SOSTENIBILITÀ

Nzeb, cosa sono e come funzionano gli edifici a energia quasi zero: requisiti e normativa

Un Nearly Zero Energy Building deve avere precise caratteristiche per essere energeticamente efficiente e sostenibile. Cosa dice la legge e come realizzare un NZEB

Pubblicato il 30 Mar 2022

NZEB

Gli edifici consumano energia, e molta. In certi casi troppa. Case, uffici, immobili residenziali o commerciali sono responsabili del 40% del consumo globale di energia. È quindi evidente che se si vuole fare qualcosa di concreto e importante in termini di sostenibilità, efficienza energetica, riduzione dei costi e lotta all’inquinamento, bisogna intervenire e tagliare i consumi e rendere più efficienti gli immobili.

Come? Modificando quelli esistenti e costruendone di nuovi con nuovi criteri, caratteristiche ed effetti. È il caso degli Nzeb: l’acronimo sta per Nearly Zero Energy Building, ovvero edifici ad alta efficienza energetica. Tanto da consumare, appunto, ‘quasi zero’ energia.

Il termine Nzeb è stato utilizzato per la prima volta nel pacchetto di Direttive europee Epbd (Energy performance building directions), pubblicato ormai dodici anni fa.  Gli Stati Ue hanno quindi dovuto impegnarsi nell’introduzione di normative nazionali che promuovessero la realizzazione di edifici energeticamente efficienti.

In Italia finora cosa è stato fatto? Si muovono i primi passi, ma con risultati incoraggianti. A inizio 2019, prima dell’emergenza pandemica, si contavano oltre 1.500 edifici Nzeb, in gran parte a uso residenziale, quasi tutti certificati in classe energetica A4. La maggior parte in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. In questa direzione è già stata avviata anche la ristrutturazione di almeno un centinaio di immobili pubblici, come scuole e uffici, per farli diventare strutture a consumo di energia quasi zero.

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Cosa sono gli edifici Nzeb e vantaggi per consumi e sostenibilità ambientale

I principali consumi degli edifici, domestici e non solo, sono dovuti al riscaldamento, climatizzazione, produzione di acqua calda, elettricità per illuminazione, dispositivi elettronici e ventilazione meccanica. Costruire o riqualificare un immobile secondo i canoni Nzeb significa quindi intervenire su tutte queste fonti e voci di consumo energetico.

Progettisti, tecnici, ingegneri, attraverso soluzioni di tecnologie, design e progettuali, devono fare in modo che i consumi si riducano tanto da essere quasi azzerati, per poi soddisfare la domanda restante con energia prodotta da fonte rinnovabile. Proprio la richiesta ridotta al minimo e quasi nulla di fabbisogno energetico fa sì che l’alimentazione della casa possa essere garantita da energia rinnovabile (anche se collegata alla rete elettrica per ogni evenienza). Attraverso interventi di riqualificazione Green è possibile trasformare un’abitazione da energivora a classe A o anche Nzeb.

Tutto ciò significa consumi ridotti al minimo, meno sprechi e inefficienze, e quindi meno costi. Meno emissioni inquinanti, più tutela dell’aria e dell’ambiente, a parità di comfort abitativo. Non si tratta infatti di tornare a vivere nelle caverne o trasferirsi in qualche capanno sugli alberi, ma di rendere più efficienti spazi e strutture, vecchie e nuove, utilizzando le risorse messe a disposizione dall’innovazione e dalle tecnologie.

Caratteristiche degli edifici a energia quasi zero e come funzionano

Un immobile Nearly Zero Energy Building ha caratteristiche precise, è un concentrato di nuove soluzioni e materiali. È realizzato secondo i principi della progettazione sostenibile e bioclimatica, integrato nel contesto, correttamente orientato, in grado di sfruttare al meglio le risorse naturali come il sole e il vento, ben isolato, alimentato a energia rinnovabile e dotato di impianti tecnologicamente evoluti.

Il calore deve essere trattenuto il più possibile in inverno e lasciato fuori in estate, è importante garantire un buon livello di ventilazione naturale e di raffrescamento passivo, e fare in modo che le dispersioni siano minime.

La casa a energia quasi zero deve considerare le stagioni: in inverno dovrà sfruttare al massimo il calore del sole, massimizzare l’accumulo e garantire l’isolamento termico. Per assicurare un clima fresco in estate occorre schermare bene l’edificio, studiare la tecnica di isolamento termico più performante e i sistemi di ombreggiamento. Per questo, un edificio Nzeb che si trova collocato in un clima molto caldo sarà parecchio diverso rispetto a uno costruito in un clima freddo.

I requisiti che deve avere un Nearly Zero Energy Building

Non esistono (ancora) regole uniformi per la costruzione di un edificio a energia quasi zero, ma si fa riferimento ad alcuni principi da rispettare per sviluppare un progetto che sia il più possibile efficiente e meno energivoro.

Secondo l’attuale normativa, un palazzo Nzeb ha un basso o nullo fabbisogno energetico sia d’inverno che d’estate, grazie a buone prestazioni termiche, con ampio uso di fonti rinnovabili e tecnologie impiantistiche efficienti. Per fare degli esempi, tecnici e tecnologici, concreti, quasi tutti gli immobili Nzeb realizzati in Italia ricorrono pressoché alle medesime soluzioni tecnologiche, con elevato livello di isolamento attraverso appositi sistemi e materiali, pompa di calore e fotovoltaico per la produzione di energia Green e Low carbon.

In termini più specifici, i parametri e gli indici di riferimento per il calcolo delle prestazioni di un Nzeb sono contenuti nel DM del 26 giugno 2015, in cui si trovano valori e definizioni del coefficiente medio globale di scambio termico, l’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile, l’indice di prestazione termica per il riscaldamento e per il raffrescamento, e l’indice di prestazione energetica globale dell’edificio.

Differenza tra Casa Passiva e Nzeb

Tra gli edifici a energia quasi zero e le Case Passive c’è una notevole differenza: una Casa Passiva non guarda solo all’apporto energetico e al bilancio finale ottenuto con il contributo delle fonti rinnovabili, ma l’elemento principale che fa la differenza è più in generale il comfort ambientale degli utenti, sia nei mesi invernali che nei mesi estivi, ottenuto con soluzioni progettuali, a livello di struttura, design, uso di materiali.

La Casa Passiva è innanzitutto uno spazio ben progettato e realizzato secondo i parametri della bioedilizia, e può diventare a tutti gli effetti una Casa Nzeb quando vi si aggiungano impianti per il (basso) consumo energetico da fonti rinnovabili, ma ciò non è sempre indispensabile. Una Casa Passiva ha la capacità di autogestire il comfort interno anche senza l’abbinamento di impianti, per un risultato meno dispendioso sia in termini economici che in termini di emissioni di CO2.

Cosa dice la normativa degli NZEB in Italia ed Europa

Il concetto di Nearly Zero Energy Building, così come l’obbligo di edifici di questo tipo, è contenuto nella già citata Direttiva europea Epdb 2010/31/Ue. La direttiva prevede che ogni Paese proceda a elaborare piani di sviluppo per favorire l’aumento di immobili Nzeb, fissando obiettivi ed eventuali incentivi utili.

Per quanto riguarda l’Italia, la legge 90/2013 ha integrato quanto richiesto dalla Epdb comunitaria, e ha introdotto anche il tema della produzione di energia da fonti rinnovabili in loco. Dal primo gennaio 2021 è previsto l’obbligo Nzeb per tutti i nuovi edifici o per gli interventi che prevedono una demolizione e una successiva ricostruzione. Questo obbligo in alcune regioni è stato anticipato: in Lombardia e in Emilia Romagna, ad esempio, tutti i nuovi edifici sono Nzeb rispettivamente dal 2016 e dal 2019. La materia è stata poi regolata dal nuovo D.Lgs 48/2020, che ha recepito la Direttiva europea 844, nota come Epdb Terza.

L’Enea negli ultimi anni ha anche promosso l’Osservatorio nazionale degli edifici a energia quasi zero, attraverso il quale è anche possibile ottenere statistiche e informazioni su tecnologie utilizzate, procedure e progetti messi in atto, standard e risultati raggiunti.

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Stefano Casini
Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, imprese, tecnologie e innovazione. In oltre 20 anni di attività, ho lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Mi piacciono i progetti innovativi, il teatro e la cucina come una volta.

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