MCE4x4 2020

E-Vai, in Lombardia il car sharing elettrico va verso piccoli comuni e aziende



E-Vai è il più grande car sharing elettrico station based regionale in Italia. Racconta Luca Pascucci, direttore generale della società del gruppo Ferrovie Nord MIiano: “Il nostro modello di business sta cambiando”. Per andare incontro ai CambiaMenti al centro dell’edizione 2020 di MCE4x4 in programma il 23 novembre

di Giovanni Iozzia

Pubblicato il 26 Ott 2020


“Ogni anno, grazie E-Vai, 25mila persone fanno esperienza di mobilità elettrica. E adesso stiamo innovando il nostro modello di business perché questo numero aumenti”. A parlare è Luca Pascucci, direttore generale della società del gruppo Ferrovie Nord Milano, la prima e la più grande compagnia di car sharing elettrico e station based regionale in Italia, che comincia il suo lavoro dove finisce quello dei car sharing, fuori dai grandi centri urbani.

La Lombardia è un osservatorio privilegiato, sia per valutare l’impatto dell’emergenza sanitaria sia per anticipare le tendenze della mobilità elettrica. Innovazione è la parola chiave per Pascucci insieme con sostenibilità e intermodalità. Da ex startupper nel settore dell’elettronica industriale e del web marketing, tiene a sottolineare che anche E-Vai è in qualche modo una startup, nata 10 anni fa, cresciuta e ora impegnata in una evoluzione della sua offerta. CambiaMenti, come dice il titolo dell’edizione 2020 di MCE4x4, la Mobility Conference Exibition organizzata da Assolombarda e Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, quest’anno online il 23 novembre: un giornata di confronto fra aziende e startup sulla mobilità innovativa e sostenibile.

Pascucci, cominciamo dai numeri di E-Vai.
Abbiamo 130 E-Vai Point in Lombardia, dove prendere o lasciare un veicolo, su una copertura territoriale di 72 comuni. Ogni anno eroghiamo 110mila ore di servizi di noleggi con autoveicoli elettrici per un totale di circa 3,5 milioni e mezzo di chilometri e con un risparmio di 330 tonnellate di Co2. In questo momento circolano più di 320 veicoli con il nostro marchio ma contiamo di arrivare a 700 veicoli nei prossimi tre anni. Il nostro servizio è prevalente di car sharing elettrico perché la parte ibrida è irrisoria

Questo non crea problemi di autonomia nei percorsi extraurbani?
Assolutamente no. Il percorso medio è di 17 chilometri e poi dobbiamo finirla con questa storia della scarsa autonomia dei veicoli elettrici. Ormai i veicoli della nostra flotta possono percorrere fino a 400 chilometri senza alcuna ricarica!

Qual è l’innovazione alla quale state lavorando?
L’attuale modello di business essenzialmente prevede un collegamento da un punto A a un punto B della Lombardia previa prenotazione del servizio e riconsegna del veicolo in uno dei due punti. Fino a due anni fa era un puro pay per use con taglio verso il mercato retail: il cittadino prendeva l’auto quando serviva e finiva lì. Era qualcosa di molto vicino a un servizio di trasporto pubblico”

E invece adesso che cosa fa di diverso E-Vai?
Abbiamo cominciato a dialogare con i Comuni dove non arrivano i grandi player della sharing mobility ma che vogliono offrire il servizio ai loro cittadini. Abbiamo fatto questa proposta: perché non rinnovate il vostro parco auto con veicoli elettrici forniti da E-Vai che pensa a gestire lo sharing quando non vengono utilizzati e divide con voi i ricavi? È una soluzione che va bene anche per i piccoli Comuni di 1000 abitanti, che così si ritrovano con il loro punto di ricarica elettrica. Abbiamo cominciato da un anno e abbiamo già contrattualizzato circa 40 comuni in Lombardia e stiamo andando avanti su questa linea, che chiamano Public.

Quali sono le altre linee di sviluppo?
La linea Corporate, in cui proponiamo lo stesso modello alle aziende, e la Easy Station, che prevede un lavoro attorno alle stazioni, con offerte per i pendolari o le aziende che hanno la sede nei dintorni. Ricordo che E-Vai copre già tutti e tre gli aeroporti lombardi e 36 stazioni ferroviari in Lombardia. E adesso comincia la vera sfida che richiede molta innovazione.

Perché? Qual è la sfida che dovrete affrontare?
Gestire un parco auto di 700 veicoli, quanti diventeranno a regime,  con quattro diverse linee di business richiederà molta tecnologia e innovazione. La vera sfida è far si che i quattro modelli di business dialoghino a livello di piattaforma. Dobbiamo trovare il modo di utilizzare il parco auto in maniera trasversale e per questo servirà molta intelligenza artificiale. Se riusciremo a farlo bene, avremo creato a livello regionale quell’ecosistema di mobilità sostenibile che è la mission della nostra società.

Che cosa vi ha insegnato l’emergenza sanitaria?
Le persone cercano esperienze di mobilità sempre più personalizzate e flessibili. La tendenza c’era già e la necessità del distanziamento fisico l’ha accelerata e accentuata. Per questo diventa sempre più importante il concetto di intermodalità, cioè la possibilità di passare in modo semplice da un servizio di trasporto pubblico a uno più personale come può essere il nostro car sharing elettrico.

CambiaMenti è il titolo dell’edizione 2020 di MCE4x4. Quali sono i CambiaMenti che lei vede nel settore della mobilità?
Intanto, anche da ex startupper, voglio dire che eventi come MCE sono importantissimi per chi è impegnato in un percorso imprenditoriale. Dare la possibilità a giovani e meno giovani con la loro creatività di incontrarsi con organizzazioni più grandi, con competenze di mercato e capacità di investimento è un’attività meritoria. Sui CambiaMenti dico molto in sintesi che il futuro è nella mobilità integrata, condivisa e sostenibile. E credo che le startup saranno una leva preziosa per affrontare questi cambiamenti che ci attendono.

 

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.