INVESTIMENTI

Exor Seeds e il debutto in Italia con Casavo: come funziona il fondo per startup degli Agnelli

Exor Seeds, attività di investimenti early stage con cui Exor, holding della famiglia Agnelli, supporta società emergenti, ha debuttato in Italia guidando un round da 50 milioni per Casavo, startup del proptech (che ha anche aperto una linea di credito con Goldman Sachs per 150 milioni). Qui tutti i dettagli sul fondo

Pubblicato il 23 Mar 2021

John Elkann

Finora aveva scommesso solo su realtà emergenti internazionali, spaziando dal fintech alla smart mobility, con particolare attenzione ai “Diversity Investment” in aziende rispettose delle diversità di genere e culturali, ma adesso Exor Seeds –  l’attività di investimenti early-stage con cui Exor, la holding della famiglia Agnelli, supporta società emergenti  ha deciso di debuttare in Italia. E l’ha fatto puntando sul settore immobiliare, seppure l’immobiliare innovativo, quello del proptech, ovvero la tecnologia applicata al vecchio mondo del “mattone”.

Dietro il recente exploit di Casavo, piattaforma italiana proptech che giorni fa ha annunciato una nuova raccolta di capitale da 200 milioni di euro tra equity e debito, c’è proprio (anche) Exor Seeds. Casavo è appunto il primo investimento di questo fondo in una realtà italiana. Vediamo dunque meglio perché Exor Seeds ha scelto di puntare sull’instant buying immobiliare, nuova forma di compravendita diretta di immobili. Partendo dalla storia della startup.

Che cosa fa Casavo

Casavo è una startup proptech (la tecnologia applicata al settore immobiliare) che opera con un modello di business innovativo: una piattaforma tecnologica (Instant Buyer) che presenta offerte dirette per l’acquisto di immobili e, dopo la ristrutturazione, trova gli acquirenti finali. Fondata a Milano nel 2017 da Giorgio Tinacci, l’azienda ha effettuato più di 1100 transazioni immobiliari ad oggi per un valore di oltre €300 milioni. Con un team di 200 persone, Casavo opera attualmente a Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Verona e Madrid. Il servizio di Instant Buying rappresenta il core business. Casavo sta inoltre espandendo la sua offerta di prodotto tecnologico per soddisfare le esigenze di venditori, acquirenti ed agenti immobiliari. Dal 2017 a oggi ha raccolto un totale di 385 milioni di euro tra equity e debito. A settembre 2020 Casavo ha acquisito Realisti.co, piattaforma con la quale collaborava da due anni, per sviluppare la realtà virtuale nella sua piattaforma di instant buying immobiliare.

Il modello dell’instant buying immobiliare è una nuova forma di compravendita diretta di immobili da parte di un iBuyer, ovvero un investitore immobiliari industriale, che acquista le case attraverso un sistema di offerta istantanea. Questo sistema, riducendo significativamente il tempo della transazione, vuole venire incontro alle criticità del mercato immobiliare attuale.

Quando la scaleup compra una startup: Casavo acquisisce Realisti.co

Le nuove risorse finanziarie

Si è parlato di un round di investimento da 200 milioni per Casavo, ma non è esattamente così. Le nuove risorse finanziarie si devono in parte a un investimento, in parte all’apertura di una linea di credito. Più nello specifico: Casavo ha raccolto 50 milioni di euro nel round di investimento Serie C guidato da Exor Seeds, con Greenoaks Capital, Project A Ventures, 360 Capital e Picus Capital. Tra i nuovi investitori anche P101 e Bonsai Partners. La piattaforma proptech si è anche assicurata una linea di credito da 150 milioni di euro da parte di Goldman Sachs.

Ma come funziona dunque Exor Seeds, che ha guidato il round per Casavo?

Exor, la cassaforte degli Agnelli

Exor è la tradizionale cassaforte della famiglia Agnelli. Società di diritto olandese, fu fondata nel lontano 1927 dal senatore Giovanni Agnelli con il nome di Istituto Finanziario Industriale, allo scopo di riunificare sotto un’unica società le varie partecipazioni che aveva acquisito, principalmente in settori industriali. Quotata in Borsa, Exor è la prima società in Italia per fatturato e la 24esima al mondo.

Le società controllate spaziano dall’automotive al calcio all’editoria: Stellantis, Ferrari, Juventus, CNH Industrial, il gruppo editoriale GEDI (proprietario dei quotidiani la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, il settimanale L’Espresso più una catena di quotidiani locali e varie radio), e The Economist.

Ecco la lista delle controllate

Approach

PartnerRe

Ferrari

Stellantis

CNH Industrial

Juventus

The Economist

GEDI Gruppo Editoriale

Che cosa fa Exor Seeds

Nel 2018 Exor ha deciso anche di puntare sulle startup tecnologiche e sulle realtà innovative, lanciando Exor Seeds, fondo partito inizialmente con un plafond da 100 milioni di dollari. L’iniziativa è stata svelata da John Elkann dal palco della prima edizione del SEI Torino Forum, l’appuntamento dedicato all’imprenditoria innovativa che si è svolto il 7 giugno 2018 presso la Fondazione Agnelli, chiamando a raccolta i principali protagonisti del mondo della tecnologia.

Gli Agnelli puntano sulle startup con Exor Seeds, fondo da 100 milioni di dollari

“L’Europa è in ritardo nel panorama mondiale della tecnologia, ma deve recuperare terreno per costruire nuove imprese” ebbe a dire Elkann in quell’occasione. “Questa disparità riflette il fatto che al momento l’Europa offre meno opportunità, mentre creare più società nel vecchio continente nel tempo farà aumentare il flusso di capitali. Per farlo serve creare la cultura e la consapevolezza giusta per avviare nuove imprese. L’obiettivo è realizzare in Europa un maggior numero di imprese innovative e di successo”.

Tra le startup che hanno avuto iniziale sostegno da Exor Seeds c’erano: True Link, Kheiron Medical Technologies, Hexa & Co., Reflexion e Privacy.com, società attive prevalentemente nel campo dell’healthcare e dell’assistenza agli anziani.

Ad oggi il team di Exor Seeds investe in aziende in fase iniziale (early stage), un modo per collegare Exor alle sue radici imprenditoriali e alla lunga storia di innovazione. La squadra si propone di andare alla scoperta di “fondatori eccezionali” che abbiano l’ambizione di costruire grandi aziende.

Cosa propone Exor Seeds alle aziende emergenti

“Come azienda a conduzione familiare di quinta generazione – si legge nel sito di Exor Seeds – abbiamo dimostrato di essere costruttori e non commercianti. Il nostro capitale permanente ci consente di assumere una visione a lungo termine e di dare priorità agli interessi delle imprese in cui investiamo. La nostra rete globale, attraverso settori e aree geografiche, ci consente di offrire nuove opportunità e connessioni ai fondatori”.

Le imprese del portafoglio di Exor Seeds

Ad oggi Exor Seeds ha puntato 390 milioni in 38 società. Di questa cifra, 200 milioni sono stati investiti su Via, l’app di mobilità Usa. In piena pandemia il fondo ha scommesso sulle bici elettriche con Cowboy, startup di Bruxelles che produce e-bike collegate a un’app utilizzata dai clienti per sbloccare la bici e ottenere informazioni in tempo reale su velocità, durata della batteria e indicazioni stradali. Exor Seeds ha anche avuto cura di eseguire “Diversity Investments“, cioè investimenti in realtà rispettose dei principi di diversità: per esempio aziende co-fondate da donne, come Cover e True Link Financial, o da ispanici (Brex) o asiatici (Privacy.com).

Ecco, in ordine alfabetico, la lista delle società   partecipate da  Exor Seeds:

  • Apparis
  • Because
  • Brex
  • Cariuma
  • Cars24
  • Cover
  • Cowboy
  • DigniFi
  • DRL
  • earlens
  • EMPG
  • EQrx
  • FIIT
  • Finhabits
  • Firefly
  • Kheiron
  • Norbert
  • Privacy
  • Reby
  • Reflexion
  • RGenix
  • Saildrone
  • Smallhold
  • Tekion
  • Truelink
  • Via
  • Viaduct
  • Wayve

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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