Elezioni 2018, servirebbe un ministro dell’Innovazione ma con portafoglio

Prima abbiamo perso l’EMA, poi abbiamo scoperto che capitali italiani sono andati ai francesi e la scena si sta ripetendo con ITAtech. Pare evidente l’assenza di una regia politica. Non si può più dire che i soldi per startup e spin-off e per l’innovazione non ci sono. Ci sono, ma le tecnostrutture li dirigono altrove

Pubblicato il 01 Mar 2018

Biotech

Siamo alla vigilia di un importante (importante?!?) appuntamento elettorale. Ebbene, che l’impegno di chi governerà anche l’innovazione sia quello di vincere! Non siete e non siamo stufi di perdere? Solo sul finale di questa legislatura nel settore Biotech ci siamo portati a casa due potenti sconfitte e abbiamo fatto un’imbarazzante scoperta. Tutti gli eventi sono legati strettamente alla politica, ovvero alla mancanza di una politica economica su un settore strategico del Paese con investimenti pubblici significativi, seppur in calo.

  1. Abbiamo perso nella competizione per EMA, non certo per la sfortuna di un’estrazione ma per il fatto che non siamo riusciti a tenere il vantaggio che avevamo fin dall’inizio. È mancato peso politico, un governo non eletto e a termine ha, a prescindere dalla qualità dei componenti, poca forza negoziale. Poco vale se recupereremo con un ricorso o dire che se Amsterdam non avessero “barato” sulle carte l’avremmo vinta. Il risultato per la nostra classe dirigente non cambia. Sconfitta!
  2. Persa l’EMA, contavamo di recuperare sul Trasferimento Tecnologico per ravvivare l’ecosistema italiano del venture capital nel Biotech. Invece, la piattaforma denominata ITAtech (dove ITA dovrebbe stare per Italia), ha preferito, così pare, un gestore francese alle tante proposte di gestori italiani. Insomma, prima ci soffia l’osso Amsterdam, poi Parigi. E qui non c’è stata nemmeno la monetina. Sconfitta doppia!
  3. Nell’acceso dibattito sul caso ITAtech, si è scoperto che il Fondo Italiano Investimento, altro strumento in controllo di CDP (Ministero del Tesoro), ha investito in un fondo di venture capital dedicato al biotech non italiano e che questo ha investito in start-up non italiane. Sconfitta tripla!

Pare evidente la totale mancanza di una regia politica, di una strategia. Com’è possibile che tutto ciò sia accaduto? Non si può più dire che i soldi per start-up e spin-off e per l’innovazione non ci siano. Ci sono ma le tecnostrutture (non) controllate dal governo li dirigono in altri paesi EU. Altro che aiuti di Stato, aiuti agli altri Stati. Comico.

Innovazione e finanza vanno a braccetto, senza capitali non si riesce ad innovare. Questa campagna elettorale dovrebbe dibattere sulla reintroduzione del Ministro dell’Innovazione. Questa volta con portafoglio, però.

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Pierluigi Paracchi
Pierluigi Paracchi

Pierluigi Paracchi è cofondatore di Genenta Science, startup che sviluppa terapie geniche antitumorali. È stato fondatore e CEO di Quantica SGR, fondo VC che ha investito nella biotech EOS, poi acquisita dall’americana Clovis Oncology per 420m$

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