusStar e Massimiliano Mandarini, CEO di Marchingenio, allo Shanghai Changyang Campus

Atterri all’aeroporto di Beijing e dopo un rullaggio che dura oltre 20 minuti hai immediatamente la percezione dell’ordine di misura differente dei luoghi, delle strutture e dei manufatti che vedremo. Il viaggio del PoliHub in Cina  inizia qui a Beijing e proseguirà lungo un itinerario che ci farà visitare Jinin nella provincia dello Shandong , famosa per aver dato i natali a Confucio; Hangzhou, conosciuta come “paradiso sulla Terra” e definita da Marco Polo la “più splendida città del mondo”, per poi chiudersi a Shanghai, la maggiore metropoli economica della Cina, nota come la “perla d’Oriente”.

La Cina, un luogo dove essere

Un viaggio in Cina è un percorso utile per confermare tutto quello che hai letto o sentito ma che hai sempre considerato con una certa sufficienza e, perché no, scetticismo. Si, certo, ti hanno detto che la Cina vuol diventare la prima nazione nell’ambito delle tecnologie di intelligenza artificiale; non c’è dubbio che Tencent, Alibaba e Baidu siano dei giganti ma vuoi mettere Facebook, Amazon e Google? Per poi scoprire che qui il contante è praticamente scomparso, ogni attività ruota intorno ad un’applicazione – WeChat – con la quale in Cina si fa praticamente tutto.

E allora, se ti occupi di innovazione e se lavori per aiutare le startup italiane a crescere e a diventare scaleup e se hai un partner importante come Tus Star – il primo incubatore al mondo con 35 aziende quotate in portafoglio – associato alla Tsinghua University nell’ambito della cooperazione stabilita con il Politecnico di Milano grazie al lavoro del prorettore del Polo Territoriale Cinese professor Giuliano Noci , la Cina diventa un luogo dove essere ed operare.

Oggi la nuova frontiera si è spostata ad Est: l’Impero di Mezzo ha definitivamente occupato il centro della scacchiera mondiale non solo per la crescita vertiginosa del Pil ma anche per avere individuato nell’innovazione e nelle startup l’architrave della propria strategia di crescita.

Assieme a noi, due delle nostre startup – Tree Solutions e Marchingenio – specializzate in ambiti di forte interesse per gli attori cinesi che incontreremo, dalla ottimizzazione dei consumi energetici alla sostenibilità e al green building, con un tocco di design tutto italiano.

La delegazione del PoliHub nella sede di TusStar a Pechino: con Claudia Pingue e Stefano Mizio ci sono Massimiliano Mandarini ( Marchingenio), Gunther Breda ( Tree Solutions) e Delia Olivetto, China Operations Director Mip

La missione del PoliHub in Cina

L’obiettivo della missione in Cina è infatti individuare concreti modelli di collaborazione e ingaggio con gli ecosistemi locali – grazie al network di TusStar – per aiutare le startup di PoliHub a scalare su un mercato enorme (1,4 miliardi di persone) sfruttando inoltre la presenza di aziende locali che sono alla ricerca di partner, fornitori e startup deep tech perseguendo una strategia da poco orientata alla collaborazione internazionale.

Un’immersione nel mondo delle startup e delle corporate cinesi per capire inoltre le politiche di sostegno alla innovazione che le diverse aree del paese hanno messo in piedi in una guerra senza quartiere per accaparrarsi i migliori progetti e i migliori talenti a suon di milioni di RMB.

Cinque giorni nel futuro di un Paese che è stato in grado dal 1978 di cambiar pelle, passando da un’economia agricola alla seconda – per il momento – economia al mondo dove gli utenti di Internet sono 800 milioni, “solo” il 60% della popolazione totale.

Un vero miracolo che, capisci, è frutto di una visione, di una strategia e di un dispiego di risorse straordinario.

Zhongguancun Science Park – la Silicon Valley di Pechino

Beijing, e in particolare lo Zhongguancun Science Park – la Silicon Valley di Pechino – dove ha sede il quartier generale di Tus Star, è il luogo dove incontrare nei primi due giorni il management team del più famoso incubatore al mondo per un confronto tra modelli operativi, profili dei mentor coinvolti nei programmi di supporto alle startup, strategie di crescita delle scaleup – nell’area sono presenti più di 70 unicorni – per approfondire i settori di investimento e gli approcci, qui molto più orientati allo sviluppo delle tecnologie e meno ai modelli di business, con capitali pazienti.

Ciò che colpisce è la rincorsa verso gli USA in una competizione caratterizzata dal ruolo dello Stato, sia a livello centrale che locale, e dalle natura e consistenza degli investimenti in deep tech startup che operano principalmente in quattro settori: Intelligenza Artificiale, Smart Manufacturing, Electric Vehicle, Integrated Circuit.

La delegazione di PoliHub davanti alla sede di TusStar a Pechino: con Claudia Pingue e Stefano Mizio ci sono Massimiliano Mandarini ( Marchingenio), Gunther Breda (Tree Solutions) e Delia Olivetto China Operations Director Mip

La forbice che si apre fra Europa e Cina

Uno sguardo alla nostra Europa, e i numeri raccontano di una forbice che si sta aprendo:

in Cina le scaleup hanno raccolto oltre 337 miliardi di dollari verso i 125 miliardi delle scaleup europee[1].

Un insieme di incentivi che prevede il supporto diretto di incubatori e acceleratori da parte dei governi locali e centrali e il ruolo di Baidu, Alibaba, JD.com, Tencent – o meglio dei loro corporate venture – nel modellare il panorama del VC funding cinese.

Un paese che sta puntando sulla imprenditorialità : 12.000 startup – iniziative imprenditoriali – al giorno[2], grazie anche al piano – “mass entrepreneurship” – lanciato dal primo ministro cinese Li Keqiang nel 2014, che prevede 6.5 miliardi di dollari in grants, agevolazioni fiscali e supporto a incubatori e acceleratori.

Cina, da “fabbrica del mondo” a centro di innovazione globale

Al di là dei numeri in parte noti – nel 2017 il 48% dell’equity funding raised in progetti di Intelligenza Artificiale è andato alla Cina verso il 38% agli USA – ciò che colpisce nelle parole dei nostri interlocutori è la trasformazione della Cina da “fabbrica del mondo” al “ centro di innovazione globale”.

Basta contare il numero di volte che nei loro pitch ricorre la parola “innovazione” o dai cartelli che dovunque campeggiano con la scritta “Created in China” (non più “made in”).

Lo Shanghai Changyang Campus

Primo e secondo giorno: Beinjing e Tsinghua University

Quale modo migliore di chiudere la prima giornata con un giro nel bellissimo campus della Tsinghua University – selezionato da Forbes Magazine tra i più bei campus college al mondo e l’unico in Asia – per apprezzare le bellezze architettoniche e naturali del luogo, frequentato inoltre da molti studenti stranieri?

Il viaggio ci permette di apprezzare l’alta velocità cinese – una infrastruttura e un sistema di stazioni avveniristiche – con una rete di 22000 Km e treni che superano i 300 kmh.

Terzo giorno: Shandong Industrial Technology Research Institute

Ed eccoci in poco più di un’ora a Jinin nella provincia dello Shandong per incontrare – durante il terzo giorno – diverse aziende attive nella costruzione di smart building e nella progettazione di sistemi di teleriscaldamento. Una ghiotta occasione per le nostre startup per presentare le loro soluzioni e aprire relazioni per futuri sviluppi di progetti. Un occhio anche al modello di sviluppo e di valorizzazione delle tecnologie con una visita allo Shandong Industrial Technology Research Institute.

PoliHub in Cina, quarto giorno: Hangzhou, la città di Alibaba

Il quarto giorno è dedicato a Hangzhou, città resa famosa per l’aver dato i natali a Jack Ma fondatore di Alibaba, con l’obiettivo di approfondire le politiche di incentivo al locale ecosistema di Startup visitando e incontrando i responsabili dello Hangzhou Economic and Technological Development Area ai quali raccontare il nostro modello di sviluppo ma, soprattutto ,ascoltare i numeri e la loro strategia per attrarre le migliori startup e i migliori talenti –anche dall’estero – e qui rimanere letteralmente basiti per le risorse messe in campo (fino a 1 milione di euro per quello che loro chiamano “business startup support”, e risorse per il recruiting “state level leading talents” fino a 500 mila euro).

Una visita presso la sede di Tus Star a Hangzhou ci permette di ascoltare i pitch di alcune startups incubate, incontrare un futuro unicorno prossimo alla quotazione al Nasdaq – Jiuzi NewEnergy – apprezzando la loro strategia di crescita.

Non ci lasciamo sfuggire l’occasione di conoscere un ingegnere cinese che dopo diversi anni negli Usa, dove ha lavorato per Texas Instruments e dove ha conseguito la laurea e un PhD, ha deciso di rientrare in patria per lanciare la propria startup e sfruttare il Thousand Talents Plan – un piano di incentivi rivolto a scienziati, accademici e imprenditori cinesi residenti all’estero.

Quinto giorno: Shanghai Changyang Campus

Il viaggio del PoliHub in Cina termina a Shanghai la città dallo skyline mozzafiato e con i suoi straordinari edifici lungo il Bund. Dopo una visita presso una delle aziende di design più famose in Cina – H18 – per aprire opportunità di business alle nostre startup, la nostra destinazione è lo Shanghai Changyang Campus, un’area di oltre 100.000 mq che ospita più di 300 aziende high tech verticali sull’Intelligenza Artificiale (AI).

In quest’area si colloca una delle sedi di Tus Star dove la delegazione del PoliHub in Cina incontra startups e alcuni dei soggetti più attivi nell’area come NeuHelium – una piattaforma supportata dal governo locale, da alcune università e da aziende private – che supporta l’innovazione, l’imprenditorialità e le iniziative di R&D nell’ambito dei semiconduttori e delle architetture Hardware per applicazioni in ambito AI.

La via cinese all’innovazione

Lungo la strada verso l’aeroporto di Shanghai è tempo di tirare le fila del viaggio del PoliHub in Cina. Torniamo in Italia con la convinzione che stia emergendo una “via cinese all’innovazione” alla ricerca di nuovi Jack Ma come modelli da proporre alle nuove generazioni di imprenditori in una cultura che ha in passato premiato l’impiego stabile nelle State Owned Enterprieses (SOE) piuttosto che l’insicurezza e i rischi di una startup.

I numeri che abbiamo letto nelle presentazioni a cui abbiamo assistito, le storie che abbiamo ascoltato dalle startup incontrate, i luoghi dove si fa innovazione che abbiamo visitato non lasciano alcun dubbio: la Cina è una terra che può offrire opportunità a chi saprà costruire relazioni di fiducia e reciproca conoscenza con partner locali e per chi saprà immaginare strategie e piani di collaborazione per le startup e scale-up italiane.

Stay Tuned!

  1. Tech Scale up China 2019 Report –Mind The Bridge
  2. Fonte : Koponen, R., Li, M., & Kosonen, T. (2017). Handbook for Finnish Start-ups for Entering Chinese Market

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Claudia Pingue
Claudia Pingue

General manager di PoliHub, è Venture partner di 360 Capital e Chairman e cofounder di doDigital, startup che supporta le aziende nei processi di digital transformation

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