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Paola Marzario (BrandOn): donne, per superare le disparità di genere puntiamo sulle competenze digitali

Solo in Italia, a causa della pandemia, su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne. Paola Marzario, fondatrice di una delle prime startup a guida emminile, BrandOn (eCommerce), spiega come ha fatto. E cosa si può fare oggi per aiutare le donne nell’emergenza lavoro

Pubblicato il 08 Mar 2021

Paola Marzario, founder di Brandon

Si può essere imprenditrici, donne, madri e anche premiate dal Financial Times. Ne è la prova vivente un’impresa innovativa italiana guidata da due donne, che hanno in tutto quattro figli (ma non escludono nuovi arrivi), e che quest’anno è entrata nella classifica del Financial Times tra le 250 aziende europee che crescono di più. L’impresa si chiama BrandOn Group e il suo scopo è abilitare le vendite online di prodotti di vari settori, dal beauty all’elettronica. La fondatrice Paola Marzario, pioniera della presenza femminile nelle startup italiane, e la CEO Ilaria Tiezzi sono in controtendenza rispetto ai numeri, secondo i quali nel mondo dell’imprenditoria prevalgono ancora nettamente gli uomini. Ma contribuiscono ad infrangere anche certi vecchi stereotipi che distinguono tra donne in carriera senza figli e madri dedita alla cura della famiglia. Loro sono entrambe le cose: donne impegnate 24 ore su 24 a gestire un’azienda e madri di figli, peraltro ancora piccoli. Come hanno fatto?

La nostra forza è la squadra, composta in maggior parte da donne” dice a EconomyUp Paola Marzario. Una squadra prolifera, in tutti i sensi. “Tra il 2020 e il 2021, su 35 persone, sono stati dati alla luce 5 bambini”. E non è cresciuto solo il numero dei figli.

Dal  2016 al 2019 BrandOn Group, scaleup digitale fondata nel 2012 da Paola Marzario per portare i prodotti del Made in Italy a vendere sui principali marketplace internazionali, ha registrato un incremento del fatturato di oltre il 600%, passando da circa 3 milioni di euro nel 2016 a 21 milioni di euro nel 2019. Nello stesso periodo è passata da circa 60 mila referenze offerte alle oltre 5 milioni di oggi, da 18 a 40 dipendenti e da 18 Paesi in cui era presente ai 55 di oggi.

La graduatoria pubblicata il 2 marzo 2021 sul sito FT.com  sulle società che hanno avuto la migliore performance su scala continentale (dove l’Italia è riuscita a conquistare un quarto delle posizioni in tutta Europa), vede BrandOn Group tra i primi quindici player europei dell’eCommerce che hanno registrato una maggiore crescita in tutta Europa. Come è riuscita nell’intento? Vediamo intanto di capire meglio che cosa fa.

Ilaria Tiezzi, CEO BrandOn

BrandOn Group, eCommerce europeo

BrandOn, con sede a Milano e Napoli, aiuta ad abilitare in poche settimane, e gestire a 360 gradi, le vendite online di prodotti appartenenti a molteplici settori, tra cui Beauty&Cosmetics, Parapharma, Fashion&Apparel, Home&Living, Electronics, Books. Il valore distintivo offerto da BrandOn ai suoi clienti è l’accesso alla propria piattaforma tecnologica proprietaria, integrata con tutti gli attori della filiera delle vendite online: dai marketplace stessi ai partner logistici e tecnologici. BrandOn garantisce un servizio di gestione online di tutto il processo di vendita e post-vendita: dalla gestione del catalogo alle strategie di prezzo, dalla logistica alla customer care, fino all’analisi dei big data. Grazie a una strategia fondata sulla forte internazionalizzazione e su una profonda innovazione tecnologica, organizzativa e di processo, il fatturato dell’azienda è cresciuto dai 4,8 milioni di euro del 2017 ai 20,8 milioni di euro nel 2019.

Paola Marzario e la scaleup delle donne

La presenza femminile è uno degli elementi caratterizzanti di questa azienda. “Quando ho iniziato con la mia startup, nel 2012, mi chiamavano sempre ai convegni  perché di startupper donne non ce n’erano. Eravamo solo io e Barbara Labate di Risparmio Super, poi sono arrivate Chiara Russo di Codemotion, Enrica Arena di Orange Fiber e, via via, le altre”.

A poco a poco il mondo dell’imprenditoria femminile è cresciuto. Poi, inaspettatamente, è arrivato l’evento che ha sconvolto i piani e cambiato le carte in tavola: la pandemia. A un anno dalla diffusione del Covid19, si teme che le sue ricadute sociali ed economiche possano innescare impatti a lungo termine sull’uguaglianza di genere. In Italia, per esempio, su 101mila nuovi disoccupati, 99mila sono donne (Dati Istat). Questo perché spesso sono le donne ad avere contratti precari o in nero, e anche perché molte donne svolgono lavori nei settori che sono risultati maggiormente colpiti dalla crisi: fashion, viaggi, lusso, settore fieristico, hotellerie, commesse di negozi…

“Durante la pandemia noi abbiamo assunto diverse donne” commenta Paola Marzario, ancora una volta in controtendenza rispetto allo spirito del tempo. “Siamo forse l’eccezione che conferma la regola”. Eppure il pericolo di una nuova disparità di genere dovuta alla pandemia c’è. Come uscirne? ” Tanta, tanta formazione alle competenze digitali e voglia di mettersi in gioco, anche da autodidatta” risponde Marzario. “Molte aziende si stanno innovando: è vero che il retail fisico si è fermato con i vari lockdown, ma l’online è aumentato. Serve comunque una persona che pubblichi contenuti online. Chi ha perso il lavoro perché faceva la commessa, potrebbe reinventarsi online”.

Il percorso, naturalmente, non è banale né scontato. “Fare lo store manager di un negozio fisico non è fare lo store manager di un negozio su Internet. Quindi bisogna acquisire nuove competenze, rinnovarsi: molto semplicemente occorre approfondire l’uso del pc, dei tool legati ai social, acquisire conoscenze sull’eCommerce”.

“La pandemia – prosegue – non ha soltanto dato una spinta alle aziende,  ma anche alle persone, che dovrebbero cercare di rinnovarsi. E non solo con corsi di laurea o master, ma anche con corsi, diciamo, da autodidatta: poche ma buone nozioni per trovare lavoro”.

Per esempio la startup Epicode propone un corso di 3 mesi per diventare web developer. La stessa Marzario, all’’interno del Consorzio Netcomm, gestisce un gruppo di lavoro, Marketplace Lab, che tiene mensilmente un corso gratuito per aiutare le persone a diventare marketing manager.

“Stanno nascendo nuove professioni digitali come il Marketplace Specialist – sottolinea – cioè la persona specializzata in vendite nei marketplace su Amazon, Ebay ecc. ecc.. La nostra società, per esempio, è sempre alla ricerca di questo tipo di figure”.

Insomma, anche con la pandemia si può crescere: come azienda, come ha fatto BrandOn, e come lavoratori e lavoratrici. Solo però se si è disposti a cambiare e a innovarsi. Le donne sembrano avere un talento particolare per questo.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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