Mondiali di calcio 2014
Beast, il dispositivo high tech che allena gli azzurri
Ideato da tre laureati del Politecnico di Milano, è un sensore che permette agli sportivi di monitorare l’allenamento sul proprio smartphone. La nazionale italiana lo sta utilizzando in Brasile per prepararsi al meglio per la Coppa del Mondo
di Concetta Desando
Pubblicato il 09 Giu 2014

Un congegno tecnologico innovativo che non è passato inosservato a Demetrio Albertini, vicepresidente della FIGC, al punto da considerarlo fondamentale nella fase di preparazione che la nazionale italiana di calcio sta sostenendo per la coppa del mondo FIFA 2014.
E pensare che “all’origine di Beast c’è un mix di ingegno, fortuna e passaparola” racconta Lucio Pinzoni. “Siamo tutti originari di Desenzano del

Ma, come dicono tutti i neoimprenditori, la sola idea non basta. A spianare la strada del successo del sensore Beast è stata la dea bendata. “Tommaso stava utilizzando Beast per i suoi allenamenti in palestra. Lo ha fatto conoscere agli amici, lo ha mostrato ai curiosi e poi è partito il tam tam del passaparola. Finché le voci sono arrivate all’orecchio dei preparatori atletici della nazionale di calcio che hanno contattato Polihub per conoscerci e vedere da vicino il dispositivo” continua il giovane ingegnere. “Colpiti dalla semplicità del meccanismo e dalla possibilità di utilizzarlo ovunque, hanno deciso di adottare il sensore per la preparazione degli azzurri durante i Mondiali” conclude Pinzoni.
E mentre su Indiegogo è partita la campagna di crowdfunding per il sensore Beast, il primo goal dei campionati mondiali di calcio è stato segnato proprio dalla tecnologia, che dimostra come neanche il mondo dello sport possa restare indifferente agli effetti dell’innovazione.