MARKETING INTERATTIVO

Effetto pandemia: la realtà aumentata della startup Aryel per ristoranti e PMI Food & Beverage

Aryel vuole rendere più accessibile il mondo della Augmented Reality alle PMI per creare campagne di marketing interattive. Nel food la soluzione è usata dai ristoratori per i menù interattivi (lo fa Savurè, catena torinese di pastifici), nel packaging per dare alle etichette elementi di storytelling digitale

Pubblicato il 22 Mar 2021

Aryel

La realtà aumentata di una startup nata da poco, Aryel, può contribuire a rendere i nostri pasti più fantasiosi e interattivi.

Ricordate una cena al ristorante tra amici? O un aperitivo consumato fuori dalle mura domestiche? Da ormai più di un anno il mondo della ristorazione sta facendo i conti con la pandemia di nuovo coronavirus, destreggiandosi tra periodi di lockdown e riaperture parziali. 

Come spesso accade, però, dalle difficoltà possono nascere importanti spunti innovativi che modificano il nostro modo di approcciarci ad attività che, fino a poco prima, sembravano scontate e indiscutibili.

La startup italiana Aryel , con sede a Milano, sta provando a fare proprio questo: fondata nel 2020, il suo obiettivo principale è quello di rendere più accessibile il mondo della realtà aumentata e permettere a piccole e medie imprese o lavoratori freelance di utilizzarne tutte le potenzialità per creare campagne di marketing interattive, in modo rapido e intuitivo.

L’idea è risultata particolarmente attraente per il settore Food: dai menu in 3D ai packaging espandibili, sono tante le possibilità per aumentare l’engagement tra consumatore e prodotto grazie alla realtà virtuale.

L’AR nel settore Food: i menù interattivi di Aryel

Tramite la piattaforma di Aryel i ristoratori possono creare rapidamente menù interattivi per i loro ristoranti: basterà inquadrare un codice QR o un’immagine preselezionata per poter visualizzare virtualmente i piatti davanti a sé, creando così un’esperienza immersiva e stimolante per il cliente.

Il modello funziona tanto per le grandi aziende quanto per le piccole realtà. Un esempio è Savurè, catena torinese di pastifici che prepara ogni giorno diverse tipologie di pasta fresca, oltre a una selezione di condimenti, antipasti e dolci consumabili sia sul posto che comodamente a casa: “Per un concept gastronomico come quello di Savurè, che fa della freschezza la sua principale caratteristica, diventa importante riuscire a raccontare i propri prodotti e la propria artigianalità nella maniera più efficace ed accattivante possibile” ha detto Mattia Salvi, Ceo e co-founder di Aryel.

Con questo obiettivo, la startup sta infatti lavorando alla creazione di menù digitalizzati con i quali i clienti del pastificio potranno vedere la selezione di prodotti in realtà aumentata e scegliere quindi cosa consumare con maggiore consapevolezza.

AR per packaging e Food Safety

Un altro ambito in cui la realtà virtuale incontra il settore food è quello del packaging: spesso le confezioni fisiche non offrono abbastanza spazio per riportare tutte le informazioni necessarie al cliente, come allergeni, ingredienti, modalità di preparazione o caratteristiche nutrizionali. Con il sistema di AR sviluppato da Aryel è sufficiente inquadrare il packaging di un prodotto – o un marker apposito posizionato sulla confezione – per visualizzare sullo schermo del proprio smartphone una serie di contenuti informativi aggiuntivi.

Allo stesso tempo, per migliorare l’engagement e il rapporto con il brand è possibile collegare il marker a speciali elementi di storytelling digitale, come immagini della filiera produttiva o video che raccontino il processo di lavorazione e distribuzione del prodotto.

In questo modo diventa anche più semplice risalire alle informazioni relative alla tracciabilità di un prodotto, migliorando la Food Safety ­– l’insieme dei protocolli normativi e sanitari che assicurano la buona qualità di un alimento – e aiutando i consumatori a conoscere meglio ciò che acquistano.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Laura Loguercio
Laura Loguercio

Primo ho studiato Filosofia, poi ho scoperto il mondo del digitale. Scrivo di società, ma con un occhio per l’innovazione.

Articoli correlati

Articolo 1 di 4