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Industria 4.0, al via il bando per i centri di innovazione. Ecco che cosa sono

Sul sito del Mise sono aperte le candidature per la realizzazione dei cosiddetti competence center. Si tratta di poli innovativi che hanno il compito di favorire il trasferimento tecnologico. Il Governo ha messo sul piatto 40 milioni di euro. Le domande si potranno inviare dal 1° febbraio al 30 aprile

Pubblicato il 30 Gen 2018

Industria 4.0

Meglio tardi che mai. Con circa un anno di ritardo sui tempi, il ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato il bando per la presentazione dei progetti per la costituzione dei “competence center”, poli di innovazione che hanno l’obiettivo di fornire orientamento e formazione alle imprese (in particolar modo alle Pmi) e attuare progetti di innovazione, ricerca e sviluppo nell’ambito dell’Industria4.0. Le domande potranno essere presentate dal 1°febbraio fino al 30 aprile 2018.

Istituiti con il decreto 214 del 12 settembre 2017, in vigore dal 24 gennaio scorso, i “competence center” sono centri di innovazione formati – secondo la formula del partenariato pubblico-privato – da almeno un organismo di ricerca e da una o più imprese. Prendono ispirazione da modelli simili già sviluppati in Europa, come la “Fraunhofer” tedesca, ad esempio, la più grande organizzazione per la ricerca applicata in Europa. L’obiettivo principale di questi mega centri per l’innovazione è quello di spingere l’acceleratore sul tema del trasferimento tecnologico.

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Il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda ha commentato così la notizia: «la pubblicazione del bando dei competence center, dà avvio ad uno strumento strategico nel supporto alle imprese per affrontare le sfide della quarat rivoluzione industriale. I processi di trasformazione digitale in atto richiedono un forte investimento anche e soprattutto in competenze e formazione professionale dove scontiamo ancora oggi un divario troppo forte rispetto ai principali paesi europei. Con l’istituzione dei competence center vogliamo attrezzare il Paese di poli di eccellenza, e accorciare così il divario con i principali Paesi europei in materia di competenze e formazione professionale»

Per promuovere l’iniziativa il Governo ha messo a disposizione risorse pubbliche per complessivi 40 milioni di euro (10 stanziati proprio in occasione del lancio del bando, che si aggiungono ai 20 messi sul piatto con la legge di bilancio del 2017 e agli altri dieci erogati con la “manovrina” di maggio 2017). Il bando prevede che i benefici vengano concessi ai richiedenti per massimo 3 anni, prorogabili eventualmente per altri 12 mesi. Mentre non è previsto un numero fisso di competence center, che sarà determinato dalle risorse in base ai diversi progetti che verranno realizzati.

I soggetti selezionati dovranno utilizzare i fondi per due finalità specifiche: la prima è la realizzazione di un centro di competenza, per cui si prevede il finanziamento del 50% delle spese sostenute fino a un massimo di 7,5 milioni di euro; la seconda è l’avvio di progetti di innovazione, finanziati sempre al 50% fino a un massimo di 200mila euro. In ogni caso, il Mise si riserva la possibilità di revocare tali fondi, qualora a seguito di controlli specifici, gli ispettori del ministero rilevino che i centri non riescano ad espletare le funzioni previste dal decreto.

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Tali cifre, però, fanno ipotizzare che alla fine non verranno realizzati più di quattro/cinque centri di competenza. Il che fa nascere già le prime perplessità. Come ha spiegato Francesco Seghezzi, direttore di Fondazione Adapt, al sito Agenda Digitale «dopo un anno di attesa, abbiamo già capito chi saranno i candidati e chi vincerà». È probabile che Seghezzi faccia riferimento a quegli atenei che erano stati indicati come sede dei poli (in principio si pensava ad una assegnazione senza bando), ovvero: i politecnici di Milano, Torino, Bari, il Sant’Anna di Pisa e la Federico II di Napoli. I dubbi di Seghezzi, però, si alimentano anche in relazione alla mission di queste strutture, che dovrebbe essere quella, a suo dire, di «consigliare le imprese su come investire», mentre queste ultime di fatto, grazie agli incentivi, stanno già comprando le tecnologie.

Al di là delle opinioni, in concreto i servizi erogati alle imprese da parte dei poli dovranno seguire tre direttrici: orientamento, soprattutto per le Pmi, tramite la predisposizione di una serie di strumenti volti a supportare le imprese nel valutare il loro livello di maturità tecnologica e digitale; formazione, con l’obiettivo di promuovere e diffondere le competenze in ambito industria 4.0; attuazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale, proposti dalle imprese, compresi quelli di natura collaborativa tra aziende, e fornitura di servizi di trasferimento tecnologico in ambito Industria 4.0.

La domanda, come dicevamo, va presentata a partire dal 1 febbraio e il termine ultimo è la mezzanotte del 30 aprile 2018. I soggetti interessanti alla partecipazione al bando dovranno mandarne esplicita richiesta, esclusivamente per via telematica, all’indirizzo di posta elettronica certificata dgpicpmi.dg@pec.mise.gov.it. I criteri di selezione sono suddivisi in tre gruppi: organismi di ricerca; dati delle imprese partner; solidità economica finanziaria del programma. Ad ogni gruppo verrà assegnato un punteggio da 1 a 10, mentre la media aritmetica del sottoinsieme deve essere pari a 6.

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Fabrizio Marino
Fabrizio Marino

Sono stato responsabile della sezione Innovazione e Tecnologia de Linkiesta, ho gestito la comunicazione di Innogest, sono Content Creator per PoliHub. Per EconomyUp mi occupo di innovazione e startup.

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