CORONAVIRUS

Smart working, elearning, startup e PMI: le misure nel Decreto CuraItalia

Nel decreto CuraItalia contro gli effetti economici del coronavirus ci sono misure sul mondo dell’innovazione: nel pubblico il lavoro agile diventa la norma, viene potenziata (e finanziata con 85 milioni) la scuola a distanza. E ci devono essere anche startup o pmi innovative tra i fornitori di servizi digitali alla PA

Pubblicato il 17 Mar 2020

Giuseppe Conte presenta il decreto CuraItalia

Decreto CuraItalia, una spinta verso la trasformazione digitale del Paese. Lo smart working diventa la regola nella pubblica amministrazione, viene potenziata e finanziata la didattica a distanza, anche startup e pmi innovative devono risultare tra le imprese selezionate per fornire servizi digitali alla PA: sono le principali norme relative al mondo digitale e dell’innovazione contenute nel decreto #CuraItalia, approvato il 16 marzo 2020 dal Consiglio dei Ministri per sostenere famiglie, lavoratori e imprese nel contrasto agli effetti dell’emergenza coronavirus sull’economia.

(Qui la conferenza stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte)

Conferenza stampa del Presidente Conte con i Ministri Gualtieri e Catalfo

Conferenza stampa del Presidente Conte con i Ministri Gualtieri e Catalfo

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CuraItalia, smart working nella PA: il lavoro agile diventa la norma

Il cambio di passo è sostanziale per l’Italia: il lavoro agile (o smart working) diventa la regola nella PA per tutta la durata dell’emergenza. Come si legge nell’articolo 18 del decreto legge annunciato dal premier Giuseppe Conte, “fino alla fine dell’emergenza Coronavirus lo smart working, cui si può far ricorso in modo semplificato e persino con strumenti del dipendente, è la forma ordinaria di lavoro nella PA”.

“Lo avevamo scritto su direttive e circolari, ma per rafforzare il vincolo nei confronti delle amministrazioni, come promesso, lo abbiamo messo anche nel decreto – ha affermato la ministra della PA, Fabiana Dadone, su Facebook. “Fino alla fine dell’emergenza coronavirus lo smart working, cui si può far ricorso in modo semplificato e persino con strumenti del dipendente, è la forma ordinaria di svolgimento della prestazione nelle PA. In ufficio le presenze vanno limitate esclusivamente alle attività indifferibili e che non si possono svolgere da remoto”.

Smart working, settore privato: precedenza per lavoratori affetti da patologie

“Fino al 30 aprile 2020 – si legge nel decreto –  i lavoratori dipendenti disabili o che abbiano nel nucleo familiare una persona con disabilità hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile. Ai lavoratori del settore privato affetti da gravi e comprovate patologie, è riconosciuta la priorità nell’accoglimento delle istanze di svolgimento delle prestazioni lavorative in modalità di lavoro agile”.

All’articolo 60 è stabilito che sarà riconosciuto un premio di 100 euro per il mese di marzo 2020 ai titolari di reddito da lavoro dipendente, con reddito inferiore ai 40mila euro, che lavorano in sede.

CuraItalia, servizi digitali alla PA senza gara

All’articolo 72 si parla di “Sviluppo del lavoro agile e diffusione di servizi in rete per agevolare l’accesso da parte di cittadini e imprese”.  il Decreto introduce fino al 31 dicembre 2020 un processo facilitato per tutte le Pubbliche Amministrazioni per acquisire beni e servizi digitali, con particolare riferimento a servizi che operano in cloud (Software-as-a-Service, come ad esempio servizi di hosting, ma anche applicazioni, servizi che permettono il telelavoro, o servizi diretti al cittadino e alle imprese). Gli enti potranno acquistare questi beni e servizi con una procedura negoziata ma senza bando di gara e in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia. Le principali condizioni sono che:

  • il fornitore dei servizi venga selezionato tra almeno quattro operatori economici, di cui una startup innovativa o una piccola e media impresa innovativa;
  • gli acquisti di beni e servizi riguardino progetti coerenti con il Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione e debbano essere integrati (quando possibile) con le piattaforme abilitanti come Spid, pagoPA o ANPR.

“Con questa disposizione vogliamo accelerare e semplificare al massimo i procedimenti burocratici per l’acquisto di beni informatici e servizi digitali, in un momento in cui sono particolarmente strategici e importanti per tutto il Paese”, ha detto il ministro per l’Innovazione Digitale Paola Pisano. “L’accelerazione della trasformazione digitale, nel rispetto delle disposizioni dell’agenda digitale e con particolare attenzione ai servizi cloud, può essere una risposta davvero efficace all’emergenza”.

CuraItalia, didattica a distanza: 85 milioni di euro

Scuola a distanza. L’emergenza sanitaria comporta la necessità di svolgere le lezioni a distanza. Pertanto, il ministero dell’Istruzione si impegna ad aiutare le istituzioni scolastiche a dotarsi delle necessarie piattaforme informatiche, da reperire sul mercato in breve tempo. Nell’ambito del Fondo per l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale, sono destinati 10 milioni di euro per consentire alle istituzioni scolastiche statali di dotarsi immediatamente di piattaforme e di strumenti digitali utili per l’apprendimento a distanza, o di potenziare quelli già in dotazione; 70 milioni di euro per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi digitali individuali per la fruizione delle piattaforme e per l’accesso alla rete; 5 milioni di euro per formare il personale scolastico sulle metodologie e le tecniche per la didattica a distanza. (L.M.)

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