Made in Italy
I cinesi preferiscono l’intermediazione immobiliare all’italiana
Asiatici, russi e arabi fanno sempre più shopping di case di lusso, soprattutto in Italia. Tra i gruppi che intermediano sono richiesti anche quelli di casa nostra, tra cui Hèra Real Estate. Leddi, area manager per Asia e M.O.: «In Cina apprezzano di noi il senso della famiglia, l’approccio agli affari e la gestione degli imprevisti»
di Barbara D'Amico
02 Ott 2014

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Specie se l’acquirente è cinese. «L’intermediazione immobiliare è un settore di per sé complesso e quando i clienti sono stranieri, in particolare cinesi, non basta la capacità di vendita a far concludere un accordo, ma occorre studiare bene il contesto culturale da cui quel cliente proviene», spiega Filippo Leddi, area manager per l’Asia e il Medio Oriente della Hèra International Real Estate, gruppo italiano specializzato nella intermediazione immobiliare di lusso (circa 30 dipendenti) con sede a Milano, Londra, Dubai, Mosca, New York. E, chiaramente, Pechino.
Esistono società immobiliari internazionali capaci di vendere asset di pregio in tutto il mondo: perché un acquirente cinese si rivolge proprio a degli intermediatori italiani? «Sembrerà banale, ma oltre alla conoscenza del mercato immobiliare della Penisola i nostri clienti ci scelgono per alcuni pregi tipicamente nostrani».
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Vale a dire? «All’esterno la cultura italiana è fortemente identificata con la casa e la famiglia. È un aspetto fondamentale, teniamolo presente e facciamo un passo indietro», spiega Leddi. «Anzitutto, in Oriente la nostra cultura alimentare è apprezzatissima e questo è un ottimo biglietto da visita. Inoltre, i clienti cinesi amano il nostro senso della famiglia e questo li conforta anche nelle trattative commerciali che in Cina ruotano in modo essenziale attorno alle relazioni. Infine, l’approccio italiano agli affari è molto amato a Pechino come in altre realtà di business del continente asiatico, perché dal punto di vista di un cinese un italiano riesce non solo a concludere un accordo ma anche a far fronte con flessibilità a eventuali imprevisti. Un aspetto, quest’ultimo, che è apprezzatissimo».
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La gestione dell’imprevisto sarà anche considerata una qualità dagli acquirenti cinesi, ma questo non spiega come mai molti benestanti di Pechino o Shanghai decidano di acquistare casa in Toscana piuttosto che in Borgogna (bellezza paessaggistica e attrattività culturale a parte). Leddi risponde così: «La proprietà immobiliare ha un valore importantissimo nella cultura cinese, che ruota attorno al concetto di famiglia e che concepisce la creazione della famiglia a partire dal possesso di uno o più immobili e, lo ripeto, la nostra cultura viene identificata moltissimo con i valori familiari e di riflesso immobiliari. Insomma, c’è una forte cultura del mattone in Cina che trova sfogo qui da noi. Non a caso negli ultimi 10 anni il nostro mercato è diventato molto interessante per gli asset proposti. Tanto che la casa in Italia è ormai considerata un buon investimento».