IL PROGETTO

Auto a guida autonoma a Torino, rinviati i test: il Comune dice a novembre, ma si andrà al 2019

“Dal Ministero non è arrivata la modulistica per candidarsi ai test” dice Claudio Casetti, Professore del Politecnico di Torino, tra i partner del protocollo lanciato dal Comune per avviare la sperimentazione. Che svela i dettagli del progetto:dal training necessario per le auto al tipo di veicolo fino a chi può partecipare

Pubblicato il 25 Set 2018

Guida autonoma, la normativa

Rinviata a novembre la sperimentazione dell’auto a guida autonoma a Torino. I test erano previsti per settembre, ora l’annuncio del rinvio: “Inizieranno a novembre” assicura al Corriere della Sera Paola Pisano, assessore all’Innovazione del Comune di Torino. “È una tempistica ambiziosa: è molto probabile che si faranno i primi test di auto connesse ma per l’auto a guida autonoma dovremo aspettare l’inizio del prossimo anno” dice a EconomyUp Claudio Casetti, Professore Associato del Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino. Proprio l’ateneo torinese è tra i partner del protocollo siglato tra Ministero dei Trasporti e Comune di Torino per avviare i test di guida autonoma in città.

Auto a guida autonoma, a settembre al via la sperimentazione a Torino

Che cos’è il Protocollo

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“Per avviare i test di guida autonoma in una città non basta un solo attore: è necessaria la collaborazione di tutto l’ecosistema automotive, dalle case automobilistiche agli enti di ricerca” dice Casetti. Per questo la scorsa primavera è stato stilato dalla città di Torino un Protocollo con cui coinvolgere nel progetto diversi partner industriali e non: FCA Group, GM Global Propulsion Systems Srl, ANFIA, 5T Srl, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione Torino Wireless, Telecom Italia SpA, Open Fiber SpA, Italdesign Giugiaro SpA, Unione Industriale di Torino. “L’obiettivo è far sedere allo stesso tavolo sia chi si occupa dell’aspetto tecnico, come i costruttori di veicoli autonomi, sia chi si occupa invece di studi e ricerca come le Università, che hanno il compito di spiegare se qualcosa si può fare o meno durante la sperimentazione, cosa evitare e perché” continua il docente. Che puntualizza: “Per i partner del protocollo non ci sono né obblighi da rispettare né incentivi da ricevere”.

Qui puoi leggere la versione integrale del protocollo tra Comune di Torino e i partner per l’avvio della sperimentazione della auto autonome in città: deliberazione-guida-autonoma-1

Claudio Casetti, Professore Associato, Dipartimento di Automatica e Informatica, Politecnico di Torino

Perché sono slittati i test di guida autonoma a Torino

Dal Ministero dei Trasporti non è arrivata la modulistica con cui poter avanzare la candidatura per i test” dice Casetti. Ma chi può provare un’auto autonoma? “I test saranno consentiti soltanto a chi ha già avuto modo di guidare un veicolo autonomo, in aree protette su strada o nei laboratori di sperimentazione, sia in Italia che all’estero. Inoltre bisogna aver già percorso almeno 3mila km nei test in area protetta” continua il docente.

Le auto autonome che saranno provate su strada, invece, devono aver già effettuato un percorso di training di 1000 km in zona protetta. “Il comune ha già scelto l’area, in zona Mirafiori, in cui verrà effettuato il training. La prova su strada, invece, avverrà su alcuni corsi in città. Si inizierà con un’auto non completamente autonoma: ci sarà un autista che dovrà controllare che tutto vada bene e pronto a prendere il controllo della vettura in caso di necessità; i veicoli in prova saranno scortati e il traffico sarà chiuso nei giorni di sperimentazione” continua il docente.

Dubbi su chi fornirà le auto per le sperimentazioni: “Si parla di FCA, GM, e anche Italdesign e Mercedes, ma non è ancora stato esplicitato il nome del fornitore” dice Casetti. Un dubbio, questo che, unito ai limiti previsti per l’arrivo dell’auto autonoma su strada, fa pensare al docente che i test potrebbero essere rimandati al prossimo anno. E’ probabile, dunque, che inizieranno a novembre i test di training in aree protette, ma le prove su strada in città forse slitteranno al 2019.

C’è speranza, invece, di vedere presto per le strade di Torino le auto connesse: “Il decreto smart road del Ministero, da cui è nata l’iniziativa di Torino, prevede la sperimentazione non solo di auto a guida autonoma, ma anche di auto connesse” spiega il professor Casetti. Che assicura: “Su questo fronte siamo pronti: non è previsto il periodo di training prima della prova su strada e, anche al Politecnico, stiamo studiando soluzioni che permettono la comunicazione tra i veicoli e tra veicoli e infrastrutture” dice il docente. E conclude: “Presto vedremo in corso Ferraris a Torino le auto comunicare con i semafori intelligenti”.

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Concetta Desando
Concetta Desando

Due menzioni speciali al premio di giornalismo M.G. Cutuli, vincitrice del Premio Giuseppe Sciacca 2009, collaboro con testate nazionali.

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