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10 previsioni fintech per il 2019, n.4: crisi in vista, arrivano i mega-round

Entro 2-5 anni esploderà una nuova crisi economica mondiale. In questo scenario le startup stanno lontane dalle quotazioni in Borsa e si concentrano sulla raccolta privata. D’altra parte gli investitori sono pronti a scommettere cifre importanti. Ecco perché dal 2018 sono iniziati i round superiori ai 100 milioni di dollari

Pubblicato il 28 Gen 2019

Venture capital

Una crisi economica globale è dietro l’angolo. La quasi totalità degli analisti che ho incontrato negli ultimi sei mesi prevede l’esplosione in 2-5 anni, con una livello peggiore del 2008.

In questo scenario le startup si tengono sempre più lontane dal mercato e dalle quotazioni in Borsa, e si concentrano sempre più sulla raccolta privata.

Le aziende tradizionali fanno fatica a raccogliere cifre importanti fuori della borsa senza il rischio di essere acquisite. Al contrario, le startup riescono a strappare valutazioni da capogiro anche con pochi anni di vita.

Il mondo delle startup tecnologiche ha regole tutte sue.

In un quartiere possono convivere più hotel di lusso. Anzi, se l’Hilton apre una nuova sede, l’area urbana aumenta di prestigio e può creare le condizioni per attirare un hotel Mandarin, e viceversa.

Sullo schermo dello smartphone lo spazio è limitato. L’attenzione dei clienti anche. Mentre Facebook raggiunge 2 miliardi di clienti, del suo principale concorrente MySpace non si ricorda quasi più nessuno.

Gli investitori sono pronti ad investire cifre colossali, per acquistare il diritto di ‘scommettere’ sul prossimo Facebook.

L’epoca dei Mega-Round

Questo trend ha un nome: i “Mega-Round”, raccolte fondi superiori ai $100 milioni. Nel 2018 ci sono stati Mega-Round un pò in tutto il mondo, compresa l’America Latina (ma non in Italia).

Oscar, una startup che fornisce assicurazione medica dallo smartphone, ha raccolto $375 milioni in un solo round di finanziamento.

Stripe, che offre sistemi di pagamento B2B, ha raccolto $245 milioni.

Wacai, una startup cinese che gestisce i risparmi, $140 milioni. PingPong, un’altra startup cinese che fornisce soluzioni e-commmerce, $102.5 milioni.

Per non parlare delle raccolte fondi sulla Blockchain. Solo Telegram, una app di messaggistica che punta a diventare banca e fornitore di servizi, ha raccolto $1.7 miliardi in pochi mesi.

Il fenomeno delle ICO (Initial Coin Offering) è imploso, ma solo per essere sostituito dalle STO (Security Token Offering). Cambia il tipo di token che viene offerto in cambio dei fondi, ma l’ecosistema resta lo stesso: ricchezza condivisa sulla Blockchain.

La lezione di Elon Musk

Una crisi economica globale porta con sé licenziamenti e panico. I piccoli risparmiatori hanno bisogno di liquidità – o semplicemente hanno paura – e vendono. Ma il motivo per cui molte startup evitano la borsa non è solo economico.

Una startup è una organizzazione temporanea alla ricerca di un modello di business ripetibile e scalabile” (Steve Blank).

Prima di avere profitti, una startup deve provare e cambiare più volte il suo modello di business. Facebook ha raccolto i primi fondi perché offriva servizi esclusivi agli studenti delle università più prestigiose. Oggi è esattamente l’opposto.

Facebook non ha prodotto utili per almeno tre anni, e così Google.

La borsa vuol report e risultati trimestrali. Ne sa qualcosa Elon Musk, fondatore di successo di PayPal e di altre startup, che sta vivendo il periodo più difficile della sua vita per avere portato Tesla in borsa.

Musk non aveva alternative. Per competere con le case automobilistiche non basta un mega-round. Quando Facebook raggiunge due miliardi di clienti, tutti scaricano la stessa identica app. Al contrario, per raggiungere due miliardi di clienti, Testa dovrebbe produrre due miliardi di automobili  (pagandone i costi di produzione e distribuzione.)

In ogni caso, anche Mark Zuckerberg ha sofferto attacchi continui dal momento della quotazione in borsa.

E l’Italia?

Nel 2019 aumenteranno i Mega-Round e le raccolte sulla Blockchain, che andranno a sostituire molte quotazioni in Borsa.

Solo i mega-round nel settore assicurativo (Insurtech) nel 2018 hanno superato $1 miliardo in un trimestre.

Le assicurazioni navali sono state inventate proprio in Italia, nel 14° secolo. Ma ad oggi non si vede nessun operatore pronto ad un mega-round fintech tutto Italiano.

Noi italiani che viviamo all’estero continuiamo a sperare comunque in un nuovo Rinascimento.

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Questo articolo è parte della serie “10 Previsioni Fintech per il 2019”. Puoi leggere ogni articolo autonomamente su EconomyUp:

  1. La blockchain crescerà come Internet negli anni ’90
  2. Gli investimenti fintech cresceranno sia in Occidente sia in Oriente (ma per motivi opposti)
  3. Le banche rischiano di perdere il 30% dei millennial
  4. La crisi globale in arrivo e la soluzione dei Mega-Round
  5. Multe da $8 miliardi alle banche ed opportunità di lavoro nel RegTech
  6. L’anno dell’attacco alle banche
  7. Milioni di investimenti immobiliari saranno spostati sulla blockchain
  8. Il Matrimonio tra Intelligenza Artificiale e Fintech
  9. La crisi del mobile payment

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Stefano L. Tresca
Stefano L. Tresca

Vive dal 2010 a Londra dove è membro fondatore di Level39, il più grande acceleratore al mondo di startup fintech. Il suo ultimo libro è "Future Cities", Amazon bestseller.

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