LENDING CROWDFUNDING
P2P lending: cos’è e le 6 migliori piattaforme per i prestiti online tra privati
L’emergenza finanziaria causata dalla pandemia sta facendo crescere la domanda di liquidità. Aumenta così il ricorso alle piattaforme digitali che consentono trovare risposta attraverso il lending crowdfunding, cioè ai prestiti online fra privati. Ecco quali sono e come funzionano
Pubblicato il 06 Mag 2021
I prestiti online sono sempre più richiesti dagli italiani in questo difficile periodo storico. Ma come funzionano esattamente? E quali sono le piattaforme di riferimento che consentono lo scambio di denaro tra privati su Internet a livello consumer? Vediamolo insieme.
Pil a picco con il coronavirus, cresce il bisogno di liquidità
L’emergenza sanitaria causata dal coronavirus ha scatenato un’altra emergenza, quella finanziaria. La maggior parte delle attività produttive sono state costrette al blocco forzato, alcuni settori – turismo, trasporti ma anche ristorazione e moda – stanno risentendo pesantemente delle misure imposte per contenere la diffusione del contagio. La Commissione europea ha rivisto al ribasso la crescita nell’Ue: il prodotto interno lordo (pil) crollerà quest’anno nell’Eurozona dell’8,7% rispetto al 7,7% stimato. L’Italia dovrebbe registrare la frenata più grave: -11,2% quest’anno rispetto al -9,5% stimato in primavera. In questo contesto non pochi imprenditori e singoli cittadini si sono trovati a corto di liquidità e sono stati costretti a ricorrere a prestiti per finanziare le proprie attività (o stanno per farlo, o lo faranno nei prossimi mesi).
D’altra parte la pandemia ha accelerato la digitalizzazione e indotto anche chi non aveva dimestichezza con l’online a ricorrere agli strumenti digitali. Secondo un ricerca EY, ben l’80% dei consumatori dichiara di aver sperimentato, nel periodo di chiusura totale o lockdown dovuto al coronavirus, almeno una di queste modalità di interazione con la propria banca: online banking, mobile app , web chat. Inoltre il 57% dei consumatori usa meno il contante a fronte di una crescita dell’utilizzo di carte di debito, di credito e di digital payments. Uno studio di Boston Consulting Group (BCG) conferma questi dati: un cliente su 4 prevede di usare meno le filiali delle banche dopo l’emergenza coronavirus e oltre un italiano su 2 è pronto all’online banking e al mobile banking.
In questo contesto le banche hanno dimostrato resilienza. Molte di loro hanno acquisito e stanno acquisendo sempre maggiore consapevolezza della necessità di spingere sulla digitalizzazione. Ma non sempre chi si rivolge alle banche tradizionali per un prestito riesce a vedere soddisfatte le proprie richieste. Specialmente in questo dramatico periodo storico. Il World FinTech Report 2020 di Capgemini ed Efma rileva che il divario tra le aspettative dei clienti e l’attuale offerta degli istituti tradizionali non è mai stato così ampio.
Esiste tuttavia un modo per dare e ottenere prestiti online evitando di ricorrere alle banche. Ed esistono piattaforme incentrate proprio su questo concetto.
Prestiti online: cos’è il lending crowdfunding
Si scrive lending crowdfunding (o social lending), si legge prestiti online. Il fenomeno lending crowdfunding è da tempo sotto la lente dell’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano, diretto da Giancarlo Giudici, che a luglio 2020 ha pubblicato il nuovo Report sul Crowdinvesting, che prevede un aggiornamento anche sui prestiti online.
In base al lending crowdfunding gli investitori possono prestare denaro attraverso Internet a persone fisiche (consumer) o imprese (business) a fronte di un interesse e del rimborso del capitale.
Prestiti online: cos’è il P2P lending
Sempre più spesso si sente parlare di P2P lending, anche detto Peer 2 Peer lending o Peer to Peer lending. Di cosa si tratta? Nomi diversi, stesso significato: P2P lending non è altro che un’altro modo di chiamare il lending crowdfunding.
Come funziona il P2P lending o lending crowdfunding
Per poter prestare (o prendere in prestito denaro) con questa modalità è necessario iscriversi in una piattaforma online, trasferire la somma da investire e selezionare i prestiti che si intende finanziare.
Generalmente la piattaforma di lending seleziona il prestito attribuendo un rating e lo suddivide fra una molteplicità di investitori già acquisiti, per frazionarne il rischio (modello ‘diffuso’), oppure lo presenta alla ‘folla’ di Internet, la quale può decidere se finanziare o meno il progetto (modello ‘diretto’).
Prestiti online consumer
In Italia ci sono alcune piattaforme che consentono i prestiti online tra privati nella modalità del lending crowdfunding. Nell’ambito del consumer lending, le piattaforme mostrano soglie minime e massime di prestito abbastanza simili. Per quanto riguarda le scadenze, quasi tutte partono da 12 mesi, mentre il limite massimo varia fra 36 e 84 mesi.
I concorrenti ‘naturali’ delle piattaforme sono le società di credito al consumo. Alcuni portali hanno deciso di creare un meccanismo di tutela per gli investitori, alimentando un fondo di protezione, che interviene in caso di inadempienza del creditore. Il fondo è alimentato attraverso una fee addizionale richiesta ai finanziati. Va da sè che l’esistenza di un fondo di garanzia dà maggiore serenità agli investitori (nei limiti comunque della capienza del fondo cumulato), ma rende più oneroso l’accesso al capitale per i richiedenti, che lo vanno ad alimentare.
6 Piattaforme per i prestiti online: come funzionano
Ecco le sei principali piattaforme di prestiti online censite dall’Osservatorio Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano e come funzionanoà.
1.Blender
“Attualmente il mercato del credito al consumo è dominato da banche e società di carte di credito. BLender – prestiti tra privati, vuole demolire il monopolio, così vincono tutti”: questo lo slogan di Blender.loans, che fa capo alla società BLender Global, controllata dal gruppo israeliano Aviv. Il portale è rappresentato in Italia dalla sussidiaria BLender Italia Srl, con sede a Bologna. La piattaforma israeliana offre agli investitori italiani diverse modalità di impiego del capitale, attraverso un sistema manuale (in cui si decide quanto investire volta per volta) o automatizzato (con reinvestimento automatico). Un algoritmo proprietario (DirectMatch) consente di ottimizzare l’abbinamento fra i prestiti disponibili e le aspettative di rischio e rendimento degli investitori. Sulla piattaforma è possibile anche cedere i crediti in portafoglio o acquistarli attraverso il mercato secondario ReBlend con una commissione pari a 0,45%. C’è una commissione richiesta per l’attivazione del prestito (4,5% con un minimo di € 50) e una commissione per gli investitori (1,5% dei pagamenti ricevuti). Al momento la piattaforma opera in Israele, Italia e Lituania. Non sono disponibili dati disaggregati sul flusso di prestiti in Italia.
2.MotusQuo
MotusQuo è un portale gestito dalla startup MotusQuo Srl, fondata da Giorgio Martelli e controllata dalla società di investimento svizzera Motus Quo AG. Si appoggia sull’istituto di pagamento francese Lemon Way. La piattaforma non carica costi di istruttoria e concessione del prestito. La commissione richiesta è pari al 3% del capitale solo se effettivamente erogato. I prestatori possono investire fra € 200 e € 50.000. Non vi sono commissioni sul capitale investito, che viene allocato attraverso un piano automatico (prestabilito o personalizzato) oppure attraverso delle offerte attivate manualmente su specifiche richieste. Vi è però un prelievo pari all’1% per alimentare il fondo di garanzia.
3.Prestiamoci
Piattaforma online pioniera del P2P Lending in Italia, è nata nel 2008 (ma lanciata sul mercato nel 2009). A dicembre 2015 ha ricevuto un investimento da 2 milioni di euro attraverso un’operazione guidata da Innogest, Banca Sella e Club Italia Investimenti. Il portale Prestiamoci.it è gestito dalla società Prestiamoci SpA, intermediario finanziario ex art. 106 TUB sotto la vigilanza di Banca d’Italia. Si appoggia per la gestione dei conti e per i pagamenti sulla controllata Pitupay SpA. La struttura, guidata dal presidente Stefano Molino e dall’amministratore delegato Daniele Loro, vanta come investitori nel capitale Digital Magics e Innogest SGR (uno dei principali gestori di fondi di venture capital in Italia), Banca Sella, Pitagora e altri investitori italiani e internazionali. Gli investitori di Prestiamoci possono scegliere se automatizzare completamente l’investimento delle quote (opzione maggioritaria al momento) delegando alla piattaforma la scelta di come allocarle sui prestiti in base ad un rendimento atteso target (definito da tre possibili profili: Base, Medio o Alto) oppure se gestire manualmente il proprio portafoglio. La commissione richiesta ai prestatori è pari allo 0,083% mensile dell’ammontare impegnato in quote di prestiti, con un investimento minimo di € 1.500. La commissione richiesta da Prestiamoci alle persone finanziate (i richiedenti) varia invece dallo 0,54% al 6,48% più l’imposta di bollo e le spese di incasso rata, pari a € 1,2 al mese. Le statistiche raccolte da Prestiamoci mostrano che il 72% dei prestatori è di sesso maschile e l’età media è 47 anni. Il 27,9% di essi è lombardo (seguono gli emiliani all’11%, i piemontesi al 10,6% e i laziali al 10,3%). Tra il 2018 e il 2019 sono stati erogati 849 prestiti, per un importo medio di € 10.990. Il TAN medio ponderato è pari al 6,05%.
4.Smartika
Smartika è il portale attivo da più tempo e opera come istituto di pagamento (Smartika SpA) regolamentato e vigilato da Banca d’Italia. Da luglio 2018 Smartika è entrata a far parte del gruppo Banca Sella. Di recente Smartika ha lanciato una nuova piattaforma per i prestiti online tra privati, la prima ad essere sviluppata totalmente in cloud e basata su tecnologie innovative in modalità open banking. La piattaforma è anche la prima che consente ai prestatori di indicare la propria preferenza in relazione alla categoria di progetti che si vogliono finanziare, come ad esempio “Ristrutturazione e risparmio energetico”, “Spese per esigenze familiari” oppure “Università e formazione”.
La registrazione alla piattaforma avviene in pochi minuti e il contratto può essere firmato digitalmente attraverso la “one time password” che il cliente riceve sul proprio numero di telefono. I richiedenti, a questo punto, possono inoltrare una richiesta di finanziamento per un importo massimo di 15.000 euro con risposta immediata dell’esito preliminare della richiesta. È possibile anche effettuare una simulazione preventiva del prestito che si vuole richiedere di modo da conoscere la rata finale, semplicemente selezionando l’importo e la durata desiderati.
I prestatori, come detto, possono indicare una propria preferenza rispetto ad una specifica categoria di progetti da finanziare: si potrà quindi decidere se aiutare un altro privato nel ristrutturare la propria casa e renderla ecosostenibile o, ancora, aiutare un professionista che ha necessità di un corso di formazione per la propria attività. Chi decide di investire sulla piattaforma viene guidato nella selezione del mercato più adatto alle proprie esigenze anche in relazione ai tassi di rendimento che si desidera ricevere. Attualmente i prestatori sulla piattaforma di Smartika sono oltre 5.800 e dal 2008 sono stati erogati oltre 5.700 prestiti per un totale di circa 31 milioni di euro. La nuova soluzione è stata sviluppata da Smartika, in collaborazione con Centrico, la società di tecnologia e servizi Bpo del gruppo Sella, con la piattaforma di open banking Fabrick e con Quid Informatica, fornitore di Qinetic, innovativo prodotto per la gestione dei processi del credito, che costituisce la piattaforma operativa ed amministrativa.
5. Soisy
Nata per permettere alle persone di prestarsi soldi direttamente e senza intermediazioni, da novembre 2017 Soisy (che gioca sull’assonanza con ‘so-easy’) si specializza nel finanziare acquisti rateali di prodotti e servizi, su e-commerce e in negozio, introducendo, per la prima volta in Italia, il marketplace lending. Grazie alla tecnologia di Soisy, gli utenti possono ottenere condizioni più vantaggiose e beneficiare di tempistiche più rapide e processi più snelli. Soisy SpA è una startup innovativa fondata da Pietro Cesati con Andrea Sandro e Marco Anzelmo, e autorizzata nel novembre 2015 da Banca d’Italia come istituto di pagamento.
Il portale Soisy.it è dedicato al settore consumer e finanzia solo acquisti di prodotti e servizi da negozi e siti di e-commerce partner della piattaforma. L’evento più importante per Soisy negli ultimi mesi è stato certamente la campagna di equity crowdfunding che ha consentito alla società di raccogliere in pochi giorni € 1,25 milioni da 90 investitori sul portale 200 Crowd. Soisy ha deciso di specializzarsi in un segmento particolare, ovvero il finanziamento degli acquisti rateali di beni e servizi. In pratica gli investitori interessati anticipano il capitale necessario per gli acquisti, erogandolo direttamente ai venditori del prodotto o servizio (convenzionati con Soisy), mentre i beneficiari rimborsano il debito progressi. Viene applicata una commissione sui partner (e-commerce e negozi fisici che permettono di pagare a rate con Soisy) dell’1,5% dell’importo finanziato. La piattaforma riceve una commissione dal richiedente al momento del finanziamento del prestito (compresa fra 1% e 3%, non vengono applicate commissioni per l’incasso) e una dagli investitori a ogni pagamento di rata. Quest’ultima è pari al 10% degli interessi percepiti. I prestatori di Soisy possono investire da € 10 in su (non ci sono limiti massimi) e se vogliono possono inoltre attivare la ‘Garanzia di Rendimento’ (obbligatoria se il primo investimento è inferiore a € 1.000): per chi aderisce alla Garanzia ogni mese una parte degli interessi liquidati viene accantonata in un salvadanaio virtuale da cui si attinge in caso di insolvenza delle persone finanziate, fino a capienza disponibile. La peculiarità di Soisy rispetto ad altre piattaforme è che non applica assicurazioni o polizze ai richiedenti e inoltre prevede zero spese di incasso rata, zero spese di estinzione anticipata o di istruttoria e spese accessorie.
6. Younited Credit
Younited Credit è l’unico fra i portali censiti che è gestito da un soggetto bancario a tutti gli effetti (Younited SA, istituto francese iscritto all’albo delle banche autorizzate in Italia). Il team italiano è guidato da Tommaso Gamaleri. In Europa il portale ha erogato finora più di € 1 miliardo operando in 6 paesi. La raccolta in Italia attraverso Internet non è ancora attiva: le risorse sono reperite attraverso la sottoscrizione di fondi da parte di investitori professionali e anche retail (ma per ora solo esteri), con un taglio minimo da € 1.000 (nel mese di febbraio 2018 è stato lanciato il fondo italiano). Younited SA stessa mantiene un proprio investimento nel fondo, fra il 10% e il 15% del commitment totale. Nel giugno 2019 è stata lanciata la prima cartolarizzazione di crediti originati dal portale, per un valore di € 156 milioni, con un rating AAA sulla tranche più senior. Younited Credit concede prestiti da € 3.000 a € 50.000 su durate comprese fra 6 e 84 mesi. In caso di concessione del prestito è richiesta una commissione in percentuale sull’importo, mediamente pari al 5%. La durata media dei prestiti erogati negli ultimi 12 mesi è risultata pari a 57 mesi e il TAN dichiarato medio è il 7,67%. I richiedenti sono per il 68% di sesso maschile, l’età media è 45 anni e sono distribuiti in maniera omogenea sul territorio nazionale (la Lombardia è in testa alla classifica ma con una percentuale non elevata, il 21%). La finalità più ricorrente del prestito è un’esigenza momentanea di cassa (43,3%) seguita dalla ristrutturazione casa (16,8%) e dal rifinanziamento di un debito (12,7%).
(Articolo aggiornato il 06/05/2021)