OPEN INNOVATION IN PRACTICE

La gestione dell’innovazione in Leroy Merlin Italia: sperimentare per comprendere come strutturare

L‘azienda francese ha attuato una strategia innovativa che si muove lungo tre filoni: la creazione di un design lab; una call4ideas a uso interno e un’iniziativa di scouting per innovare i negozi fisici. Ne abbiamo parlato con Giambattista Cerri, Head of Digital Solution and Technology del gruppo

Pubblicato il 27 Apr 2018

Open Innovation

Leroy Merlin è un’azienda francese operante nella grande distribuzione e specializzata in bricolage e fai-da-te, edilizia, giardinaggio, decorazione e arredo bagno. Fondata in Francia nel 1923, Leroy Merlin è arrivata in Italia nel 1996 ed annovera a oggi 48 punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale, per un fatturato di oltre 1,5 miliardi di euro. Offre lavoro a più di 6.500 collaboratori, per il 99% azionisti del Gruppo stesso. Nel mondo, Leroy Merlin conta 407 punti vendita in 12 paesi con oltre 78mila collaboratori.

All’interno della Divisione italiana del Gruppo i temi dell’innovazione e della digitalizzazione stanno attualmente vivendo una fase di forte fermento e sperimentazione, con l’obiettivo prossimo di raggiungere una maggiore strutturazione dei processi e la definizione di ruoli preposti all’innovazione. È questa la strada indicata da Giambattista Cerri, Head of Digital Solution and Technology di Leroy Merlin Italia: «oggi è necessario definire e sperimentare diversi modelli in innovazione, per comprendere quale possa essere il più adeguato alla nostra realtà, oppure crearne ad-hoc prendendo spunto da modelli esistenti». A Cerri è stato assegnato un ruolo guida, con un budget dedicato alla sperimentazione, tramite test e Proof of Concept, con l’obiettivo di agire sulla cultura interna e portare l’organizzazione a familiarizzare con la gestione di progetti di innovazione.

Nello specifico Leroy Merlin si sta muovendo seguendo tre filoni di innovazione. Il punto di partenza ha riguardato il prodotto stesso quale canale più vicino al cliente finale, ponendosi come obiettivo la soddisfazione delle esigenze e delle richieste dei consumatori. Per raggiungere tale scopo è stata predisposta l’iniziativa chiamata Design Lab, progetto che ha coinvolto designer del prodotto, operando direttamente all’interno dei negozi a stretto contatto con i clienti. Il progetto ha portato quindi a una vera e propria co-creazione dei prodotti e, in molti casi, all’effettiva industrializzazione degli stessi.

La seconda iniziativa ha riguardato l’organizzazione di una call4ideas ad uso interno, ricoprendo tre ambiti fondamentali per l’azienda: la relazione con il cliente, lo snellimento dei processi e delle procedure e il benessere dei collaboratori. L’adesione da parte dei dipendenti è stata molto significativa, portando non solo conferme riguardo a progetti già in programma o in fase di avviamento, ma anche molte idee innovative nate dagli stimoli dei collaboratori stessi. Le proposte vincitrici hanno quindi avuto l’occasione di essere effettivamente attuate da parte dei dipendenti ideatori, affiancati da figure di riferimento che li hanno accompagnati fornendo al team le competenze necessarie per portare a termine con successo i progetti.

Infine, il terzo filone di innovazione, chiamato Digital Innovation, si è focalizzato sull’individuazione e lo scouting di soluzioni innovative in ambito digitale, con un impatto importante anche all’interno del negozio fisico. Come affermato dal manager, «la mission è stata quella di comprendere e prevedere quali potessero essere le caratteristiche del negozio del domani. Quindi, capire come poter sfruttare al meglio i mezzi digitali per aiutare i dipendenti all’interno del negozio a fornire informazioni più complete, dettagliate ed immediate ai clienti finali».

Il tema dell’open innovation gioca quindi un ruolo rilevante all’interno di questi filoni di innovazione. Oltre al coinvolgimento dei clienti finali e dei dipendenti nel processo di innovazione, Leroy Merlin Italia, con Gianbattista Cerri in prima persona, si sta muovendo anche verso lo scouting di startup innovative, con l’obiettivo di attivare progetti di collaborazione. Ciò è avvenuto con successo, ad esempio, nell’avviamento di una collaborazione con una startup fondata da italiani e con base a San Francisco, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza dei clienti sul sito web dell’azienda. L’approccio con la startup non ha presentato particolari ostacoli o problemi di ingaggio: «abbiamo deciso di mantenere una maggiore apertura e flessibilità durante tutta la fase di contrattazione e stesura del contratto, in modo da eliminare quel lato burocratico, insito nella natura di ogni grossa azienda, che può rappresentare un ostacolo in ottica di collaborazione con una startup», ha evidenziato il manager.

In questa fase del processo il budget stesso dedicato a queste iniziative riflette un’ottica di test e sperimentazione, non essendo stato stabilito un preciso criterio per la valutazione dei risultati relativi all’utilizzo di questo budget. L’obiettivo, infatti, risulta essere quello di creare un ambiente protetto, dove sia possibile effettuare delle sperimentazioni e iniziare ad approcciare processi nuovi e innovativi, motivando l’intera organizzazione a muoversi in prima persona per portare avanti i propri progetti e le proprie idee. Come evidenziato da Cerri, «analizzando i risultati di queste sperimentazioni, sarà poi possibile comprendere quali possano essere i modelli e i KPI più adeguati alla valutazione dei progetti di innovazione».

La direzione seguita da Leroy Merlin Italia risulta quindi definita e in linea con le azioni messe in campo fino a questo momento. Il prossimo passo sarà quello di raccogliere tutte le informazioni e i risultati ottenuti da queste sperimentazioni, con l’obiettivo di riuscire a strutturare processi e procedure e rendendo sistematico ciò che adesso è esplorato e testato.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Alessandra Luksch
Alessandra Luksch

Direttore dell'Osservatorio Startup Thinking degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

Articoli correlati

Articolo 1 di 4