INNOVAZIONE & SOSTENIBILITÀ

Energy Dome, la startup chiude un round da 40 milioni guidato da Eni Next

Il round di finanziamento di serie B è stato guidato da Eni Next, il corporate venture capital del gruppo energetico. I nuovi capital serviranno per lo sviluppo internazionale del sistema sviluppato da Energy Dome, che sfrutta la CO2 per accumulare energia

Pubblicato il 27 Apr 2023

Energy Dome

Energy Dome, la startup fondata nel 2020 per sviluppare la CO2 Battery, un’innovativa soluzione di accumulo di energia a lunga durata, ha chiuso un round di finanziamento Serie B da 40 milioni di euro (circa 44 milioni di dollari).

Questo round porta il capitale investito in Energy Dome a circa 54 milioni di euro. I proventi di questo investimento consentiranno a Energy Dome di entrare pienamente nella fase di crescita commerciale su scala globale (qui puoi leggere la storia e i progetti di Energy Dome)

Energy Dome, Eni Next ha guidato il round di 40 milioni di euro

Il round è stato guidato da Eni Next, la società di corporate venture capital di Eni, che ha fatto da lead investor. Eni Next investe in startup ad alta crescita per favorire la transizione energetica verso un futuro a zero emissioni. Il suo portafoglio comprende start-up con tecnologie dirompenti in settori chiave per la decarbonizzazione, come lo stoccaggio di energia e la fusione nucleare.

Neva SGR, la società di venture capital di Intesa Sanpaolo uno dei maggiori gruppi bancari europei, ha fatto da co-leader. Il climate tech e le tecnologie per la transizione energetica sono tra le aree cardine della strategia di investimento di Neva SGR.

Energy Dome, la startup che usa la CO2 per lo stoccaggio dell’energia rinnovabile

Energy Dome, chi sono gli altri investitori

Anche gli attuali investitori di Energy Dome hanno partecipato all’investimento, confermando la convinzione nelle potenzialità della società e nel team che vi sta dietro.

Fra gli attuali investitori ci sono il Sustainable Impact Capital di Barclays, CDP Venture Capital, società italiana di gestione del risparmio partecipata da CDP Equity Spa, e Invitalia, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di tutti gli attori dell’ecosistema dell’innovazione attraverso il suo Evolution Fund, Novum Capital Partners, un multi-family office svizzero attraverso i suoi investitori, e 360 Capital, un VC con sede a Parigi e Milano con la utility A2A come uno dei principali investitori nel fondo di VC.

Al round si unisce anche il Japan Energy Fund, un fondo di venture capital specializzato in tecnologie per la transizione sostenibile che rappresenta entità come Biprogy, Enechange, Mitsui Sumitomo Trust Bank e Toshiba Energy Systems. Ulteriore partecipante al Serie B è Elemental Excelerator, un investitore non a scopo di lucro statunitense focalizzato a favorire la cresicta di tecnologie CleanTech.

Claudio Spadacini, founder e CEO: la CO2 battery è pronta per il mercato

“Immaginate un sistema in grado di immagazzinare energia rinnovabile con il 75% di RTE (AC-AC, MT-MT) e un costo pari alla metà del costo delle batterie agli ioni di litio. Un sistema che non perde efficienza né capacità per più di 30 anni e che è fatto solo di acciaio, acqua e CO2. Ora immaginate che quel sistema sia costituito da componenti esistenti e ben noti a qualsiasi tecnico con esperienza di manutenzione di centrali elettriche, e che tali componenti siano implementabili su larga scala ovunque nel modo senza colli di bottiglia nella supply chain e senza vincoli legati a specifiche condizioni del terreno”, dice Claudio Spadacini, Fondatore e Amministratore Delegato di Energy Dome. “Se vi piace questa idea, smettetela di immaginare perché la nostra CO2 Battery™ è pronta per il mercato e, dopo aver chiuso il Serie B, siamo pronti a garantirne le prestazioni a qualsiasi cliente che voglia davvero sbarazzarsi dei combustibili fossili e sostituirli con energie rinnovabili”.

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