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Auto del futuro:  Kinecar, il primo nodo dell’Internet of Cars

La scaleup napoletana Kineton lancerà entro il 2021 una minicar innovativa, Kinecar: è destinata alla vendita, ma è anche un laboratorio di sistemi e servizi per la guida connessa e sicura. Ne parla il CTO Luigi Novella

Pubblicato il 03 Nov 2020

Kinecar

L’auto del futuro sarà “un ecosistema digitale che mette al centro l’Internet of Things”. Ne è convinto Luigi Novella, CTO dell’area innovazione di Kineton, scaleup napoletana specializzata in software. Uno scenario che conosce bene, perché l’azienda propone, tra le altre cose, soluzioni avanzate per l’automotive. Un settore che, solo qualche anno fa, era ritenuto un mercato maturo e che invece è stato tra i primi a sperimentare tecnologie, servizi e prodotti estremamente innovativi, dall’auto connessa a quella a guida autonoma. L’evoluzione, rapida e progressiva, ha finito per far incontrare i tradizionali protagonisti di questa industria con altre industrie un tempo ritenute lontanissime. E ha portato a trasformare radicalmente il concetto di auto: non più, e non soltanto, un mezzo per spostarsi da un luogo all’altro, ma un articolato sistema in grado di offrire una serie di strumenti e opportunità come immagazzinare i profili dei guidatori in modo da “conoscerli” a fondo, prevedere incidenti, consentire pagamenti da remoto e molto altro.

Un “ecosistema digitale”, appunto. Proprio a questo sta lavorando Kineton. Circa un anno e mezzo fa l’azienda guidata da Giovanni Fiengo ha registrato il marchio IoCars, che sta per Internet of Cars, e ora è in procinto di lanciare Kinecar: non un semplice veicolo, ma un vero e proprio “device su quattro ruote”.

Luigi Novella, CTO area innovazione, Kineton
“La spina dorsale di questo ecosistema digitale – spiega Luigi Novella – è una piattaforma basata su tecnologia cloud in grado di far comunicare macchina e utente. L’auto connessa scambia continuamente dati sia con l’utente sia con la piattaforma cloud per consentire al guidatore di usufruire di una serie di servizi: dallo streaming di contenuti multimediali (un film, un brano musicale) all’utilizzo degli assistenti vocali, dai pagamenti automatici alla consultazione della posta elettronica (quello che si chiama “portare l’ufficio nella vettura”). Non meno importante è la possibilità di condividere la propria auto: la tecnologia cloud consente di condividere la chiave del veicolo in maniera semplice e sicura. Inoltre, sempre grazie al cloud, è possibile monitorare lo stato del veicolo e fare manutenzione predittiva”.

Questo ed altro è “contenuto” nella Kinecar di Kineton: un quadriciclo pesante elettrico, in altre parole una minicar, pensata per i più giovani e per i professionisti, che di fatto, oltre a essere mezzo di trasporto, è una piattaforma di sperimentazione di servizi.

In un’arena già piuttosto competitiva, che vede tra i protagonisti Tesla, l’azienda di Elon Musk che ha rivoluzionato il mondo dell’auto ed è stata la prima a lanciare una piattaforma digitale, Kineton punta a fornire lo stesso tipo di servizi, ma con particolare attenzione alla sicurezza nella guida e all’interfaccia macchina-utente.

Il team di R&S, per esempio, sta sviluppando un sistema di machine learning per evitare di stressare il carico cognitivo nel conducente, cioè impedire che sia distratto dall’eccessiva varietà di strumenti a sua disposizione. La Kinecar è infatti dotata di sistemi avanzati di assistenza alla guida, ma soprattutto di un’interfaccia uomo-macchina in grado di capire, sulla base dell’apprendimento, come relazionarsi con il guidatore sulla base del suo grado di attenzione, oltre che delle condizioni ambientali. “Se c’è un imprevisto da segnalare con urgenza, ma il sistema ‘vede’ che chi è alla guida sta voltando la testa verso il finestrino (l’auto, lo ricordiamo, è sensorizzata e dotata di una camera interna), invece di accendere la spia sulla dashboard il sistema invierà l’informazione in automatico attraverso messaggi audio intensi” spiega il CTO di Kineton. È inoltre in grado di rilevare colpi di sonno e perdita di attenzione, e di provare a svegliare il conducente con bip acustici, ma persino con feedback tattili (per esempio vibrazioni dello sterzo). “Per individuare un eventuale colpo di sonno – prosegue il ricercatore – si costituisce un set di feature dal quale si va ad estrarre l’immagine del volto del conducente e dei suoi occhi, in modo da capire in quale percentuale l’occhio è aperto o chiuso”.

Tutto questo grazie alla human machine interface a cui Kineton sta lavorando da circa un anno. “Saremo tra i primi nel mondo a mostrare un dispositivo di questo genere” assicura Novella.

I modelli di business per la Kinecar

La società partenopea ha individuato due modelli di business per la sua Kinecar: uno che guarda alla minicar da poter vendere, l’altro che consiste nella possibilità di offrire a livello ingegneristico i servizi del prodotto stesso. Al momento esiste un prototipo marciante di Kinecar, in questi mesi la squadra è impegnata sulla parte software. L’obiettivo è lanciare il veicolo il prossimo anno: dalla prima miniserie di tre veicoli si dovrebbe passare a 10 e poi, nel 2022, andare a regime con la produzione di 500 pezzi all’anno.

Per quanto riguarda uno dei capitoli più innovativi dell’auto del futuro, la guida autonoma, Kineton si sta impegnando per implementare i sistemi avanzati di assistenza alla guida, da quelli anti-collisione alla fatigue detection.

Gli interni della Kinecar
La conferma del ruolo assunto da Kineton nel contesto nazionale arriva dalla sua partecipazione a uno dei progetti più interessanti del momento, il Borgo 4.0 proposto da Anfia, associazione nazionale dell’industria automotive, che punta a rendere il piccolo borgo irpino di Lioni, in provincia di Avellino, un luogo dove sperimentare in ambiente reale e in scala i nuovi modelli e le nuove tecnologie della mobilità del futuro. Nel progetto sono coinvolte 54 imprese, le 5 Università campane con i centri di ricerca pubblici e il CNR, in un piano complessivo di investimenti di oltre 76 milioni di euro.

Nel mondo dell’automotive la società produttrice della Kinecar porta un elemento che sta diventando sempre più determinante: il software. “La trasformazione digitale – conclude Luigi Novella – apre scenari nuovi e consente l’ingresso di nuovi protagonisti. Dato che non tutti i car maker sono riusciti ad adattarsi al cambiamento, ci potrebbe essere spazio per nuovi player. Software, vendor e fornitori di telco assumeranno un ruolo centrale. Non a caso, oltre a descrivere la macchina come un device su ruote, si sta cominciando a parlare di codice su ruote. Si stima che nel 2024 il 90% delle auto saranno connesse. È qualcosa di nuovo e chi fa software proverà ad occupare questo settore”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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