INNOVATION MANAGEMENT

Dalla startup alla grande azienda l’innovazione incontra gli stessi ostacoli: ecco quali sono

Business model, gestione finanziaria, networking e mindset tra i punti critici secondo l’indagine di Deloitte condotta su un campione di oltre 130 aziende attive sul mercato italiano. Occorre quindi lasciare spazio alla collaborazione in una logica di open innovation

Pubblicato il 22 Feb 2021

Francesco Iervolino

Photo by Susan Yin on Unsplash

Quali sono gli ostacoli per le imprese che vogliono intraprendere un progetto innovativo? Sorpresa: sono gli stessi indipendentemente dalle dimensioni o dalla storia dell’azienda. E si possono riassumere in queste quattro voci: business model, gestione finanziaria, networking e mindset. Ce lo dicono i risultati di un’indagine svolta da  Officine Innovazione, società di Deloitte specializzata in innovazione, su più di 130 aziende – tra cui startup, PMI e Corporate – che hanno sviluppato un progetto innovativo sul territorio italiano.

Non sono solo le startup a dover attraversare la cosiddetta valle della morte, ossia quella fase di difficoltà finanziaria che si colloca dopo la prima fase iniziale e prima dell’ingresso nella fase di crescita strutturata. E anche l’idea secondo cui «le prime fasi di un progetto innovativo sono sempre le più delicate» non vale solo per le piccole imprese innovative. Deloitte ha potuto rilevare come queste complessità siano intrinseche a ciascun progetto innovativo, a prescindere che sia sviluppato da una startup, da una PMI o da una grande azienda consolidata.

E per quanto sia opinione comune che una grande azienda abbia le risorse economiche per sviluppare un progetto, spesso non si tengono in considerazione i vincoli e le strutture organizzative complesse che una corporate tende ad avere rispetto ad una startup, che comportano una minor flessibilità e adattabilità dei processi.

Innovazione in azienda, i quattro ostacoli che frenano i progetti

Il primo risultato dell’indagine di Deloitte mette in luce come la fase di ideazione/progettazione sia il momento critico di un progetto innovativo, più della famigerata valle della morte, considerata da molti la fase decisiva tra il successo e l’insuccesso. Dal campione analizzato emerge che per superare la fase di ideazione/progettazione bisogna superare quattro principali ostacoli: definizione del modello di business, comprensione dei bisogni del mercato, gestione delle risorse finanziarie e creazione di un network.

1. La definizione del modello di business

Quasi 1 azienda su 2 (46%) ha fatto emergere come primo ostacolo la definizione di un business model efficace. Un ostacolo che si rivela ancor più decisivo per le PMI e le grandi aziende, in cui la percentuale di rispondenti sale quasi al 60%. Senza un business model chiaro è difficile riuscire a rendere scalabile la propria idea e trasformarla in un business remunerativo. Il modello di business è una componente chiave nel determinare la ricezione della propria proposta di valore complessiva. A volte le aziende non investono sufficiente tempo e risorse nella sperimentazione e analisi del proprio piano.

2. La comprensione dei bisogni di mercato

In altri casi invece, il problema risiede proprio nell’idea o nel prodotto stesso. La qualità di un’idea o di un prodotto si misura dalla sua capacità di risolvere un bisogno del mercato. Vendere un prodotto che non serve, che non soddisfa alcuna esigenza concreta del proprio mercato potenziale è il primo motivo per cui un’azienda fallisce, come sottolineato da un terzo dei rispondenti al sondaggio di Deloitte. Utilizzare un approccio scientifico può aiutare a comprendere i bisogni dei propri clienti e orientare lo sviluppo del prodotto o servizio.

3. La gestione delle risorse finanziarie

Il terzo elemento ostacolante per superare la fase di ideazione e progettazione è la gestione delle risorse finanziarie, come confermato dal 29% del campione. Questo fattore viene meno in una grande impresa, mentre spesso è vitale per una startup. Nella fase iniziale è importante saper gestire le risorse a disposizione, essere flessibili, pronti a cambiare e reagire per tempo in modo da rispondere prontamente alle nuove esigenze cercando di ottimizzare le risorse a disposizione. Per quanto le grandi aziende abbiano meno problemi nel reperire fondi, molto spesso tendono a spendere molto più del dovuto a causa di una mancanza di flessibilità interna che allunga i processi interni e comporta maggiori spese rispetto ad una startup.

4. La necessità di creare un network

Infine, il 35% del campione ha riscontrato il bisogno di creare un network, ossia creare le giuste connessioni per accedere alle risorse, umane e finanziare, e trovare dei partner chiave per guidare lo sviluppo del proprio prodotto e l’accesso al mercato. Il bisogno di un network consolidato, come mostra il sondaggio, si intensifica una volta superata la fase iniziale. E se non si riesce a soddisfarlo, sarà difficile stringere quelle relazioni che permettono di far crescere il proprio progetto innovativo.

Il ritardo italiano sull’Open Innovation

Al di là dei singoli ostacoli, per sviluppare un progetto imprenditoriale, sia per una startup sia per una grande azienda, occorre accantonare la vecchia mentalità del “tutti contro tutti” e lasciare spazio alla cooperazione fra imprese, alla collaborazione e alle partnership, in una logica di Open Innovation.

Questo modello di innovazione sfrutta in maniera complementare idee e risorse interne, insieme a strumenti e competenze provenienti dall’esterno, in particolare da università, centri di ricerca, startup, innovation hub e incubatori/acceleratori, tenendo in considerazione anche canali alternativi al proprio business, creando connessioni solite verso l’intero ecosistema. Si instaura così un circolo virtuoso in cui il Trasferimento Tecnologico avviene in maniera più efficace, unendo il mondo della ricerca e dell’innovazione con il mercato di sbocco.

L’adozione di questo paradigma può portare diversi vantaggi che aiutano le imprese a superare gli ostacoli precedentemente citati: riduzione dei rischi nei progetti di innovazione per l’adozione di processi già avanzati, riduzione dei costi di Ricerca & Sviluppo per il ricorso a soluzioni già sviluppate, adozione di nuovi trend tecnologici per una migliore interazione con l’ecosistema degli innovatori, identificazione di nuove opportunità di business per una più aperta visione.

Solo così i progetti innovativi, avviando nuove formule di collaborazione, potranno migliorare la propria velocità, aumentare le opportunità di innovazione, accrescere le proprie competenze e sperimentare nuovi modelli di business.

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Francesco Iervolino
Francesco Iervolino

Partner del network Deloitte Central Mediterranean (Italia, Grecia e Malta). È co-lead di Officine Innovazione, la startup di Deloitte dedicata all’innovazione e all’arricchimento della business innovation community del network Deloitte.

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