THE 24 STEPS

Un atteggiamento in grado di uccidere un’azienda: la “mentalità della casa sull’albero”

La metafora ci riporta a quando eravamo bambini e costruivamo la nostra casa su un albero: era la più bella di tutte e quando eravamo dentro ci sentivamo un re. “Osservo lo stesso scenario nelle aziende”, scrive il guru americano dell’imprenditorialità, che invita startup e aziende a non cadere nella trappola. Ecco come

Pubblicato il 15 Ott 2019

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Alcuni fatti recenti mi hanno ricordato, ancora una volta, un atteggiamento diffuso tra le nuove aziende, che rappresenta una delle cause più comuni del loro fallimento, anche quando applicano perfettamente i 24 passi. È quello che definisco la “mentalità della casa sull’albero”.

Ho scelto di chiamarlo così perché mi ricorda quando eravamo bambini e costruivamo le case sugli alberi

Erano di solito delle semplici assi a mo’ di pedana posizionate tra i rami. Alcune erano più elaborate con muri e finestre e persino un tetto. Per entrarci ti dovevi arrampicare, ma una volta in cima, sentivi di avere il controllo di tutto. Era davvero fantastico, soprattutto quando invitavi gli amici: ti sentivi un re!

Ebbene, nonostante il fatto che questo sia molto più difficile da fare oggi, a causa delle norme e dei ritmi della società, questa metafora, per me, è ancora attuale.

In parte dovuto all’effetto IKEA, avevi naturalmente la sensazione che la tua casa sull’albero fosse migliore delle altre. A volte sembrava destino dover combattere una guerra emozionale con i bambini delle altre case sull’albero.

In qualche modo, ti sentivi superiore. Trattavi con sufficienza chi aveva una casa sull’albero diversa dalla tua.

Chi la condivideva con te, aveva anche le tue stesse opinioni e ci credevamo a tal punto da farle diventare dei dati di fatto nelle nostre teste. Era inebriante e sentivamo di essere dalla parte giusta.

Il problema era affrontare gli altri una volta scesi dalla propria casa.

I fatti non erano poi così chiari ai loro occhi e non erano poi così disposti a crederci facilmente. E ancora peggio, c’erano altre case sull’albero nelle quali le persone parlavano male di noi e ci guardavano dall’alto in basso. Loro consideravano noi inferiori o cattivi in modo (per noi) inimmaginabile. Si entusiasmavano ripetendo commenti taglienti su di noi e sulla nostra visione del mondo, senza cercare un dialogo.

Crescendo (e anche grazie al distacco temporale) ho cominciato a riflettere in modo più razionale e in queste significative ma atroci situazioni ho riconosciuto uno schema ricorrente. Ho compreso che quello che facevamo, in realtà, era “sparlare”.

A quel tempo, mentre praticavamo la “mentalità della casa sull’albero”, che ci fossero o non ci fossero case sull’albero, essa ci sembrava molto valida. Tuttavia, ho realizzato che non portava quasi mai a risultati produttivi e tanto meno inclusivi. Era piuttosto distruttiva e difficile da fermare una volta innescata.

Oggi questo è l’atteggiamento predominante nella politica statunitense. Alcuni lo chiamano, correttamente, “tribalismo”.

È da questa prospettiva che i sostenitori della destra guardano Fox News. Parlano male di coloro che non appartengono alla loro “tribù” o alla loro “casa sull’albero”. Allo stesso modo, i liberali che guardano la MSNBC, rappresentano la casa sull’albero opposto. Discutono di quanto sia errata la realtà presentata da Fox News e di quanto sia terribile quell’altra “tribù”.

La faziosità e il rafforzamento delle credenze sono fuori controllo. Le emozioni si rafforzano e le posizioni prese diventano sempre più intransigenti. Da entrambe le parti, non c’è volontà di cedere o ascoltare un altro punto di vista.

Spesso vorrei urlare, “Maledizione, uscite dalla vostra casa sull’albero e scendete a parlarvi!!! Trovate dei punti in comune e costruite qualcosa insieme.”

Purtroppo, osservo spesso lo stesso scenario nelle aziende e questo le sta uccidendo.

È perfettamente comprensibile perché siamo tutti esseri umani, dopo tutto. Quando ci sentiamo frustrati ci piace avere una solidale cassa di risonanza per le nostre lamentele. Coloro che fondano e gestiscono aziende non sono molto diversi e costituiscono una delle “tribù” più emotive. Innocuamente iniziano a parlare tra loro per avere conferma che il loro punto di vista sia valido. A breve, la discussione cresce fino a creare uno stato di belligeranza tra le “tribù”. Le intenzioni possono essere o non essere buone all’inizio, ma presto le cose giungono a un punto di non ritorno.

Per essere leader imprenditoriali, devi conoscere la minaccia della mentalità della “casa sull’albero”, devi agire per assicurarti che non si diffonda e, se dovesse accadere, devi gestirla in modo costruttivo e rapido.

Fino ad ora ho descritto questa minaccia e ho spiegato quanto possa essere distruttiva. Per assicurarsi che non si sviluppi, è fondamentale agire fin dalla selezione del personale, e poi, è necessario vigilare la situazione regolarmente.

Quando assumo qualcuno, gli dico che lo supporterò costantemente per dargli la possibilità di svolgere il suo lavoro e di fare carriera… fino a quando il suo comportamento non inizia ad andare contro gli interessi del gruppo.

A quel punto, diventerò il suo incubo peggiore. Gli interessi del gruppo sono di primaria importanza.

Nonostante ciò, le lamentele emergono e, quando accade, devono essere affrontate in modo aperto e costruttivo. Se un membro del team sente che si può fare qualcosa per migliorare tutto il gruppo, ha il mio completo supporto nel far presente il problema e, sia la persona che la questione saranno trattati con rispetto. È importante che non presenti solo il problema, ma anche una soluzione da analizzare.

Di fatto, colui che agisce in questo modo dovrebbe essere elogiato e premiato per il suo approccio creativo e per avere identificato delle opportunità di miglioramento, oltre che per aver proposto (e se tutto va bene implementato) nuove soluzioni.

Ciò che non verrà premiata è la lamentela fine a sé stessa. Ognuno deve essere produttivo. Non è permesso lagnarsi.

Non è accettabile nascondere le cose. Fare pettegolezzo e prendere le parti di altri non sono comportamenti accettati.

Questo può essere difficile per noi umani, è un comportamento negativo che può sorgere spontaneamente in contesti sociali, ma in quanto leader, devi sistematicamente e apertamente combatterlo per te e negli altri. A volte può procurare disagio poiché le persone cercano di essere gentili con te o pensano di offrirti informazioni importanti, ma il compito di un leader non è quello di essere amico di tutti. Il tuo compito è quello di essere rispettato, che è tutt’altra cosa. Riconoscere la mentalità della “casa sull’albero”, diffondere fin da subito il messaggio che è inaccettabile, e poi annientarla non appena si presenta – nonostante i tuoi sforzi – genererà la più preziosa forma di rispetto. Diversamente, diventerà un cancro in grado di minare il tuo impegno, per questo motivo è fondamentale essere un leader imprenditoriale forte e deciso.

Fai uscire le persone dalla loro “casa sull’albero” e incoraggiale a parlarsi per trovare dei punti in comune e soluzioni costruttive.

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Bill Aulet
Bill Aulet

Bill Aulet è un esperto di imprenditorialità. Già manager e imprenditore, oggi docente al MIT e divulgatore, ha scritto “La disciplina dell’imprenditore – 24 passi per una startup di successo“, pubblicato In Italia da Franco Angeli con prefazione di Andrea Rangone, CEO di Digital360 Group.

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