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Futuro del lavoro: ecco le startup che cambieranno per sempre il nostro modo di lavorare

La pandemia ha trasformato profondamente il mondo del lavoro, causando l’affermazione di smart working, lavoro ibrido e, in generale, di modalità innovative di collaborazione e confronto. Sono numerose le startup internazionali che stanno affrontando le nuove sfide. Ecco una selezione

Pubblicato il 07 Ott 2021

Le startup per il futuro del lavoro

Sotto la spinta di fattori diversi, dall’innovazione tecnologica all’emergenza pandemica mondiale, cambiano le modalità di lavoro per milioni di persone in tutto il mondo, e allo stesso tempo nascono e si sviluppano startup specializzate in quello che viene definito “il futuro del lavoro”.

“La vera equità e innovazione, in un modello di smart working e di lavoro evoluto, non consiste nel dare a tutti gli stessi vincoli e le stesse condizioni di lavoro, ma piuttosto nel permettere a tutti di trovare le migliori opportunità per sfruttare e sviluppare le proprie capacità umane e professionali”, rimarca Dora Caronia, ricercatrice dell’Osservatorio Smart working del Politecnico di Milano.

Si moltiplicano nuovi strumenti per lavorare, che sembrano “particolarmente interessanti” fanno notare gli addetti ai lavori, poiché “gli approcci tradizionali si stanno dimostrando sempre più inadeguati in un ambiente sempre più distribuito”. Qualcuno definisce “il futuro del lavoro” come “lavoro asincrono e relazioni sincrone”.

Startup e tendenze per il lavoro del futuro

Cambia la collaborazione tra i lavoratori, la comunicazione, il coordinamento delle attività. Aumenta l’autonomia e la responsabilizzazione dei singoli. Cresce anche la personalizzazione e la flessibilità in mansioni e obiettivi. Proliferano gli uffici virtuali, i fornitori di servizi ed eventi virtuali, i facilitatori di lavoro autonomo. È – o dovrebbe essere – la piena affermazione dello smart working, da svolgere con meno vincoli di spazio, di tempo, di gerarchie, per concentrarsi invece sui risultati finali. Una complessità da gestire che aumenta al crescere delle dimensioni aziendali: un conto è coordinare poche persone o qualche decina, la situazione è ben diversa se si tratta di gestire migliaia di lavoratori, magari sparsi in Paesi diversi.

Sono molti i trend in atto – alcuni già iniziati prima della pandemia e che con l’emergenza sono esplosi –, e quindi sono molte le specializzazioni, le soluzioni e le offerte delle startup dedicate, in grado di rispondere a diverse esigenze delle organizzazioni, dei team di lavoro e degli individui. Ad esempio, la diffusione di spazi e servizi per il coworking, le soluzioni per il monitoraggio e l’aumento dell’engagement, l’attenzione al benessere dei lavoratori, l’esigenza di contrastare l’isolamento e gli effetti psicologici negativi legati allo stress delle nuove condizioni di lavoro.

Migliorare l’efficienza e la produttività nel lavoro

La risposta di molte startup all’esigenza di migliorare l’efficienza e la produttività nel lavoro è uno dei trend principali. Con il massiccio ricorso alle nuove tecnologie digitali, che aprono nuove opportunità: l’Intelligenza artificiale, ad esempio, permette un aumento dell’efficienza lavorativa automatizzando alcune operazioni – come la categorizzazione delle email, sistemi di task e project management –, e permette di aumentare l’efficacia delle riunioni a distanza e online grazie allo scheduling tramite chatbot e traduzioni in tempo reale.

La realtà aumentata invece supporta la formazione, gli eventi, il decision making grazie alle maggiori informazioni disponibili e semplifica l’interpretazione e la visualizzazione dei dati. Gli analytics permettono la raccolta e la convergenza di diversi tipi di dati, la loro analisi e il loro utilizzo per l’ottimizzazione dei processi di lavoro.

Startup e futuro del lavoro: CommonSense Robotics e Acapela

La startup israeliana CommonSense Robotics, fondata nel 2015, consiste in piccoli centri dove dei robot ricevono le ordinazioni dei clienti e aiutano i lavoratori nell’imballaggio e la consegna dei prodotti. La berlinese Acapela punta a combattere la ‘fatica’ di Zoom con la sua piattaforma di riunioni asincrone. Invece di essere tutti nella stessa chiamata allo stesso tempo, i membri del team possono contribuire alle conversazioni in modo flessibile anche in seguito. La piattaforma permette agli utenti di esprimere le loro opinioni con messaggi vocali o video e si integra con altri strumenti di produttività come Google Suite, Asana o Notion.

Dalle imprese virtuali al coworking diffuso

La startup londinese Cosmos Video permette agli utenti di creare imprese virtuali combinando meccaniche di gioco con la video chat. Un’altra realtà innovativa con base sempre a Londra, Metaview, sta sviluppando un sistema di analisi delle conversazioni, che trascrive automaticamente le interviste di lavoro e le usa per aiutare le aziende a usare e migliorare le loro interviste. Mentre la norvegese Whereby offre una piattaforma per le videoconferenze che permette di fare riunioni direttamente dal sistema browser, senza app, senza richiedere download di software o login diverse per i partecipanti.

Una tendenza molto diffusa è quella di offrire soluzioni per lavorare al di fuori della sede tradizionale. In questo caso si tratta di spazi e servizi di ‘coworking diffuso’, che si realizza nell’ottica dello sharing e del riciclo di spazi inutilizzati piuttosto che nella creazione di nuovi spazi ad hoc. Così, diventa possibile prenotare come postazione di lavoro – per qualche ora, per l’intera giornata o per periodi più lunghi – camere di hotel, tavoli di bar e ristoranti o anche appartamenti privati.

In questo caso, “uno dei compiti delle startup specializzate è quello di riconvertire in luoghi di lavoro non convenzionali gli spazi che rimangono inutilizzati per gli scopi canonici di hotel, ristoranti, pub e case private, cambiando non solo il modo di lavorare delle persone, ma il modello di business di queste strutture e di chi le gestisce”, fanno notare all’Osservatorio Smart working del Politecnico milanese.

Lavoro del futuro: le startup italiane Up2You e Nibol

È il settore di attività dell’italiana Up2You, fondata nel 2019 e che ha per slogan “Vogliamo colmare la distanza tra il grande obiettivo di salvare il Pianeta e la vita quotidiana”, fornendo anche servizi e assistenza per il lavoro da remoto per lunghi periodi. Un’altra startup Made in Italy, Nibol, attraverso app permette di prenotare una postazione di lavoro in location non convenzionali come spazi pubblici, bar e altri locali, hall e saloni di alberghi: connessione wifi e ambienti adatti alla produttività sono sempre garantiti.

Sono nate e si stanno sviluppando anche startup specializzate nel fenomeno – affermatosi tra pandemia e vari lockdown – del cosiddetto south working (termine nato in Nord Europa), che consiste nella scelta di lavorare per periodi prolungati da remoto al di fuori della città, ripopolando territori più periferici o anche località di vacanza. Un trend che potrebbe essere solo il principio di una rivoluzione più ampia che non riguarda solo il modo di lavorare, ma l’intero stile di vita delle persone.

Il south working alle Canarie

Un caso italiano di south working è quello di Techyon, una giovane realtà innovativa specializzata in IT Recruitment, che coltiva e supporta il talento dei propri dipendenti fornendo un ambiente lavorativo stimolante e amichevole, offrendo la possibilità di lavorare all’estero e garantendo numerosi comfort anche in sede (come Tv, calcio balilla, ping-pong, PalyStation, eccetera) che favoriscono il team building.

La novità più eclatante è Techyon Camp, l’iniziativa che permette ai collaboratori di effettuare un periodo di smart working all’estero, direttamente dalle Canarie. Con alloggio super accessoriato a Las Palmas, nell’Isola di Gran Canaria, tantissime attività convenzionate e numerosi comfort: insomma, il lavoratore viene agevolato e coccolato in vari modi. “L’iniziativa punta a premiare i dipendenti e a favorire la contaminazione di idee”, sottolineano nella startup innovativa, “e si unisce a Techyon Exchange, il programma di interscambio che permette ai collaboratori di lavorare presso le sedi estere dell’azienda, tra cui il nuovo headquarter di Barcellona, uno dei più importanti hub tecnologici d’Europa”.

Per quanto riguarda, invece, la sede tradizionale di lavoro, che resta comunque un luogo fondamentale e identitario, le soluzioni riguardano principalmente tecnologie di IoT, con arredi sempre più integrati con le tecnologie, o sistemi di building automation basati su AI, che regolano luce, temperatura o qualità dell’aria in modo automatico, favorendo il benessere delle persone, o ancora app per la prenotazione delle postazioni di lavoro o degli spazi aziendali e per il loro monitoraggio.

Engagement e soddisfazione dei dipendenti

Un trend emergente riguarda il tema dell’engagement, inteso come pieno coinvolgimento dei lavoratori, alta motivazione e soddisfazione lavorativa. Per raggiungerlo, le tecnologie alla base sono molte, da semplici app che permettono di dare feedback in tempo reale a strumenti più innovativi, basati su algoritmi di AI e analytics, che integrano i diversi dati a disposizione per restituire i diversi profili di coinvolgimento delle persone.

È ad esempio il caso della francese Supermood, specializzata nel favorire il coinvolgimento e la soddisfazione dei dipendenti, e che da qualche tempo dal mercato transalpino punta a sviluppare l’attività anche in quello italiano.

La soluzione proposta dalla startup parigina – che conta 150 aziende francesi come clienti, tra cui Boulanger, Lacoste, Natixis e Fanc Darty – permette di realizzare microsondaggi regolari e divertenti, offrendo ai responsabili delle risorse umane e al top management la possibilità di capire come si stanno evolvendo i loro dipendenti, e come valutano la loro condizione di lavoro. Nel 2018 Supermood ha completato un round di finanziamento di 2,5 milioni di euro con Alven, 50 Partners e business angels. Lo scorso anno ha completato un secondo round di raccolta fondi per 5 milioni di euro guidato dai suoi investitori storici e da Brighteye Ventures, Educapital, Citizen Capital e investitori privati. Con queste risorse, l’azienda punta a rafforzare la sua posizione sul mercato locale, espandersi in Europa – tra cui appunto l’Italia – e ingrandire il suo team.

Coccole, benessere e attenzione alla salute

Anche l’americana Lattice Performance è attiva in questo campo e dagli Usa rimarcano: “Non siamo la prima azienda a costruire un software per misurare l’impegno dei dipendenti, ma siamo i primi a combinare le indagini sull’impegno con un sistema di gestione continua delle prestazioni. Invece di due sistemi isolati, i clienti di Lattice ora hanno un’unica piattaforma per tutto ciò che riguarda la gestione delle persone e del personale aziendale”.

Lavoro del futuro: largo alle startup del benessere

Un altro trend in crescita riguarda benessere e salute – fisica e psichica – dei lavoratori. Anche in questo caso, sono molte le startup che offrono soluzioni per il monitoraggio e il miglioramento delle condizioni di lavoro. Ad esempio, attraverso app che suggeriscono esercizi fisici per prevenire mal di schiena e sedentarietà, o scandiscono la gestione delle pause, o dispositivi che monitorano la qualità dell’aria o che rendono l’aria più sana e pulita. Altre iniziative puntano al benessere psicologico, usando app che suggeriscono esercizi per la meditazione e l’aumento dell’autoconsapevolezza, o danno consulenze online, fino a dispositivi wearable che monitorano i livelli di stress e i bioritmi.

La startup londinese Peppy è una piattaforma di servizi sanitari per i dipendenti: fornisce informazioni sulla salute e dà supporto in diversi ambiti della vita quotidiana, dalla genitorialità a eventuali problemi fisici e di salute. Moka.care, con sede a Parigi, abbina i dipendenti con psicologi, coach certificati e terapisti selezionati per sostenere la loro salute psicologica attraverso sessioni individuali, workshop di gruppo e programmi online.

Benefici potenziali per tutti: aziende, lavoratori e ambiente

Altre startup che offrono soluzioni collegate invece alla retribuzione e ad altri benefici aziendali sono ad esempio SafetyWing, realtà norvegese che fornisce assicurazioni mediche di viaggio ai lavoratori remoti e della gig economy, e Alan, una piattaforma di assicurazione sanitaria digitale con sede in Francia.

Immersive Labs è una startup inglese di Bristol: una piattaforma di formazione sulla cybersicurezza on-demand, che punta a misurare e migliorare le competenze tecniche degli utenti attraverso il gaming online. Altre startup che offrono soluzioni simili sono Hoxhunt di Helsinki e SoSafe di Colonia.

I principali benefici che si possono ottenere con questo tipo di servizi e innovazioni riguardano sia le aziende – attraverso il miglioramento della produttività, la riduzione dell’assenteismo, la riduzione dei costi per gli spazi fisici di lavoro –, sia le persone, con il miglioramento del work-life balance, l’aumento del coinvolgimento e della soddisfazione. “E i benefici finali riguardano anche l’ambiente”, rileva Caronia dall’Osservatorio Smart working, “con la riduzione delle emissioni di CO2, la riduzione del traffico e dell’inquinamento, e la sostenibilità complessiva delle aziende e del sistema economico e produttivo di un Paese”.

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Stefano Casini
Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, imprese, tecnologie e innovazione. In oltre 20 anni di attività, ho lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Mi piacciono i progetti innovativi, il teatro e la cucina come una volta.

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