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Governance dell’innovazione: in Italia i i primi Open Innovation Manager, più budget e nuove strutture dedicate



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L’open innovation ha ormai raggiunto un livello di maturità: da qui l’esigenza di mettere a terra risultati concreti e definire un’adeguata governance. Aumentano i budget dedicati, nascono le prime Direzioni e vengono introdotti nuovi ruoli manageriali per realizzare questa strategia

Pubblicato il 1 mar 2024

Filippo Frangi

Ricercatore presso Osservatori Digital Innovation



Come evolve la governance dell’open innovation
Come evolve la governance dell'open innovation

L’Osservatorio Startup Thinking del Politecnico di Milano ha di recente pubblicato il report “Open Innovation in Italia e ruolo delle startup – Update 2024”, che illustra l’evoluzione dell’ecosistema di innovazione e degli attori che lo compongono, approfondendo il livello di adozione e gli approcci all’Open Innovation di PMI e grandi imprese in Italia.

La Ricerca ha evidenziato come, in un contesto macroeconomico in costante mutamento, l’Open Innovation si configura come un catalizzatore fondamentale di trasformazione. Questo approccio, caratterizzato dalla sua natura aperta e inclusiva, si è dimostrato un prezioso alleato negli ultimi anni di crisi permanente, spingendo le aziende a rivedere il modo in cui concepiscono e implementano l’innovazione. L’urgenza di adottare un approccio più agile e reattivo si è trasformata in una pratica comune, abbracciata oggi dalla maggior parte delle aziende italiane, soprattutto di grande dimensione.

Open innovation più matura: oggi si cercano risultati concreti

Fino a qualche anno fa, lo sviluppo di iniziative di Open Innovation nelle imprese si diffondeva con obiettivi spesso vicini al marketing e la comunicazione, con la volontà di sperimentare nuovi strumenti ed esplorare un ecosistema esterno ancora poco conosciuto. Gli stessi indicatori erano focalizzati sulla volontà di misurare il numero di iniziative svolte, soprattutto in termini di possibili impatti sulla visibilità dell’organizzazione. Oggi, con il crescere del livello di maturità, si sviluppa anche la necessità di mettere a terra risultati concreti grazie alle iniziative di Open Innovation e, di conseguenza, definire strumenti per misurare l’impatto sul business e sull’organizzazione. Questo processo porta con sé una maggiore sensibilità all’interno delle imprese verso la definizione di un’adeguata governance dell’innovazione aperta.

Governance dell’innovazione: sempre più imprese introducono il Budget Open Innovation

In primo luogo, questa evoluzione si riflette nella definizione di budget dedicati in modo specifico alle attività di Open Innovation. Più della metà delle grandi imprese ha definito un budget dedicato a queste iniziative, nella maggior parte dei casi inserito all’interno di un più ampio budget di innovazione. Ciò rappresenta un significativo passo avanti nell’utilizzo strategico di questa leva di innovazione, definendo meccanismi strutturati di budgeting delle risorse e, come diretta conseguenza, di misurazione rispetto all’efficacia nell’utilizzo di tali risorse. Se si guarda al 2020, solo il 38% delle grandi aziende italiane aveva definito un budget di Open Innovation.

“Direzione Open Innovation”: nascono le prime strutture

A ciò si accompagna la diffusione di nuovi ruoli e Funzioni aziendali. Le attività di Open Innovation rimangono ancora nella maggior parte dei casi di competenza della Direzione Innovazione, che è così in grado di garantire un’integrazione coerente tra iniziative di innovazione, Open Innovation e strategia aziendale complessiva. Si segnalano però i primi casi di aziende che decidono di strutturare una Direzione Open Innovation, al fine di dare maggiore autonomia – e rilevanza – alle attività di innovazione aperta, definendone anche un più chiaro ruolo strategico nell’organigramma aziendale.

Innovazione e governance: arrivano gli Open Innovation Manager

Questo percorso sta portando anche alla diffusione di nuove Figure aziendali, i cosiddetti Open Innovation Manager. Si tratta di una figura che nasce tipicamente per affiancare l’Innovation Manager, con il compito di definire, monitorare e sviluppare il portafoglio di iniziative di Open Innovation, in linea con la strategia di innovazione definita in azienda. I compiti possono essere vari, dalla responsabilità nel costruire un ecosistema esterno di partner ampio e vario, mantenendo con essi relazioni attive e proficue, alla gestione dei budget e la spinta alla diffusione in azienda di una cultura propensa all’adozione di approcci di Open Innovation.

L’Open Innovation si conferma quindi come un pilastro strategico per le imprese italiane, e i dati dell’Osservatorio lo confermano. La sua adozione crescente e la consapevolezza dei benefici tangibili che può portare in azienda indicano una direzione positiva per il futuro dell’innovazione nel nostro Paese. Tuttavia, affinché le imprese possano sfruttarne appieno il potenziale trasformativo, è necessario un impegno continuo nel definire adeguati strumenti per misurare e dare evidenza dell’impatto generato in azienda, promuovendo in parallelo la diffusione di una cultura di innovazione aperta e allocando risorse adeguate a supporto di questo percorso.

La Ricerca dell’Osservatorio Startup Thinking è basata su un’attività sul campo che, al fine di avere una visione più chiara possibile dei fenomeni in atto, è stata sviluppata attraverso survey, interviste dirette e workshop, coinvolgendo oltre 1.500 tra Chief Innovation Officer e Chief Information Officer, Amministratori Delegati e C-level di PMI, fondatori di startup italiane, Innovation Manager e Responsabili R&D.

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