LA RICERCA

Rapporto COTEC, l’open innovation rende se si gestiscono bene le persone

Le imprese con alta profittabilità adottano un numero maggiore di pratiche di gestione del personale e di altre pratiche di gestione dell’innovazione e impiegano percentuali maggiori di laureati: è il principale risultato del Rapporto COTEC Open Innovation. Che individua i fattori di successo dell’innovazione aperta

Pubblicato il 26 Feb 2021

Il coinvolgimento aziendale di Saipem

Quali sono i fattori chiave che non solo permettono di fare open innovation ma la rendono anche produttiva, cioè capace di creare valore economico per l’azienda? È la principale domanda a cui cerca di dare risposta il  Rapporto della Fondazione COTEC: Open Innovation – I fattori chiave per il successo dell’attività di innovazione di un’impresa italiana, realizzato in collaborazione con Enel Foundation e l’Università LUISS.

Alla presentazione della ricerca, fatta da Carlo Napoli, Ricercatore senior, Fondazione Enel, e Valentina Meliciani, Professoressa di Economia Applicata, LUISS, ha partecipato anche il padre dell’open innovation Henry Chesbrough, che ha sottolineato l’attuale paradosso dell ‘innovazione: le tecnologie esponenziali crescono, la produttività cala (qui puoi leggere la sua prefazione al Rapporto). A spiegare il paradosso, secondo l’economista americano, è proprio la scarsa capacità delle aziende di aprirsi per applicare rapidamente le tecnologie al proprio business, condannandolo a un livello di stabilità.

Qui è possibile rivedere l’evento di presentazione del Rapporto Cotec

COTEC Open Innovation, come è organizzata la ricerca

L’obiettivo dell’indagine è andare a catturare e misurare la correlazione tra l’utilizzo di pratiche di innovazione aperta e la profittabilità. Per catturare efficacemente le varie dimensioni dell’open innovation all’interno delle imprese, ed analizzare le possibili relazioni con risultati economici, la ricerca adotta una metodologia mista, basata sull’integrazione di metodi qualitativi e quantitativi.

A livello operativo, la ricerca si compone di tre step, suddivisi su tre anni di lavoro (2019-2021).

La prima fase, principalmente di natura qualitativa, si avvale di interviste condotte su un ristretto campione di 10 imprese riconosciute come eccellenze di innovazione, per identificare gli elementi più significativi su cui concentrarsi nelle fasi successive. Questa fase serve quindi da base per la realizzazione dei questionari che saranno utilizzati nell’indagine quantitativa.

La seconda e la terza fase, esclusivamente quantitative, sono invece basate sull’analisi statistica e la raffinazione dei dati raccolti sia mediante il questionario realizzato che con l’utilizzo di database già disponibili, su un campione, rispettivamente, di circa 200 e oltre 400 imprese.

Al termine del terzo anno di lavoro (attualmente in corso), la ricerca si concluderà con la definizione di un indice di open innovation.

Open innovation e profittabilità: la chiave è nella gestione del personale

La ricerca, ha spiegato Napoli, ha ad oggi identificato “fattori chiave che influenzano non solo la capacità di fare open innovation, ma la relazione tra l’utilizzo di pratiche di innovazione aperta e la prestazione economica dell’impresa, ovvero la capacità di tradurre una buona idea in un risultato economico tangibile.”

Dall’analisi dei dati è infatti risultato che le “imprese ad alta profittabilità” tendono, per cominciare, ad avere un numero maggiore di addetti all’open innovation.

Sono leggermente più elevati anche gli indicatori di search breadth, che misura il numero degli interlocutori con cui l’impresa si relaziona nelle attività di innovazione, e search depth, che misura invece l’importanza attribuita dall’azienda a questi interlocutori, tuttavia si tratta di variazioni non statisticamente significative.

Le differenze più evidenti emergono invece sugli indicatori di gestione del personale, di altre pratiche di gestione dell’innovazione e di capitale umano.

Che cosa significa?

Secondo i dati raccolti nel Rapporto COTEC Open Innovation, le imprese con alta profittabilità adottano un numero maggiore di pratiche di gestione del personale, un numero maggiore di altre pratiche di gestione dell’innovazione e impiegano percentuali maggiori di laureati in generale e di laureati in materie scientifiche in particolare.

Questo risultato conferma quanto emerso da studi precedenti e dalle prime interviste condotte con le imprese durante la fase uno, in particolare riguardo all’importanza di agire sulle risorse interne alle imprese (in particolare la cultura aziendale e i rapporti con il personale interno) per far comprendere l’importanza dell’open innovation.

 Approfondendo questi risultati, è emerso che le pratiche di open innovation da sole non hanno un effetto significativo sulla profittabilita, mentre il loro effetto diventa significativo e quando associate a pratiche virtuose di gestione del personale. In particolare, i migliori risultati in termini di profittabilità si ottengono associando l’utilizzo di molte fonti di informazione esterne alle imprese con efficaci pratiche di gestione del personale.

Quali le pratiche più virtuose?

La pratica associata al maggior differenziale di profittabilità è l’esistenza di una composizione eterogenea dei gruppi di lavoro che facilita la comunicazione.

Seguono lo svolgimento di attività non ripetitive e complesse che richiedono creatività e l’adozione di pratiche formali volte a incentivare gli addetti a comunicare le proprie opinioni e suggerimenti per il miglioramento dell’organizzazione.

Al contrario, gli incentivi pecuniari e le pratiche informali volte a indurre gli addetti a sviluppare le proprie idee/invenzioni per l’impresa non sembrano contare molto.

Innovazione aperta, i due fattori chiave di successo

Tirando le somme, l’analisi ha permesso di indentificare essenzialmente due fattori chiave per il successo dell’attività di innovazione di un’impresa: da un lato la capacità di interagire efficacemente con un ampio ecosistema di open innovation (fornitori, centri di ricerca, università, startup) e dall’altro l’estrema attenzione alla valorizzazione delle persone, misurata dall’adozione di efficaci pratiche di gestione della forza lavoro.

I due elementi tuttavia hanno un effetto realmente significativo solo quando vengono adottati contemporaneamente. Se, infatti, le aziende che adottano pratiche di Open Innovation mostrano una prestazione economica leggermente migliore delle imprese che invece non le adottano, quelle che adottano allo stesso tempo pratiche di open innovation e pratiche virtuose di gestione del personale vedono un livello di profittabilità (ROCE) quasi doppio rispetto a quello delle altre imprese.

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