STARTUP FINTECH

Matteo Masserdotti (Viceversa): “Così ho portato il Revenue Based Financing dagli Usa in Italia”

Attiva da novembre 2021, la startup fondata da Matteo Masserdotti e Pedro Salvi, con sedi a Milano e Dublino, ha chiuso un round di investimento da 23 milioni di euro grazie a una soluzione di finanziamento innovativa per le realtà italiane. Il CEO Masserdotti spiega a EconomyUp come ha avuto l’idea e come procede Viceversa

Pubblicato il 02 Mag 2022

Matteo Masserdotti, CEO Viceversa

“Ho sempre avuto molti contatti con aziende in forte crescita e alla ricerca di capitali. Tuttavia ero alla ricerca di uno strumento di finanziamento che davvero potesse allinearsi alle esigenze delle aziende che incontravo, e che permettesse di valutare e monitorare le aziende attraverso i dati. Scoperto il Revenue Based Financing, già diffuso all’estero e soprattutto negli Usa, ho deciso di lanciare Viceversa. Un percorso non privo di difficoltà, ma dove ci sono difficoltà è più facile trovare anche delle opportunità”.

Così Matteo Masserdotti, co-founder e CEO descrive la nascita della prima startup fintech a portare in Italia il Revenue Based Financing (RBF), una modalità di finanziamento basato sul fatturato. Nata sul finire del 2020 e attiva da novembre dello scorso anno con sedi a Milano e Dublino, ha immediatamente chiuso un round di investimenti da 23 milioni di euro misto tra equity e debt con l’obiettivo di sviluppare il proprio prodotto di investimento. Tra gli investitori Fasanara Capital Limited, hedge fund inglese specializzato nella gestione del credito alternativo; Digital Magics, acceleratore e investitore di startup che ha creduto da subito nella nuova fintech; Fabrick, realtà del gruppo Banca Sella attiva internazionalmente nella promozione dell’Open Finance; Roberto Ferrari, ex Managing Director di CheBanca!, ed Enrico Pandian, CEO di Startup Gym.

Revenue based financing: come funziona l’innovativo meccanismo di finanziamento alle startup

La startup ha lanciato  il prodotto sul mercato, raggiungendo un valore di portfolio superiore ai nove milioni di euro e finanziando oltre 30 aziende con fatturato compreso tra i 200mila e un milione di euro in poco più di sei mesi. Nel frattempo le imprese supportate sono cresciute, in media, del 216% successivamente al primo investimento, permettendo alla Viceversa di prepararsi a diventare una Growth Platform completa.

Tuttavia, per ripercorrere la storia del rapido successo di Viceversa bisogna andare un po’ a ritroso, nonostante il percorso relativamente breve della startup italo-irlandese.

Come nasce Viceversa: il percorso imprenditoriale di Matteo Masserdotti

“Ho avuto la fortuna di fare sempre l’imprenditore, credo fortemente nell’ iniziativa privata e prima di Viceversa ho fondato uno dei principali portali di Equity Crowdfunding in Italia: 200crowd.com”, spiega il co-fondatore Matteo Masserdotti, che ha costituito la startup insieme a Pedro Salvi, Pietro Pogliani e Patrick David.

“Come CEO di 200crowd ho sempre avuto molti contatti con aziende in forte crescita e alla ricerca di capitali. Tuttavia – evidenzia Masserdotti – ero alla ricerca di uno strumento di finanziamento che davvero potesse allinearsi alle esigenze delle aziende che incontravo, che permettesse di valutare e monitorare le aziende attraverso i dati e, scoperto il RBF – già diffuso all’estero e soprattutto negli Usa -, ho deciso di lanciare Viceversa. Un percorso non privo di difficoltà, ma dove ci sono difficoltà è più facile trovare anche delle opportunità. Credo sia questa la visione che deve avere chi vuole fare startup partendo dall’Italia”.

Il Revenue Based Financing focalizzato sul digital marketing

La fintech italo-irlandese propone un modello di finanziamento basato sui ricavi, ottenendo come compenso una cifra che varia dal 5 al 10% di interessi sulla cifra prestata per investimenti nel marketing digitale.

“Le realtà a cui ci rivolgiamo sono e-commerce, marketplace, B2C (nonché B2D e servizi in abbonamento, ndr). Realtà che devono necessariamente investire in digital marketing per crescere, visto che è il modo principale (se non l’unico) per farlo. Per questo ci focalizziamo solo su questa spesa”, chiarisce il CEO di Viceversa.

La startup trattiene il 20% dei ricavi (massimo) ogni due settimane e fino al rimborso totale di quanto finanziato. Qualora l’azienda che beneficia del finanziamento subisca un calo di fatturato, la quota trattenuta dalla fintech diminuisce. Fino ad azzerarsi se il business va male, senza alcun obbligo di rimborso per non impattare negativamente sulla crescita.

La centralità dei dati: dalla richiesta di finanziamento alla “partnership” tra Viceversa e imprese clienti

A differenziare principalmente il RBF dalle modalità classiche di investimenti in startup secondo Masserdotti, “è il fatto che il nostro modello è completamente data-driven e basato su dati operativi dell’azienda. Inoltre non sono richieste garanzie né diluizione del capitale per i soci”. Con le modalità tradizionali, gli investitori per iniziare a guadagnare devono attendere dai 5 ai 7 anni, mentre il Revenue-Based-Financing si caratterizza per tempi molto più stretti.

Venendo alla selezione delle imprese, a cui vengono erogati finanziamenti compresi tra i 10mila e il milione di euro, l’on-boarding è completamente digitalizzato. E quindi sufficiente collegarsi al sito ufficiale di Viceversa, registrarsi e procedere con i vari form.

“In particolare alle aziende viene chiesto di collegare i propri account, sia di vendita che di marketing. La valutazione è basata sui dati che riceviamo dagli account (Facebook, Instagram Google, Shopify, Amazon, PrestaShop e via dicendo, ndr) dell’impresa richiedente. Grazie a queste informazioni siamo in grado di fare una proiezione futura dell’andamento della società e da lì fare una proposta di investimento, solitamente al massimo in tre giorni”, dice Masserdotti.

L’erogazione del finanziamento RBF: condividere il rischio di impresa

“Ovviamente con questo modello partecipiamo al rischio di impresa. Se l’azienda registrasse zero ricavi, noi non incasseremmo nulla. Per questo c’è un allineamento completo degli interessi”, sottolinea il CEO della fintech milanese.

Anche perché, erogando il finanziamento, Viceversa diventa “partner a tutti gli effetti delle imprese. Oltre ai capitali, attraverso una dashboard l’azienda riceve informazioni ed indicatori utili al proprio business, che magari non aveva o non conosceva a fondo. La nostra mission è supportare la crescita delle aziende nel lungo periodo ma per farlo non interveniamo direttamente. Forniamo invece strumenti ed indicatori utili a correggere e migliorare le strategie”.

“Il nostro obiettivo è che le aziende crescano, solo così anche noi avremo un ritorno positivo del nostro investimento” ribadisce Masserdotti. Aggiungendo che, qualora necessari e guidati dall’analisi dei dati, le aziende clienti possono attingere a più finanziamenti per le loro campagne di marketing.

Quando viene rimborsato il multiplo, infine, la condivisione dei ricavi tra le aziende e Viceversa cessa, anche se questo accade prima dei termini previsti dal contratto di finanziamento. Con le imprese che si “legano” dunque alla fintech per un lasso di tempo limitato.

I primi mesi di attività di Viceversa e i nuovi obiettivi

Il CEO di Viceversa mette in risalto con orgoglio come i riscontri nei primi mesi di attività siano stati “molto positivi. Siamo cresciuti bene ed abbiamo rafforzato il team. Il numero di aziende del portfolio è in crescita ed anche il valore. Soprattutto, ci ha fatto molto piacere riscontrare l’interesse di varie aziende molto grandi che ci hanno scelto come principale strumento per la loro crescita”.

“Abbiamo validato molte delle nostre assumptions ed ora siamo pronti a scalare, in Italia ed in altri paesi strategici”, evidenzia il CEO di Viceversa guardando al futuro. Con un team in crescita costante e l’intenzione di sviluppare nuovi strumenti di data science che supportino la crescita delle aziende aiutandole a strutturare meglio le rispettive strategie di marketing. Con particolare attenzione ai settori principali che fanno del Made in Italy un’eccellenza.

Anche perché- conclude Masserdotti – il Revenue Based Financing è una soluzione relativamente giovane e in costante espansione, con un potenziale inesplorato “in grado di risolvere diversi problemi che investitori e aziende attualmente devono affrontare”.

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Federico Bandirali
Federico Bandirali

Giornalista pubblicista dal 2014 e growth hacker dal 2017 con master presso Talent Garden, durante gli studi in comunicazione ho iniziato a collaborare con testate cartacee generaliste dal 2006. Dopo aver scritto articoli in diversi ambiti (cronaca, politica, esteri, economia e sport) e abbandonato il cartaceo, mi sono sempre più focalizzato su tecnologia e innovazione, branded journalism e storytelling aziendale. Nel 2016 ho scritto un libro: una case history relativa alla partnership tra Intesa Sanpaolo ed Expo Milano 2015 poi ripresa da atenei statunitensi.

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