BANCHE E INNOVAZIONE

Private banking ed equity crowdfunding: la campagna di Fin-Novia su BacktoWork

Per la prima volta una banca, Intesa Sanpaolo, propone ai propri clienti un investimento attraverso un portale di equity crowdfunding. “Un caso unico in Italia” dice Alberto Bassi, Ceo di BacktoWork. Che dimostra l’impatto disruptive dell’unione tra private banking ed equity crowdfunding. Quasi otto milioni di euro raccolti

Pubblicato il 11 Mar 2020

private banking ed equity crowdfunding

Private banking ed equity crowdfunding: per la prima volta la principale banca in Italia propone ai propri clienti un investimento attraverso un portale di equity. Ed è subito boom. Succede con la campagna lanciata da Fin-Novia su BacktoWork, che ha anche altre caratteristiche di unicità che confermano la crescita dell’equity crowdfunding come canale di finanziamento alternativo, non solo per le startup. L’operazione rappresenta la più grande raccolta di capitali in equity crowdfunding in Italia, con oltre 5 milioni di euro raccolti in pochi giorni dall’apertura, e quasi 8 milioni a campagna conclusa.

Fin-Novia, la campagna su BacktoWork

BacktoWork è una piattaforma di finanza alternativa per startup e PMI, con un forte focus sull’equity crowdfunding. Dal 23 gennaio è attiva sul portale la campagna di Fin-Novia, veicolo societario dedicato alla raccolta di capitali a favore di e-Novia, la “Enterprises Factory” in cui le idee si trasformano in prodotti, i ricercatori sviluppano esperienze imprenditoriali, e le startup si modellano in imprese. e-Novia promuove, costituisce e sviluppa società innovative nelle aree della robotica, intelligenza artificiale e mobilità, attraverso la valorizzazione delle proprietà intellettuali sviluppate con istituti di ricerca e corporate internazionali. Un approccio industriale, quello della Fabbrica, efficace, sostenibile e scalabile.

La Fabbrica di Imprese e-Novia ha all’attivo 21 imprese create, 9 progetti imprenditoriali in pipeline e più di 50 brevetti depositati. La società ha chiuso il 2018 con 8,4 milioni di euro di ricavi, saliti a circa 10,3 milioni a fine 2019, mentre i ricavi aggregati di tutte le società partecipate da e-Novia hanno superato i 22 milioni a dicembre 2019. Fondatori di e-Novia sono Vincenzo Russi (CEO, con oltre 35 anni di esperienza come top manager di corporate globali), Ivo Boniolo (CIO, con esperienza di innovation transfer e founder e CEO di vari spin-off del Politecnico di Milano) e Cristiano Spelta (CFO, a sua volta CEO di spin-off dell’Università di Bergamo).

Hanno già investito in e-Novia società leader nei propri settori come Brembo, Dompè, Landi Renzo, Fassi, Dainese, Pelliconi, Streparava, Eldor, Rubinetterie Bresciane, Mermec, tra i 26 investitori industriali e finanziari.

La campagna di equity crowdfunding è effettuata in partnership con Intesa Sanpaolo Private Banking che, attraverso la propria rete nazionale, ha deciso di contribuire attivamente allo sviluppo dell’innovazione proponendo l’operazione ai propri clienti. E, proprio per questo, si tratta di un’iniziativa unica nel panorama italiano.

Intesa Sanpaolo Private Banking e l’equity crowdfunding: la prima volta in Italia

Alberto Bassi, Ceo e founder di BacktoWork
“Attraverso il sistema bancario, i clienti di Intesa Sanpaolo Private Banking possono investire direttamente sull’economia economia reale e, in particolare, in una PMI, e-Novia, che ha prospettive di sviluppo importanti”, spiega Alberto Bassi, CEO e founder di BacktoWork. Senza nascondere un minimo di orgoglio per questa campagna lanciata sulla piattaforma da lui fondata. Per la prima volta, quindi, la principale banca in Italia offre in maniera strutturata ai propri clienti private l’investimento in economia reale direttamente tramite un portale di equity crowdfunding

Una collaborazione vincente tra banca e piattaforma

L’iniziativa, dunque, nasce dalla collaborazione tra BacktoWork e il Gruppo Intesa Sanpaolo che, attraverso il fondo di Corporate Venture Capital Neva Finventures l’anno scorso ha investito 4 milioni su BacktoWork: il primo caso di investimento di una banca su una piattaforma di equity crowdfunding. A dimostrazione di quanto l’istituto di credito, che in questi giorni si candida a diventare il terzo gruppo bancario in Europa con l’offerta di acquisto di Ubi Banca, consideri strategico il canale dell’equity crowdfunding che ha studiato e valutato nel suo Innovation Center di Torino.

L’impatto disruptive dell’alleanza private banking – equity crowdfunding

L’impatto della contaminazione tra equity crowdfunding e private banking può essere disruptive per il settore dell’innovazione in Italia. Grazie all’alleanza tra fintech e sistema bancario, infatti, le migliori scaleup e PMI italiane potranno accedere a un canale di finanziamento in grado di colmare il gap presente sul mercato, mentre gli investitori potranno contribuire attivamente allo sviluppo economico del Paese. “Stiamo parlando del più grande private banking presente sul mercato e di miliardi di euro di gestione: se anche soltanto una piccola parte venisse investita verso iniziative di questo genere, credo che i numeri del mercato italiano dell’equity possano cambiare radicalmente” spiega Bassi. Non solo. “Con una campagna di questo tipo stiamo parlando dei risparmi degli italiani, preziosissimi per i nostri connazionali, che, per la prima volta, vengono indirizzati verso l’economia reale, verso chi crea posti di lavoro e fa innovazione. E tutto ciò può avere un impatto incredibile sul tessuto produttivo”.

Fin-Novia su BacktoWork, la più grande raccolta di equity crowdfunding in Italia: raccolti quasi 8 milioni

Questo caso è un unicum in Italia anche per un altro motivo: le cifre e i numeri. In sole tre settimane la campagna, ha raccolto circa 5 milioni di euro da più di 120 investitori. Un inizio da record dal quale era facile immaginare la fine: la campagna si è conclusa il 6 marzo con quasi 8 milioni di euro raccolti. Un record.

È la raccolta più alta effettuata in Italia su un’operazione di equity crowdfunding. “Questa è la dimostrazione che anche l’equity crowdfunding è uno strumento per raccogliere fondi in modo importante. Stiamo parlando di milioni di euro. In Italia un milione di euro è considerato già un grande round, qui si va oltre. È la prima volta che viene fatto su un portale di crowdfunding una raccolta così importante” puntualizza Bassi.

E anche Marco Valobra, Presidente di BacktoWork esprime la sua soddisfazione:“Siamo orgogliosi di aver realizzato la più importante raccolta di equity crowdfunding mai fatta in Italia e una tra le più grandi di Europa, nonostante i giorni difficili che il nostro Paese sta attraversando.Crediamo che questa esperienza abbia gettato le basi per un’evoluzione dell’intero mercato”.

Gli obiettivi futuri

Dopo il successo raggiunto, BacktoWork vuole fare in modo che la campagna di Fin-Novia non sia un caso isolato. “Vogliamo creare un circolo virtuoso che possa portare importanti capitali verso l’economia reale selezionando le migliori scaleup, PMI e startup italiane” dice il CEO e founder della piattaforma. L’obiettivo per i prossimi anni, dunque, è proporre scaleup e PMI di alto livello alla clientela private delle banche replicando operazioni di questo genere con aziende chiaramente strutturate, preparate e pronte per avvicinarsi a una rete di private banking così importante.

Private banking ed equity crowdfunding, la chiave del successo

Ovviamente Alberto Bassi è consapevole della chiave di successo di questa campagna. Da un lato ci sono gli attori in gioco: e-Novia è una delle società più note del panorama innovativo italiano e ciò ha avuto un forte impatto sull’andamento della campagna. E poi c’è la collaborazione tra BacktoWork, l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo e la rete di private banking, che “ci ha aiutato a strutturare la campagna”. Infine, Intesa Sanpaolo che, con la scelta di aprirsi ad asset class innovative, che sostengono lo sviluppo economico e sociale del territorio attraverso startup e PMI d’eccellenza, si dimostra una banca moderna, attenta all’innovazione e al tessuto imprenditoriale italiano. Insomma “l’unione fa la forza” conclude Alberto Bassi. E, è anche il caso di dirlo, il business.

Questo articolo è stato aggiornato l’11/03/2020

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